Salviamo i piccioni viaggiatori da una morte sicura, l’appello dell’A.N.P.A.N.A

Salviamo i colombi o “piccioni“ viaggiatori da morte quasi sicura. Raccogliamo e pubblichiamo l’appello inoltratoci da Nicola Orofino, vice presidente della sede territoriale di Ravenna dell’A.N.P.A.N.A., l’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente.

Ultimamente, nel comune di Bagnacavallo (RA), si verifica il ritrovamento di colombi viaggiatori feriti o disidratati, come segnala il responsabile dei Comuni della Bassa Romagna Taroni Giovanni, il quale in pochi giorni ha recuperato alcuni colombi viaggiatori con ali rotte o completamente disidratati.

Costi del nucleare e costi del fotovoltaico a confronto

Riceviamo e pubblichiamo volentieri l’interessante contributo del professor Ruggero Da Ros, docente di fisica, incentrato sul tema dei costi di nucleare e solare fotovoltaico. Se volete dire la vostra, vi ricordiamo che potete inviarci spunti di riflessione ed articoli all’indirizzo [email protected].

C’è una gran confusione tra nucleare e fotovoltaico, ognuno può dire quello che vuole, tanto nessuno ci capisce niente. Vorrei di seguito riassumere alcuni calcoli fatti con i miei studenti prima del terremoto in Giappone. Chiedo scusa per l’inevitabile lunghezza. Uno dei motivi di confusione è sicuramente il fatto che la proposta di fare nuove centrali nucleari sembra scaturire più da un mal di pancia occasionale che da una vera pianificazione energetica. Vi hanno mai detto quanta energia elettrica consumiamo ogni anno, quanto incrementa annualmente e quanto di questo aumento può essere compensato da una centrale nucleare o dal fotovoltaico? Avete mai capito quanto costa realmente il nucleare e quanto il fotovoltaico?

Referendum nucleare, tre foto-ragioni per dire no votando sì

Referendum nucleare del 12 e 13 giugno: non l’unico quesito, ci sono anche due domande secche sull’acqua ed una sul legittimo impedimento rilevanti, ma certamente quello che sta infiammando maggiormente gli animi, divisi tra i pro e i contro, a fare i conti su vantaggi e svantaggi, costi e risparmio in bolletta, ma soprattutto sui potenziali rischi, anche alla luce di quanto accaduto a Fukushima.

Un disastro, quello giapponese, che innegabilmente ha rafforzato la propensione al no sul ritorno all’atomo italiano. L’Italia guarda con apprensione all’emergenza ancora aperta in terra nipponica, molte certezze sulla tenuta del nucleare in caso di terremoti dalla portata imprevedibile vacillano proprio alla luce del sisma e del devastante conseguente tsunami che hanno messo in ginocchio i giapponesi, assurti ad esempio di solidità incrollabile in tutto il mondo.

Nucleare, cinque motivi per dire no

Ritorno al nucleare in Italia: su un totale di 3523 persone che hanno risposto al nostro sondaggio, l’81%, pari a 2869 voti, è contrario alla costruzione di centrali atomiche nel nostro Paese. Il 16%, 574 voti, si dichiara favorevole, il restante 3%, 80 voti, non ha ancora preso posizione.

Sulle cinque principali buone ragioni per dire no al nucleare italiano ci scrive Giuseppe Casillo, studente di Scienze Politiche dell’Università del Molise, elencando motivi di ordine economico, tecnico, strategico, di salute e ambientali. Li pubblichiamo volentieri e ovviamente restiamo a disposizione di chiunque voglia scriverci per esporre una posizione diversa.

Decreto sulle fonti rinnovabili, la parola al presidente di Esperia S.p.A. Filippo Giusto

In merito al nuovo decreto sulle fonti rinnovabili, oggetto di accese polemiche nel mondo delle associazioni di categoria e tra gli ambientalisti, ci scrive l’ingegner Filippo Giusto, presidente di Esperia S.p.A., azienda di Milano attiva nella fornitura di energia ed operativa nella Borsa Elettrica Italiana. La società solleva la spinosa questione dei falsi certificati di origine dell’energia di importazione, tema che, ricorderete, fu affrontato magistralmente in una puntata di Report di fine novembre 2010.

Giusto in questi giorni ha inviato una lettera aperta al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ed al Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani. La falsità dei certificati, ci spiega il presidente di Esperia, consisterebbe nella dubbia garanzia con cui gli stranieri assicurano che l’elettricità importata è prodotta solo da fonti rinnovabili. Gli stessi certificati che avrebbero pesato in bolletta, negli ultimi dieci anni, per un onere di 500 milioni di euro, all’insaputa dei consumatori.

Il governo, come al solito, adotta le direttive comunitarie (in questo caso la n. 28 del 2009) con uno spirito troppo autoritario che si evidenzia nella grave omissione, rispetto al testo della direttiva, che riguarda la costituzione di un vero mercato. Tale omissione danneggia fortemente il consumatore e i produttori di energia verde.