Le cabine telefoniche si diceva dovessero sparire. Con l’avvento dei cellulari e le tariffe sempre più basse, questi stanzini di metallo posti sui marciapiedi servivano sempre meno ed erano diventati bersaglio di graffittari e vandali. Ma la Telecom anziché abbandonarli, li ha migliorati. Ha infatti annunciato di voler installare una nuova generazione di cabina telefonica la quale non solo permetterà di telefonare, ma fornirà nuovi servizi. Tutti rigorosamente eco.
L’hanno chiamata “Cabina Intelligente” ed oltre ad avere un design futuristico ha una serie di funzioni interessanti. La più importante è che sarà alimentata da un pannello solare. Dopotutto una cabina non ha bisogno di molta elettricità per funzionare, e così un pannello fotovoltaico è sufficiente per far funzionare il telefono che presumibilmente avrà ancora la classica scheda telefonica.
Torniamo a parlare di Scozia per renderci conto che fa sul serio. Un paio di mesi fa vi avevamo riferito dell’ambizioso programma del Governo scozzese di alimentare il
Torniamo a parlare di nucleare, non per riferirvi di qualche incidente o per dimostrare quanto sia pericoloso, ma per parlare di una forma diversa dalla fissione che usiamo oggi, e cioè la fusione nucleare. In linea teorica questa strategia, che per intenderci è quella che fa brillare le stelle, è conosciuta da decenni, ma ancora nessuno era riuscito a metterla in pratica in sicurezza sulla Terra. Un recente studio effettuato in New Mexico però ora ci dà nuova speranza.
Le classi dirigenti italiane, ed in particolare quella precedente a questo Governo, si sono sempre lamentate che non avendo l’Italia a disposizione sul proprio territorio petrolio, carbone, gas o altri combustibili fossili, era costretta ad acquistarli dall’estero, con impatto pesante sulla nostra economia. La soluzione per alcuni di loro era il nucleare, per fortuna gli italiani, che si dimostrano sempre più furbi dei loro governanti, hanno preferito le rinnovabili. Ed un importante risultato è stato raggiunto.
Come anticipato ieri, il
Da qualche tempo la ricerca nell’energia solare ha fatto “partorire” a molti scienziati l’idea di un pannello 3D che possa incrementare la produzione energetica. L’idea era però rimasta sulla carta per un bel pezzo, finché una ricerca dell’MIT di Boston non l’ha analizzato ed ha individuato potenzialità incredibili. Secondo i ricercatori americani impilare diversi moduli realizzati in forma di cubi o come semplici torri tridimensionali potrebbe aumentare di 20 volte la produzione energetica solare.
Gli americani, si sa, premiano tutto, dall’impiegato del mese all’azienda che ha mostrato i maggiori miglioramenti, fin nello sport in cui viene premiato persino il miglior panchinaro. Ma le competizioni sulle tematiche ambientali possono essere utili per stimolare il dibattito e soprattutto lo spirito di concorrenza tra le varie aziende che in questo modo cercano di ridurre il proprio impatto ambientale per poter vedere il proprio nome tra quelli premiati. Per questo fa piacere scoprire che una multinazionale come la SC Johnson è stata premiata con il Climate Leadership Award.
Al Summit sulla sicurezza nucleare in corso a Seoul, in Corea del Sud, Mario Monti ha preso la parola ed ha fatto un elenco talmente lungo di problemi che riguardano l’energia nucleare che forse sembra mettere la parola fine a qualsiasi supposizione di un suo ritorno in Italia. Secondo il Premier infatti Fukushima ci deve pur insegnare qualcosa, e prima di tutto questa dev’essere che la sicurezza non si può sottovalutare.
Fortuna che gli svizzeri sono efficienti e, senza farsi prendere dal panico hanno subito disinnescato il pericolo, altrimenti adesso chissà cosa vi staremo raccontando. La vicenda risale a venerdì scorso, ma soltanto oggi che il pericolo è scampato si viene a sapere. Si è trattato di un guasto al reattore 2 della centrale di Beznau, a Dottingen, nord della Svizzera, a poco più di 400 km da Milano (ricordiamo che dopo l’incidente di Fukushima è diventata invivibile un’area nel raggio di 300 km dalla centrale).
Già oggi la Danimarca è il Paese che ha la più alta percentuale di energia rinnovabile che copre il fabbisogno nazionale, e nonostante sia più piccola ed economicamente più debole dei colossi come Germania, Stati Uniti e Cina, è uno dei Paesi con il più alto tasso di energia eolica ed altre forme pulite. Ma vuole fare ancora di più. Mentre in Europa si litiga se portare il limite del taglio delle emissioni al 20 o al 30% entro il 2020, la Danimarca fa molto di più.
L’idea non è nuova, circola già da qualche anno ma, a parte qualche piccola eccezione, non se n’è mai vista l’applicazione. Eppure cospargere le autostrade di pannelli solari sembra una delle idee più sensate che potrebbero venire a chi vuole investire in questo campo, solo che stranamente ancora non è decollata. Potrebbe esserlo ora grazie ad un brevetto tutto italiano.