Greenpeace: l’Italia può ridurre le emissioni grazie alle rinnovabili

rinnovabili

Mancano solo 3 giorni all’apertura dei negoziati sul clima di Copenaghen, ed in Italia ancora si discute se aderire o meno al patto di riduzione delle emissioni. L’Europa, si sa, farà da sola, e resta solo di stabilire se continuare a mantenere la riduzione entro il 2020 al 20% o portarla al 30%, mentre per il 2050 ci si divide tra il 70 e l’80%. L’Italia sembra una di quelle nazioni che punta al ribasso, ma secondo una recente relazione presentata da Greenpeace, fa male, perché potrebbe tranquillamente ridurre le sue emissioni con piccolissimi accorgimenti.

Con il supporto tecnico dell’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco, Greenpeace ha effettuato le rilevazioni sulle emissioni attuali e sul potenziale di produzione futuro, ed ha concluso che l’Italia è in grado di ridurre le sue emissioni in maniera drastica con due semplici provvedimenti: energia pulita e risparmio energetico.

Inventata una nuova fonte rinnovabile: l’energia osmotica

centrale energia osmotica

Se non avete sentito parlare di energia osmotica, è un peccato, ma potete essere perdonati. Grazie alla Statkraft, un’azienda norvegese, è stata ricercata una tecnologia che va oltre le rinnovabili che oggi conosciamo. Essa genera energia sfruttando la pressione idrostatica che si crea quando l’acqua dolce passa attraverso una speciale membrana di acqua salata.

La prima applicazione risale al 1997, ma ora il primo prototipo di impianto osmotico che genera energia è stato ufficialmente aperto. Nel suo comunicato alla stampa per dare notizia dell’evento, la Statkraft ha affermato che l’impianto-prototipo di Tofte (cittadina un’ora a Sud di Oslo), avrà una “capacità limitata” di 2-4 chilowatt, inizialmente con l’intenzione di aumentarla fino a 10 kW, e mira a costruire una centrale elettrica osmotica commerciale “entro pochi anni”.

Creare energia dai movimenti della natura

team crea dispositivo energia rinnovabile

Sfruttando i capricci del mondo naturale, gli ingegneri della Duke University hanno sviluppato un nuovo approccio, che credono possa raccogliere l’elettricità in modo più efficiente dai movimenti della vita quotidiana della natura. La raccolta di energia è il processo di conversione di una forma di energia, come il movimento, in un’altra forma di energia, in questo caso l’elettricità.

Le strategie variano dallo sviluppo di parchi eolici all’utilizzo delle vibrazioni prodotte da persone che camminano su piccoli dispositivi elettronici. Anche se il movimento è una fonte abbondante di energia, solo un limitato successo è stato raggiunto, perché i dispositivi usati eseguono solo una stretta banda di frequenze. Questi cosiddetti dispositivi “lineari” possono funzionare bene, per esempio, se il carattere del moto è abbastanza costante, come ad esempio la cadenza di una persona che cammina. Tuttavia, come sottolineano i ricercatori, il ritmo del cammino, come con tutte le fonti ambientali, può cambiare nel tempo notevolmente.

Il dispositivo ideale sarebbe uno in grado di convertire una serie di vibrazioni invece di una semplice banda ristretta

ha ipotizzato Samuel Stanton, studente della Duke’s Pratt School of Engineering, lavorando nel laboratorio di Brian Mann, assistente professore di ingegneria meccanica e dei materiali scienze. Il team, ha pubblicato i risultati dei propri esperimenti sulla rivista Applied Physics Letters.

Le tecnologie e le conoscenze per un mondo 100% rinnovabile esistono già

turbine

La maggior parte della tecnologia necessaria a spostare il mondo dai combustibili fossili all’energia pulita e rinnovabile esiste già. L’attuazione di tale tecnologia richiede il superamento di ostacoli nella pianificazione e nella politica, ma così facendo potrebbe tradursi in una diminuzione del 30% della domanda mondiale di elettricità. Di questo ne sono convinti il docente di ingegneria di Stanford Mark Z. Jacobson ed il ricercatore della University of California-Davis Marco Delucchi.

Per chiarire la portata di tali ostacoli, e come potrebbero essere superati, hanno scritto un articolo su Scientific American. In esso si presenta una nuova ricerca per tracciare e valutare un piano quantitativo per alimentare il mondo intero con vento, acqua ed energia solare, compresa una valutazione dei materiali e costi. Alla fine, dicono, saranno più convenienti dei combustibili fossili o nucleari.

La chiave è eliminare la combustione come un modo per produrre energia per i veicoli, nonché per l’utilizzo di energia elettrica normale. Il problema risiede nell’uso di combustibili fossili e nella combustione della biomassa, che sono notoriamente inefficienti nella produzione di energia utilizzabile. Ad esempio, quando la benzina è utilizzata per alimentare un veicolo, almeno l’80% dell’energia prodotta viene dispersa come calore.

Con i veicoli che funzionano con l’elettricità, è il contrario. Circa l’80% dell’energia fornita al veicolo viene convertita in movimento, con solo il 20% disperso sotto forma di calore. Altri dispositivi di combustione possono analogamente essere sostituiti con l’elettricità o con l’idrogeno prodotto dall’energia elettrica.

Las Gaviotas: la comunità fuori dal mondo che ha scoperto prima di altri le energie rinnovabili

giungla colombiana

Sembra una fiaba per bambini, ma è realtà. Una comunità nel profondo della giungla selvaggia della Colombia, vive nonostante sia stata tagliata fuori dalla società quasi 40 anni fa. Dopo che il resto del mondo le ha voltato le spalle, all’improvviso ha attirato un grande interesse. Si è scoperto che questa comunità ha trovato qualcosa di cui il resto del mondo ha bisogno: l’energia. E non solo una nuova fonte di approvvigionamento, ma qualcosa di ancora migliore. Hanno capito come essere sostenibili, senza influenze o risorse esterne. La sua storia è raccontata dal New York Times.

Nel 1960 un italiano emigrato in Colombia, Paolo Lugari, mentre viaggiava attraverso il Paese, si fermò in un terreno abbandonato e immaginò un intero villaggio davanti ai suoi occhi. Il terreno era così povero e la zona così remota che i visitatori dovevano passare punti di controllo della guerriglia o volare fino lì, così nessuno aveva deciso di viverci. Lugari voleva trovare uno dei luoghi più complicati in cui vivere e vedere se riusciva a farlo funzionare. Questo era prima della crisi petrolifera degli anni ’70, ma anche allora sapeva che il carburante e le altre risorse un giorno sarebbero diventate scarse.

Una centrale ad impatto zero darà energia al parco naturale di Pratolino

diamante di pratolino

Il bello di un parco naturale è il poter respirare l’aria pulita e vedere animali come se stessero nel loro habitat naturale. Ma anche una struttura simile per poter funzionare ha bisogno dell’elettricità, e sarebbe un controsenso se per generarla si inquinasse un posto così incontaminato. Per questo in Toscana hanno avuto una grande idea, e cioè costruire una centrale elettrica che funziona con un mix di energie rinnovabili, e soprattutto che ha zero emissioni.

La centrale si chiama Diamante ed è situata al centro del parco naturale di Pratolino, vicino Firenze. La struttura ha appunto la forma di un diamante alto 12 metri e con un diametro di 8, formato da 38 pannelli fotovoltaici a celle monocristalline e 42 facce in vetro temprato per catturare il sole che in queste zone c’è quasi tutto l’anno. Ma non bisogna disperare nelle giornate nuvolose. La centrale è in grado di generare energia attraverso l’accumulo di idrogeno.

L’idrogeno ora si può estrarre anche dalle acque reflue

acque reflue

La prima dimostrazione di un metodo con fonti rinnovabili per la produzione di idrogeno da acque di scarico mediante un sistema di elettrolisi microbica è in corso presso la Napa Wine Company a Oakville. Il  generatore di idrogeno delle dimensioni di un frigorifero riceverà le acque reflue, e utilizzando batteri e una piccola quantità di energia elettrica, per trasformare il materiale organico in idrogeno.

Questa è una dimostrazione che possiamo continuano a generare l’idrogeno rinnovabile studiando i fattori che influenzano le prestazioni di ingegneria del sistema. L’idrogeno prodotto sarà ventilato ad eccezione di una piccola somma che verrà utilizzata in una cella a combustibile a idrogeno

ha spiegato Bruce E. Logan, docente di ingegneria ambientale alla Penn State University. La Napa Wine Company desidera utilizzare l’idrogeno per dare energia ai veicoli.

Greenpeace: 8 milioni di posti di lavoro grazie alle energie rinnovabili

installatore pannelli solari

450 mila sono gli attuali impiegati nel settore delle rinnovabili in tutta Europa. 8 milioni potrebbero esserlo tra 20 anni. E’ questa l’estrema sintesi del nuovo rapporto sullo stato delle rinnovabili stilato da Greenpeace, il quale dimostra come sia possibile sfruttare questo campo in continua espansione e soprattutto sempre più redditizio.

Infatti, nonostante nel Vecchio Continente siamo solo all’inizio nell’applicazione delle energie rinnovabili, il fatturato complessivo è già di 40 miliardi di euro. Immaginate quanto potrà essere nel momento in cui l’energia pulita diventerà la più usata. Uno degli aspetti principali dell’idea di Greenpeace è che tale risultato, insieme a quello del taglio netto delle emissioni di CO2, potrà essere raggiunto anche senza ricorrere al nucleare.

California: un terzo dell’energia totale proverrà da fonti rinnovabili entro il 2030

governatore-arnold-schwarzenegger

Circa una settimana fa, il Senato della California ha approvato un ambizioso progetto di legge sull’energia, tra i più ambiziosi al mondo: ottenere il 33% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020. Peccato che il governatore Schwarzenegger ha dichiarato che avrebbe posto il veto. Ora, il governatore ha firmato un mandato esecutivo che ancora una volta, impegna la California a raggiungere un livello di energia rinnovabile di un terzo da fonti rinnovabili entro il 2030. E speriamo che questa volta l’obiettivo sia stabilito una volta per tutte.

Il Governatore non ha mai avuto problemi con un tale ambizioso obiettivo di energia rinnovabile. Un disegno di legge che, insieme con un certo numero di piccole imprese energetiche pulite, ha ritenuto che avrebbe minacciato i progetti più piccoli, e che le regole complesse potessero ostacolare la loro crescita. Egli ha inoltre ritenuto che una clausola che limita la quantità di energia rinnovabile che potrebbe essere acquistata fuori dello Stato è una norma protezionistica. Così, ha aggirato il problema con la firma di un ordine altrettanto ambizioso.

Monaco di Baviera ha detto stop al nucleare, 100% energia ecologica entro il 2015

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Fino a questo momento le città che nel mondo avevano deciso di diventare “carbon-free” erano di solito piccole comunità, città da qualche decina di migliaio di persone o addirittura solo quartieri di grandi città (come avvenuto a Londra). Ma mai era capitato che una metropoli decidesse di abbattere definitivamente le sue emissioni e darsi completamente all’energia rinnovabile.

Ci proverà Monaco di Baviera, a rappresentanza della nazione che più di tutte le altre, in Europa, sta facendo per i salti mortali per l’ambiente. La città tedesca, sede di colossi come Siemens e Bmw, ha deciso di affidarsi alla Stadtwerke Muenchen (SWM), l’azienda elettrica cittadina, dopo che la cancelliera Angela Merkel ha deciso, stando al piano di rientro dal nucleare, che la megacentrale che dà energia ad un quarto della città dovrà essere chiusa entro il 2020.

Il top dell’energia ecologica: elettricità dagli alberi

elettricità dagli alberi

Inserire gli elettrodi nei tronchi d’albero per raccogliere l’energia può sembrare fantascienza, ma l’idea è reale e attira sempre più interesse. Se davvero dovesse funzionare, le foreste potrebbero dare elettricità ad una rete di sensori per monitorare la salute degli ecosistemi o per segnalare immediatamente gli incendi boschivi.

I primi esperimenti sono stati effettuati su una “batteria di patate” perché il materiale vegetale può essere una fonte di elettricità. In questo caso, l’energia proviene da reazioni di ossidazione e riduzione negli elettrodi, che sono fatti di due metalli diversi, di solito in rame e zinco. Lo stesso effetto si pensava si celasse nei tronchi d’albero che si pensava potessero fornire di corrente la terra vicina. Ma l’anno scorso la squadra di Andreas Mershin all’MIT ha dimostrato che usando elettrodi fatti dello stesso metallo si riesce a produrre corrente in maniera diversa. Mershin pensa che l’elettricità derivi da una differenza di pH tra l’albero e il suolo, uno squilibrio chimico gestito dai processi metabolici dell’albero.

Volkswagen lancia il motore domestico: produrrà elettricità direttamente in casa

palo elettricità

Le rinnovabili stentano a decollare? Non c’è bisogno di costruire nuove centrali atomiche o a carbone, basta farsi l’elettricità in casa. Parte così il progetto del tutto innovativo inventato da Volkswagen. Un’innovazione che parte già dalla natura dell’azienda, per decenni casa automobilistica, ma che ha deciso di lanciarsi nel campo della produzione elettrica.

Il progetto è basato su una mini-centrale elettrica da tenere in casa. Delle dimensioni di un frigorifero, questa centrale è composta da un motore della serie Golf, in grado di autoprodurre energia elettrica. In pratica lo si attacca alla presa del gas ed è in grado di produrre il doppio dell’elettricità che quella stessa quantità di gas produrrebbe.

Vuoi caricare il tuo cellulare? E allora…pedala!

caricabatterie da bicicletta

I dispositivi di Apple suscitano sempre un po’ di attenzione quando si parla di energie rinnovabili. Tra pochi mesi sarà sul mercato una novità rivoluzionaria: un caricabatterie da bicicletta. In breve sarete in grado di collegare il vostro telefono cellulare e ricaricarlo soltanto pedalando, senza il minimo spreco di energia elettrica, e con un bel guadagno anche per la vostra salute.

Gli sviluppatori hanno anticipato che questo caricabatterie uscirà il prossimo marzo. Si chiamerà BioLogic FreeCharge e renderà possibile caricare anche iPhone, unità GPS o altri gadget con le connessioni USB. Il dispositivo è standard, sempre se tutti i suoi modelli saranno come quelli presentati recentemente dall’azienda. C’è un generatore di hub, una batteria ad alta capacità, e una porta USB per attaccare il dispositivo. Tre ore di pedalata porteranno ad una ricarica completa, oppure è possibile far funzionare un qualsiasi dispositivo, come ad esempio un navigatore satellitare, mentre si pedala, ideale per collegare e utilizzare il GPS per trovare la strada in città. Ma non è l’unica novità.

La prima città carbon positive è Baoding in Cina

baoding città carbon positiveUna città carbon positive, Baoding, la prima, l’unica, si spera non l’ultima, sorge in Cina, il Paese che con gli Stati Uniti produce il più alto tasso di emissioni di CO2. Eppure è proprio da Oriente che inizia a soffiare un vento green per quanto riguarda la riduzione di anidride carbonica nelle città. Ma cosa significa carbon positive e come è riuscita l’amministrazione di Baoding a raggiungere questo ammirevole risultato?

Carbon positive sembra quasi un’espressione miracolo nel nostro inquinatissimo vocabolario. Di positive c’è che questa città non solo chiude in pareggio nel rapporto emissioni prodotte/emissioni assorbite, ma assorbe CO2 in più sottraendola dall’atmosfera e contribuendo a diminuire l’inquinamento, il riscaldamento globale, l’effetto serra.