L’Australia fissa l’obiettivo del 20% della produzione energetica dalle rinnovabili entro il 2020

idroelettrico

Il parlamento australiano ieri ha approvato una legge che fissa al 20% l’elettricità del Paese che dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2020, in linea con gli obiettivi europei. La legge porterebbe a quadruplicare la quantità di energie rinnovabili fissata dal precedente Governo nel 2001 e fornirà abbastanza energia pulita per dare elettricità a 21 milioni di australiani.

Ma non tutti sono contenti, anzi pare che alcuni funzionari più “aggressivi” chiedano ulteriori tagli alle emissioni di gas serra. Il progetto di legge è stato approvato dopo che il Governo ha raggiunto un accordo con l’opposizione con l’intento di aumentare l’assistenza alle industrie che consumano molta elettricità, creando anche delle garanzie per gli investimenti in materia di carbone e per l’industria mineraria.

Lavorare con le energie rinnovabili fa bene alla salute

installatori pannelli solari

L’espansione delle energie rinnovabili dovrebbe migliorare sensibilmente lo stato di salute degli attuali 700.000 lavoratori occupati nel settore energetico negli Stati Uniti. A stabilirlo è uno studio del Medical College of Wisconsin, a Milwaukee. La loro ricerca, pubblicata sul Journal of American Medical Association da Steven Sumner e Pietro Layde, ha esaminato i rischi per la salute dei lavoratori nelle industrie con fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle con combustibili fossili.

Il rischio di lesioni e la morte sul lavoro tra i lavoratori è un costo nascosto, noto come “esternalità“. Essa porta ad una serie di problemi dovuti a danni all’ambiente ed effetti negativi sulla salute umana causati da inquinamento, lesioni e morte tra i lavoratori nel settore energetico.

Il Dr. Sumner ha esaminato i rischi per la salute umana associati con i tradizionali combustibili fossili, quali carbone, petrolio e gas naturale, rispetto alle fonti di energia rinnovabili come l’energia eolica, solare e biomassa. L’energia eolica e solare sembrano offrire minor rischio di lesioni e di morte sul lavoro rispetto ai tradizionali combustibili fossili nella fase di estrazione dell’energia, dove per quanto riguarda il vento e il sole è minimizzato o eliminato. La biomassa, composto di biocarburanti, rifiuti organici, legno e combustibili derivati, che attualmente rappresenta più della metà del consumo di energia rinnovabile negli Stati Uniti, non sembra offrire un significativo vantaggio per la sicurezza dei lavoratori rispetto ai combustibili fossili.

Italia, impennata sulle rinnovabili, ma ancora c’è tanta strada da fare

turbina eolica

Gli ultimi dati del GSE, il Gestore dei Servizi Elettrici, sono piuttosto confortanti. Dopo che nel 2007 l’Italia aveva registrato un calo nella produzione complessiva di energia rinnovabile dello 0,9%, il 2008 è stato registrato come l’anno della ripresa, con un +2,5% che fa ben sperare per il futuro.

A dir la verità questo incremento lo si deve alla natura stessa. Infatti nel nostro Paese la fonte rinnovabile più utilizzata è l’idroelettrico, e le forti e abbondanti piogge che ci hanno accompagnato dall’autunno fino a pochi giorni prima dell’inizio dell’estate hanno contribuito ad aumentare la quantità di elettricità prodotta dall’acqua. Ma le novità non si fermano solo alle piogge, perché tra gli incrementi c’è da registrare anche quello degli impianti installati, soprattutto eolici e solari.

La marcia dei soldati sfruttata come energia cinetica

energia-cinetica-militariA quanto pare il mondo militare è sempre più attento al risparmio energetico e propenso all’utilizzo delle energie rinnovabili anche negli armamenti e nei mezzi di uso bellico. Un po’ meno attenzione è rivolta invece verso l’ambiente visto che fare la guerra non è certo un’attività che può far bene al nostro Pianeta e altamente inquinante, l’ecologia dei soldati di ecologico ha ben poco tranne che per motivi puramente propagandistici. Comunque, dopo le tute mimetiche solari, stavolta ad essere sfruttata è l’energia cinetica prodotta dalle migliaia di soldati in marcia.

Ingegneri di Leeds stanno infatti sviluppando un modo per catturare l’energia cinetica prodotta quando i soldati marciano per utilizzarla nell’alimentazione degli equipaggiamenti.
Il nuovo sistema progettato per convertire il movimento in energia per le batterie potrebbe contribuire a ridurre il peso degli zaini che si portano dietro le truppe fino a 10 kg.

Tuvalu: la nazione che rischia di sparire diventerà 100% ecologica entro 10 anni

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Tuvalu, la quarta più piccola nazione del pianeta, ha annunciato che mira ad essere completamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili entro il 2020. Situato tra le Hawaii e l’Australia, la piccola nazione del Pacifico è uno dei pochi Paesi a fare qualcosa di concreto per combattere i cambiamenti climatici, forse perché è una di quelle che rischiano di sparire a causa degli effetti negativi dell’aumento del livello del mare.

La massima altezza sul livello del mare che l’isola raggiunge è soli 4,5 metri, e così le maree sono diventate sempre più dannose nel corso degli ultimi 10 anni, minacciando le abitazioni e il tenore di vita dei suoi 12.000 abitanti. Il governo di Tuvalu lavora con l’E8, un consorzio di 10 aziende di energia delle nazioni del G8 istituito dopo il Vertice della Terra di Rio 1992, come organizzazione no-profit. Il Governo di Tuvalu stima che ci vorranno circa 20 milioni di dollari in investimenti per raggiungere l’obiettivo del 100% di energia pulita entro il 2020.

Gli Stati Uniti inventano l’energia “stradale”

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Ingegneri e ambientalisti di tutto il mondo da sempre si fondono le meningi per cercare di installare quanti più apparecchi per produrre energia rinnovabile possibile, ma la soluzione ce l’avevano sotto il naso e non l’hanno mai nemmeno considerata: le strade. Le autostrade (ma non solo) sono ricche di possibilità per la generazione di energia pulita. Basterebbe infatti allineare piccole turbine eoliche, o tanti pannelli solari, lungo il loro tratto, da poter generare energia in grandi quantità. I pannelli solari grazie all’esposizione senza ostacoli e le turbine eoliche attraverso lo spostamento d’aria dei veicoli.

Secondo Green Inc.,

Pochi Stati sono già a buon punto con la produzione di energia. L’anno scorso, l’Oregon ha iniziato un progetto per una “strada solare” con un pannello solare montato a terra che produceva 104 chilowatt situato presso l’interscambio delle interstatali 5 e 205. Questo pannello ha fornito circa un terzo dell’energia per le luci dell’interscambio. Il Massachusetts ha recentemente annunciato un piano per installare un programma di costruzione di turbine eoliche tanto vaste da dare abbastanza energia a 400 famiglie su un terreno adiacente al Massachusetts Turnpike’s Blandford Rest Area.

Usa-Cina: intesa firmata sulla ricerca verso un futuro rinnovabile

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Le due maggiori responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra al mondo hanno appena ratificato un innovativo accordo di cooperazione sullo sviluppo di tecnologie energetiche pulite. Un centro di ricerca da 15 milioni di dollari avrà sedi sia negli Stati Uniti che in Cina, e segna un passo in avanti verso il miglioramento dei rapporti tra i due Paesi che hanno idee molto diverse sul cambiamento climatico. Forse è ancora più importante sottolineare che questo potrebbe accelerare il processo di sviluppo di tecnologie energetiche più pulite utilizzabili in tutto il mondo.

Il settore delle energie rinnovabili cinese è in aumento. Il Paese è già diventato il più grande produttore di pannelli solari, e i suoi 6 progetti eolici genereranno una quantità di energia senza precedenti: tra i 10.000 e i 20,000 megawatt ciascuno. Ma il centro di ricerca è impostato per concentrarsi su alcuni settori specifici. Secondo l’Associated Press:

il centro si concentrerà sul carbone pulito e su edifici e veicoli, ha detto il Segretario all’Energia degli Stati Uniti Steven Chu. Esso mette in evidenza il potenziale di cooperazione USA-Cina in un settore che Washington dice potrebbe creare migliaia di posti di lavoro.

Inventata nuova fonte di energia per i dispositivi elettronici portatili

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Celle a combustibile microfluide potrebbero fornire l’energia necessaria per fornire potenza continua ai sensori remoti, come quelli dei telefoni cellulari e dei computer portatili, secondo uno studente dell’Università di Southampton che si laurerà domani, 17 luglio. Nella sua geniale tesi di laurea, Daniel Spencer ha parlato del problema dei microfluidi, un controllo preciso e una manipolazione di liquidi che sono geometricamente limitati in una piccola scala, in genere sotto il millimetro.

Come parte del suo progetto dell’ultimo anno al corso di Ingegneria Elettronica presso la scuola universitaria dell’Elettronica ed Informatica di Southampton, Spencer ha condotto una revisione della letteratura per esaminare come i dispositivi di raccolta o di stoccaggio dell’energia, indicando che possono essere modificati in modo da essere utilizzabili dagli apparecchi elettronici portatili.

Vivere ad emissioni zero si può: l’isola di Samso è la guida per il mondo

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I soliti lobbisti del petrolio, carbone o nucleare farebbero bene ad acquistare un biglietto aereo per la Danimarca, prendere il traghetto e sbarcare sull’isola di Samso, l’isola più ecologica del mondo. La situazione di questo appezzamento di terreno grande tre volte l’isola di Ischia ed abitato da 4.500 persone solo 10 anni fa sembrava terribile. Per sopravvivere i “samsingers“, così si chiamano i suoi abitanti, acquistavano energia prodotta dal carbone, campavano di agricoltura ma, a causa delle grandi aziende della globalizzazione, le fattorie piano piano cominciavano a chiudere, lasciandoli senza lavoro e costretti a vedere i propri giovani partire verso lidi più fertili.

Poi la grande idea del Governo danese: far diventare l’isola il laboratorio della sostenibilità. Per farlo sono stati dati degli aiuti economici, nemmeno tanto onerosi, e sono stati detassati tutti gli investimenti che miravano alle infrastrutture ecologiche. Oggi, dopo solo 10 anni, l’isola di Samso è a zero emissioni, le aziende agricole hanno riaperto e l’economia è basata sul turismo leggero, ma soprattutto sulla produzione energetica. I samsingers, proprietari dei piloni eolici, producono energia, la usano per la propria casa e la propria azienda e, quella in eccesso, la rivendono alla terraferma, dove gli viene pagata mediamente 400 mila euro l’anno.

WWF: la ricetta anti-crisi è la green economy con i suoi 3,4 milioni di posti di lavoro

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Nonostante i proclami che arrivano da più parti, la crisi economica c’è e siamo ancora ben lontani dall’uscirne. Il vero problema che attanaglia i cittadini di tutto il mondo industrializzato è la disoccupazione. La crisi infatti è dovuta soprattutto al fatto che sempre più persone perdono il posto di lavoro, e non riescono a trovare il modo di “riciclarsi”. La nostra Terra gliene offre uno e non possiamo permetterci di lasciarcelo sfuggire.

Si chiama Green economy, ed è letteralmente l’economia ecologica di cui tanto parliamo da tempo su queste pagine. I posti di lavoro disponibili in questo settore sono milioni, perché si tratta di una categoria nuova, ancora non sufficientemente sfruttata, ed in continua crescita negli ultimi anni. Una crescita che di certo non verrà fermata prossimamente, ma anzi, continuerà senza dubbio, vista l’obbligatorietà di utilizzare energia pulita in futuro. Ad appoggiare questa tesi oggi arrivano anche i dati elaborati dal WWF, il quale afferma che per i prossimi anni il settore verde garantirà nella sola Unione Europea almeno 3,4 milioni di posti di lavoro.

Piano da 5 miliardi all’anno per le rinnovabili in Italia

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Non solo Stati Uniti e Cina. Anche l’Italia ha il suo piano nazionale per le rinnovabili. O meglio, lo avrà se la smetteranno di litigare in Parlamento e si decideranno a mettersi ad un tavolo per discutere seriamente. E’ l’auspicio di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel corso della giornata mondiale del vento, ha annunciato che l’Italia sta preparando il suo piano ecologico, il quale sarà pronto entro un anno.

E’ fissata per il giugno 2010 la scadenza per la presentazione del progetto che cambierà per sempre il pensiero energetico italiano. Si abbandoneranno quindi gli investimenti nel petrolio, nel gas, o peggio nel carbone, e si darà più spazio alle rinnovabili, in particolare al vento. Secondo Ronchi, dovrà essere stabilita una copertura del 17% del fabbisogno energetico nazionale dalle fonti rinnovabili entro il 2020.

Investimenti nelle rinnovabili quadruplicati dal 2004 in tutto il mondo

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Circa 155 miliardi di dollari sono stati investiti nel 2008 in energia pulita per progetti di imprese in tutto il mondo. Si tratta di un’ottima notizia perché questo significa che gli investimenti negli ultimi 4 anni si sono quadruplicati. Fonti energetiche rinnovabili, dall’energia solare a quella eolica, fino ai biocarburanti, rappresentano oltre il 40% della capacità di generazione di potenza raggiunta durante l’anno.

La relazione è stata effettuata dal Global Trends in Sustainable Energy Investment 2009, per conto del programma ambientale delle Nazioni Unite sull’energia sostenibile. Il trend di crescita si è invertito negli ultimi mesi, tuttavia. Gli investimenti nella seconda metà del 2008 infatti sono scesi del 17% nel primo semestre, e del 23% nel secondo. La relazione conclude che i governi svolgono un ruolo significativo nella promozione degli investimenti privati nelle tecnologie energetiche rinnovabili.

Ecco dove sono finiti tutti questi investimenti:

  • Tra i 105 e i 155 miliardi di dollari sono stati spesi direttamente per sviluppare 40 gigawatt di capacità di generazione di energia eolica, solare, idroelettrica, biomasse e fonti geotermiche;
  • 35 miliardi per lo sviluppo di grandi centrali idroelettriche da 25 gigawatt;
  • 140 miliardi in 65 gigawatt di energia elettrica a basse emissioni di carbonio.

Usa, Cina, Ue: la corsa all’energia pulita è iniziata

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30 anni fa le superpotenze mondiali si sfidavano per tentare di vincere la corsa allo spazio. Oggi, in una crisi ambientale terribile, si sfidano per il ruolo di leader nell’ecologia. Una corsa che per primo ha intrapreso il Parlamento di Bruxelles, ma che vede come avversari più forti e preparati Pechino e Washington. Cerchiamo di capire chi è in vantaggio e chi può arrivare a vincere la gara.

L’Unione Europea è stata senza dubbio, come dicevamo, la prima in assoluto ad intraprendere politiche verdi, in quanto ha ratificato il protocollo di Kyoto in toto (gli Stati Uniti solo in parte e la Cina per niente) e ha stabilito il famoso accordo del 20-20-20 contestato da più parti. I punti che però svantaggiano l’Europa riguardano le diversità di politiche e di tecnologie disponibili tra i vari Paesi. Mentre ci sono alcune nazioni con un ritmo di crescita ecologica impressionante (vedi Germania, Danimarca, Francia e Gran Bretagna), le quali già da anni hanno intrapreso il cammino delle rinnovabili, ci sono anche altri Paesi (come la Romania, la Polonia ed in generale tutto l’Est Europa) che vanno avanti ancora con il carbone, e che le energie rinnovabili non sanno nemmeno cosa siano.