Ex ministro Ronchi: “il nucleare in Italia è inutile”

centrale nucleare

Il nucleare italiano? Un inutile spreco. E’ quanto sostiene l’ex Ministro dell’Ambiente, oggi presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, a margine della presentazione annuale del rapporto sull’ambiente in Italia presentato da Legambiente.

Il motivo per cui il ritorno al nucleare in Italia non serve è molto semplice: oggi consumiamo molta meno energia rispetto al passato, e le nostre centrali elettriche non lavorano mai a pieno regime. Questo accade

non solo per la crisi economica e la riduzione della produzione industriale, ma anche per una serie di concause come la razionalizzazione degli utilizzi e la limitazione degli sprechi

ha spiegato Ronchi.

Cibo biologico: dal 1° luglio verrà introdotto il marchio UE

logo ue cibi biologici

Nell’Unione europea c’è la stessa attenzione che c’è in Italia per quanto riguarda il cibo biologico. Ma c’è un solo problema: esso si chiama Mahepollumajandus, биологично, ökológiai, o luomuviljely, ma vuol dire dappertutto “biologico”. Una confusione di lingue che porta anche di conseguenza ad una confusione di legislazione, che a breve sarà risolta dall’etichetta con il logo senza parole in tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea.

Scelto tra i circa 3.500 simboli potenziali ideati dagli studenti di arte e design in un concorso organizzato dalla direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione europea, l’Eurofoglia contiene due messaggi molto chiari: la natura e l’Europa. Dal 1 ° luglio, il logo dovrà comparire su tutti gli

alimenti pre-confezionati biologici prodotti in uno qualsiasi dei 27 Stati membri dell’Unione europea. Il logo verde, con le 12 stelle dell’Unione europea che formano una foglia, sarà facoltativa per i prodotti importati. Il logo nazionale esistente per gli alimenti biologici sarà autorizzato a comparire accanto al nuovo logo comunitario

riferisce la BBC.

Fotovoltaico, eolico e geotermia: gli Usa accelerano sulle nuove energie

energie-puliteGli Stati Uniti devono sviluppare nuovi metodi sia per produrre, sia per utilizzare le energie rinnovabili. Ad affermarlo è stato il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il quale ha di conseguenza proposto un incremento di $ 217 milioni dei fondi da destinare per sostenere i progetti di ricerca. L’America, Paese leader su tanti fronti, con l’avvento della nuova Amministrazione, dopo la lunga “regnanza” di George W. Bush, decisamente più “vicino” alle major del petrolio, non vuole lasciarsi scappare l’obiettivo di diventare su scala globale il leader per quel che riguarda le nuove energie, e chiaramente al Paese le risorse e le potenzialità in tal senso non mancano.

E così, a valere sull’anno fiscale 2011, che partirà nel prossimo mese di ottobre, Barack Obama ha altresì proposto un incremento di altri 108 milioni di dollari di stanziamenti da destinare alle energie rinnovabili nell’ambito del budget proposto per il Dipartimento dell’energia che ammonta a ben 28,4 miliardi di dollari, con un incremento del 6,8% rispetto all’anno fiscale 2010.

Il CdM approva il decreto sul ritorno al nucleare

sitinucleari

Ormai lo sapevano tutti, ma adesso è diventato realtà. Proprio pochi minuti fa il Governo, riunitosi a Palazzo Chigi, ha approvato il decreto legislativo che disciplina i criteri sui siti nei quali verranno costruite le prossime (5 o 6) centrali nucleari in Italia.

Un progetto che è nato nella testa del Premier qualche anno fa, e che lentamente si è fatto strada fino ad oggi, quando è stato messo nero su bianco. Secondo il Ministro Scajola, che ha immediatamente riferito alla stampa, la costruzione della prima centrale avverrà nel 2013, e l’inizio della produzione di energia elettrica si avrà nel 2020. Da quel punto in poi, in 10 anni, saranno costruite le restanti centrali nucleari.

Fotovoltaico: lo Stato di New York sarà sempre più verde

pannelli-fotovoltaiciIn America, ed in particolare nello Stato di New York, la potenza installata cumulata, attualmente “ferma” a 20 MW, quintuplicherà da qui al 2014 per arrivare a 100 MW fotovoltaici. Questo dopo che nell’area è stato approvato un importante ed ambizioso progetto “green” che prevede, nell’ambito delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, e dell’efficienza energetica, la copertura entro il 2015 dei consumi elettrici, per una quota pari al 45%, con la produzione di energia pulita e, cosa che di certo non guasta, con la creazione di ben 50 mila posti di lavoro che sono tutto oro che cola visto che anche negli Stati Uniti non è di certo quello attuale un gran momento per l’occupazione. Il progetto rientra nell’ambito di una partnership tra i privati e la NYPA, la New York Power Authority, la quale, per la quota che eccede l’auto-consumo, acquisirà per ben venti anni l’energia elettrica prodotta per immetterla in rete e per distribuirla sia alle cooperative elettriche rurali, sia alle aziende municipalizzate.

Nucleare, ancora congetture sui siti papabili

centrali nucleari

Indiscrezioni, voci di corridoio, o più semplicemente previsioni sulla base delle aree più idonee: chiamamole pure come vogliamo, le nominations dei siti che potrebbero ospitare le centrali nucleari italiane, in vista di un ormai prossimo ritorno all’atomo nel nostro Paese. Dopo che il CdM ha impugnato le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che impedivano la costruzione di impianti sul loro territorio, la buona notizia è che tra questi nomi che sono trapelati non figura nessuna area afferente al suolo pugliese. Per la Basilicata, invece, si sussurra Scanzano Jonico (Matera).

I criteri per la scelta dei siti sono la scarsa sismicità, la presenza di bacini idrici, la lontananza da zone densamente popolate. O almeno questo è quello che richiede l’installazione dello European Pressurized Reactor (EPR) di tecnologia francese, che sbarcherà in Italia grazie alla joint venture fra Enel ed Edf.

Lo sviluppo rurale fa bene all’ambiente

azienda agricolaLa scoperta dell’acqua calda? Erano forse poi tanto primitivi i nostri avi a vivere principalmente di agricoltura?  O siamo noi quelli poco progrediti, che spostiamo una foglia di insalata da un capo all’altro del mondo? Chi può dirlo. Intanto arrivano conferme dal mondo accademico su quanto lo sviluppo rurale sia fondamentale per l’ecologia. E’ quanto sintetizzato in una relazione commissionata all’Istituto per la politica ambientale europea dalla DG Agricoltura e sviluppo rurale e volta proprio a individuare l’apporto benefico alla società fornito dai produttori agricoli. Chi decide di vivere d’agricoltura e gestisce un’azienda agricola, secondo quanto riportato da Ansa Ambiente, contribuisce alla:

conservazione di paesaggi di rilevanza culturale, dell’avifauna dell’habitat agricolo, quali l’otarda comune e l’aquila imperiale a rischio di estinzione in Europa, o dei prati a elevata diversità di specie, di cui è ricca l’Unione. I produttori agricoli contribuiscono a garantire inoltre i terreni in modo da salvaguardare gli stock di carbonio e aiutano a preservare l’elevata qualità di acque e suoli.

Prima centrale a biomassa in Sicilia

centrale biomassa siciliaTorniamo a parlare di energia da biomassa, con la notizia dell’inaugurazione della prima centrale in Sicilia, ad Enna, progetto che si inserisce nell’ambito del quadro di sviluppo europeo ed italiano per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel quale è impegnata la Regione.

Per la costruzione della centrale si è costituita una società, la Sper, capitanata da Roberto Poggi. E sarà proprio Poggi, l’8 febbraio prossimo a presenziare alla cerimonia di inaugurazione nella Valle del Dittaino alla presenza del governatore siciliano Raffaele Lombardo. La centrale utilizzerà legno di eucalipto ed avrà come capacità di produzione circa 20 MWe. Il progetto prevede realizzazione e collegamento alla Rete Elettrica Nazionale in un tempo massimo di 25 mesi. Della progettazione e della realizzazione si occuperà nel concreto la Ig, Infrastrutture e Gestioni SpA., società di ingegneria, nonchè azionista di maggioranza della Sper.

Caccia: 117 vittime nell’ultima stagione venatoria in Italia

cacciatore

La stagione venatoria appena conclusa, quella che andava dal 1 settembre al 31 gennaio, ha lasciato come al solito la sua scia di sangue. Purtroppo non soltanto degli animali. Secondo l’Associazione vittime della caccia, le vittime dei 5 mesi di massacro autorizzato in Italia sono state ben 117, di cui 30 morti e 87 feriti.

A riportare le cifre è Daniela Casprini, presidente dell’Associazione, la quale ha riferito i dati raccolti da giornali e fonti ufficiali in un dossier, presentato questa mattina a Palazzo Madama. Purtroppo però come afferma la stessa Casprini,

sono dati per difetto dal momento che non tutto arriva in questura e non tutto ai giornali.

Bentornato nucleare, governo impugna leggi regionali contro nuovi siti

nucleare italiaSapevamo che lo avrebbero fatto. Malgrado i cittadini di molte regioni italiane non desiderino sul loro territorio centrali nucleari e relative scorie e annessi rischi, il governo si ostina con l’assurdo progetto di un ritorno all’atomo. La risposta a Vendola, così attivo nel campo delle rinnovabili nella sua Puglia, che aveva annunciato: “dovranno venire con i carri armati se vorranno costruirle qui”, non ha tardato ad arrivare. Il Governo ha infatti deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata. A riferirlo sono fonti governative.

Decisione presa, guardate un po’ chi si rivede, su proposta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e d’intesa con il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto. Ma facciamo un piccolo riassunto: nel 1987  l’Italia dice no con un referendum al nucleare.

Eolico record in Italia, il bilancio dell’Anev

energia eolica ItaliaBuone notizie per le energie rinnovabili italiane che, a dispetto degli scarsi incentivi e degli investimenti indirizzati massicciamente verso un ritorno alquanto improbabile al nucleare, sembrano comunque resistere e proiettarsi verso il futuro. L’eolico, ad esempio, chiude il bilancio dell’anno 2009 in positivo, stando a quanto riportato dal rapporto dell’Anev, l’Associazione nazionale energia del vento.

Nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle la potenza eolica efficiente del nostro Paese si è attestata sui 4.850 MW di cui più di 1.100 MW installati nel 2009. Si tratta di un vero e proprio record per l’Italia, che conserva così la sua meritatissima terza posizione in Europa per energia eolica e il suo sesto posto nella classifica mondiale dei produttori eolici.

Conclusa la conferenza sulle tigri: ecco tutte le misure per evitare l’estinzione

tigre nell'acqua

La Conferenza ministeriale sulla conservazione della tigre, che ha portato 13 Paesi asiatici a riunirsi, si è conclusa poche ore fa con un progetto di risoluzione. Il piano, che ha messo d’accordo molti esperti, è un forte passo avanti nella lotta per salvare le tigri del Continente in pericolo di estinzione. Gli elementi chiave, come un finanziamento adeguato, tuttavia, può essere che non siano del tutto completi.

L’accordo inizia affermando l’importanza della conservazione della tigre:

Con la volontà politica e l’attuazione degli interventi necessari, l’estinzione delle tigri selvatiche attraverso [la sparizione di] gran parte della loro gamma può essere scongiurata […] la conservazione delle tigri è importante per proteggere la biodiversità e preservare una parte vitale del nostro patrimonio nazionale.

I maggiori porti italiani diventano verdi

porto_civitavecchia

Seppur con ritardo rispetto al resto del mondo Occidentale, pare che la rivoluzione verde stia per cominciare anche in Italia. Dopo le sperimentazioni di successo nei porti di Los Angeles, Juneau e Seattle (Usa), Vancouver (Canada), Goteborg (Svezia), Lubecca (Germania), Zeebrugge (Belgio), e tre porti in Finlandia, anche l’Italia avrà i suoi porti verdi.

Il primo a vedere questa importante trasformazione sarà Civitavecchia, ma ad esso seguiranno anche Venezia e La Spezia, sperando che dopo di essi anche gli altri si adegueranno. Ma in cosa consiste questa conversione? Il sistema più rivoluzionario si chiama “cold ironing“, un meccanismo attraverso il quale le navi vengono alimentate da terra, permettendo lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo. Non solo la nave, ma tutta la banchina sarà elettrificata, e questa elettricità non proverrà dalle centrali a carbone o a petrolio, ma tutta o in gran parte, sarà generata dalle rinnovabili, con solare ed eolico in testa.

Basta petrolio, l’Arabia si converte al solare

centrale desalinazzazione solare arabia

Si potrebbe immaginare che un Paese desertico come l’Arabia Saudita dovrebbe poter contare molto sulla dissalazione per una buona parte delle acque dolci che utilizza. Ed infatti, ad esempio, nel regno Saudita c’è il più grande impianto di dissalazione al mondo, quello nella Al Jubail Industrial Zone, sulle rive del Golfo Persico.

Fino ad ora, gli impianti di dissalazione sono più di 28 sparsi in tutto il regno, e hanno dovuto fare affidamento sui combustibili fossili, in particolare olio combustibile, per fornire la potenza necessaria per far funzionare le apparecchiature utilizzate per l’estrazione del sale e altri minerali dall’acqua di mare.

Gran parte di questo può cambiare, tuttavia, visto che l’Arabia Saudita è ora interessata ad utilizzare l’energia solare per fornire la potenza necessaria, al posto del petrolio. Secondo un articolo pubblicato sulla UAE Top Media News, il regno sta ora progettando la costruzione di impianti di desalinizzazione alimentati ad energia solare, al fine di risparmiare sui costi energetici, ma anche per essere in sintonia con le nuove politiche ambientali. Questo potrebbe essere per garantire l’iscrizione della nazionale all’International Renewable Energy Agency, altrimenti nota come IRENA.