Il CdM approva il decreto sul ritorno al nucleare

di Redazione 5

sitinucleari

Ormai lo sapevano tutti, ma adesso è diventato realtà. Proprio pochi minuti fa il Governo, riunitosi a Palazzo Chigi, ha approvato il decreto legislativo che disciplina i criteri sui siti nei quali verranno costruite le prossime (5 o 6) centrali nucleari in Italia.

Un progetto che è nato nella testa del Premier qualche anno fa, e che lentamente si è fatto strada fino ad oggi, quando è stato messo nero su bianco. Secondo il Ministro Scajola, che ha immediatamente riferito alla stampa, la costruzione della prima centrale avverrà nel 2013, e l’inizio della produzione di energia elettrica si avrà nel 2020. Da quel punto in poi, in 10 anni, saranno costruite le restanti centrali nucleari.

Nel decreto sono disciplinate la localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica nucleare, degli impianti di fabbricazione del combustibile, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonchè misure compensative e campagne informative al pubblico che, dicono, sarà coinvolto in ogni fase del processo.

Secondo il decreto dunque, entro 3 mesi il Governo dovrà adottare quella che ha chiamato “Strategia Nucleare“, e cioè rendere noti i siti, la potenza complessiva installata su ognuno di essi ed i tempi tecnici di costruzione e messa in funzione. Secondo il Ministro Scajola, il provvedimento

si caratterizza per due aspetti: la trasparenza e il rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell’ambiente. La trasparenza vuol dire il coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni in tutte le fasi decisionali, di cui verrà continuamente data evidenza. Con il secondo aspetto i nuovi impianti saranno tenuti a rispettare i più elevati criteri di sicurezza relativi alla tutela della salute della popolazione e alla protezione dell’ambiente. Tale assoluto rispetto sarà sottoposto a rigorosa valutazione.

Sarà istituita anche l’Agenzia per la sicurezza nucleare, la quale dovrà valutare i lavori e fare un po’ da “tramite” tra il Governo regionale, la popolazione e gli addetti ai lavori. Ma intanto, in barba alla “trasparenza” di cui tanto parla il Ministro, l’unica certezza è che i nomi dei siti non verranno resi noti prima delle elezioni regionali, segno che il Governo è pienamente consapevole di perdere voti in quelle Regioni che si ritroveranno una centrale nucleare tra pochi anni. Intanto la foto pubblicata sopra dà un’idea di quali saranno i possibili siti tra quelli che avranno le centrali nucleari in casa e quelli che “ospiteranno” i rifiuti tossici.

Commenti (5)

  1. ma si può permettere una simile prepotenza senza l’approvazione della cittadinanza??
    ma siamo sicuri che gli italiani vogliono il ritorno al nucleare??? e noi stiamo li a guardar fare senza dir nulla???

  2. infatti l’Italia dei Valori vuole indire un referendum contro il nucleare, ed è lì che ci dobbiamo far sentire. Intanto 11 regioni si sono opposte al nucleare sul loro territorio, ma come in una vera dittatura, il Governo vuole utilizzare l’esercito per presidiare le aree…

  3. Sono totalmente contrario alle centrali nucleari, come l’Italia ha già dichiarato in un referendum e come ogni persona dotata di buon senso.
    Una possibile soluzione è la costituzione di 6 GAS (gruppi di acquisto spontaneo) per l’acquisto e gestione di pannelli fotovoltaici per la produzione di 1,5 MW. Ipotizzando una produzione di 3 Kw di energia a famiglia, con 500 mila famiglie si sostituisce una centrale nucleare…

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