Imprese elettriche Ue a zero emissioni entro il 2050

Gli Usa chiamano, l’Unione Europea risponde. Se l’obiettivo di Obama per la sua America è di ridurre dell’80% le emissioni di CO2 entro l’anno 2050, l’Ue fa di più, ed annuncia per bocca del commissario all’ambiente Stavros Dimas che entro lo stesso anno le centrali elettriche europee, tra le più inquinanti in assoluto, dovranno non avere più emissioni. Vien da sè che se le centrali saranno ad emissioni zero, lo diventeranno anche gran parte delle industrie, abbattendo molto di più la soglia di inquinamento proposta dagli Stati Uniti.

A deciderlo è stata l’associazione che riunisce le aziende energetiche di 27 Paesi europei, le quali sin da ora sono in grado di generare 2.500 TWh di elettricità all’anno. Queste le parole di Lars G. Josefsson, presidente di Eurelectric:

L’industria elettrica si è presa il chiaro impegno di diventare un settore a carbonio zero entro la metà del secolo, e allo stesso tempo vogliamo ripetere che un mercato competitivo è il modo migliore per raggiungere questo obiettivo in modo efficiente dal punto di vista dei costi, continuando a contare anche sulla basilare sicurezza delle forniture.

Milano sotto smog, meno emissioni, più multe dell’Unione per le polveri sottili: che sta succedendo?

Milano, una delle città italiane maggiormente inquinate e con un’aria pessima, che mina la salute dei cittadini e abbassa considerevolmente la qualità della vita. Eppure l’urbe lombarda è anche una tra le metropoli della penisola ad essere più restrittiva nei confronti dei suoi abitanti proprio riguardo al regolamento delle emissioni e alla circolazione del traffico cittadino.
Pensiamo all’ecopass ad esempio che ha ridotto gli ingressi in città per i veicoli maggiormente inquinanti, introducendo una tariffa che ha fatto scemare non solo il portafoglio dei milanesi, ma anche la cappa di smog che aleggiava sulla città per via dell’eccessivo via vai di auto e mezzi ad alto tasso di emissioni come i Suv.

E improvvisamente proprio con l’introduzione della tassa sull’entrata in città i cittadini del capoluogo lombardo sono diventati più virtuosi, lasciando spesso a casa l’automobile e utilizzando maggiormente i mezzi pubblici, che tra l’altro a Milano sono abbastanza efficienti. Pensate che soltanto nel suo primo anno di emissioni l’Ecopass ha consentito di ridurre il traffico in centro del 14,4% e le emissioni di polveri sottili di ben il 19%.

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Niente più ghiacciai tra 90 anni

Lo scenario di film apocalittici sui cambiamenti climatici potrà sembrare una barzelletta rispetto alla realtà. A lanciare l’allarme è un gruppo di scienziati californiani, i quali osservando i dati di scioglimento dei ghiacciai degli ultimi 30 anni, e confrontandoli con i modelli matematici di previsione climatica, hanno sentenziato che, di questo passo, nel 2100 sulla Terra sarà scomparso il ghiaccio.

La ricerca, pubblicata su Nature Geoscience, è stata effettuata dal gruppo guidato da Julien Boé dell’Università della California di Los Angeles. Le osservazioni partivano dai dati del 1979, e riguardavano il cosiddetto “stato di salute” dei ghiacciai del bacino del Nord, e venivano confrontate con le ultime complete sulla stessa zona del mondo, quelle del 2006. Ebbene, in soli 27 anni l’area ricoperta dai ghiacciai è diminuita di 100 mila chilometri quadrati, pari al 25% dell’intera estensione, praticamente è scomparso un quarto dei ghiacci esistenti.

Sting apre il suo eco-agriturismo in Toscana e svela i suoi segreti

La leggenda del rock, Sting, ha aperto per la prima volta nella sua vita un agriturismo in Toscana, un luogo dove ha risieduto per la maggior parte degli ultimi 15 anni. Il cantante ha presentato all’emittente regionale Rtv38 la sua azienda, descritta come 100% biologica.

Io sono un agricoltore che si prende cura della terra per alimentare e non per saccheggiarla. Sono venuto qui e ho deciso di rimanerci e di diventare un imprenditore agricolo, anche perché ho voluto a nutrire la mia famiglia con i prodotti di qualità vera e propria in un ambiente sano. Tutti sanno del mio impegno ambientale, soprattutto per la foresta pluviale del Sudamerica. Con questa attività in Toscana sto cercando di aiutare me stesso e coloro che sono vicini a me per vivere meglio in un contesto naturale.

Queste le parole di presentazione del nuovo contadino rock. Il suo appezzamento sarà “solo” di 300 ettari vicino a Figline Valdarno (30 km a sud di Firenze), e lì Sting produrrà olio extravergine di oliva, miele d’acacia e di castagno, marmellate, frutta e verdura. Questo anno inoltre ci sarà la sua prima vendemmia, con conseguente messa in commercia dei suoi vini rossi, che per adesso ancora non hanno un nome, proprio nella terra del Chianti. Vini che, come vuole la tradizione, rimarranno “a riposo” per circa due anni ed poi saranno venduti in oltre 30.000 bottiglie.

Disney rivela il suo piano ecologico

Disneyland di certo non è il luogo più ecologico della terra, ma entro 3-5 anni la società che lo controlla prevede di minimizzare l’impronta ambientale di Topolino, riducendo le emissioni di metà, riducendo il consumo di elettricità del 10% e dimezzando l’immondizia entro il 2013.

L’obiettivo a lungo termine, secondo la relazione della Walt Disney Company sulla nuova responsabilità del piano ambientale, è quello di arrivare a zero rifiuti ed emissioni. Forse gli azionisti, in occasione della recente riunione annuale, sono stati invogliati dall’impatto finanziario che la riduzione dei costi energetici potrà avere sui loro ricavi.

Plaudiamo Disney per la sua leadership nell’adottare questi obiettivi, in particolare per la sfida in tempo di crisi dell’economia globale

ha affermato Peter Seligmann, presidente della Conservation International, che ha offerto consulenza sullo sviluppo delle nuove strategie di sostenibilità. Anche se un “consiglio ambientale” dei dirigenti è in vigore da due anni, finalmente queste iniziative prevederanno di attuare l’impegno annunciato e mai messo in pratica nelle opere.

Il piano casa dà una mano all’economia, anche se non ci crede nessuno

A margine della presentazione del ddl sul cosiddetto “Piano Casa“, una nuova legge che in pratica scioglie i nodi burocratici per l’edilizia, tra le mille polemiche sollevate non solo dall’opposizione, ma anche da alcuni rappresentanti della maggioranza e di tantissime persone che con la politica non ha nulla a che vedere, Berlusconi spiega il suo piano in questo modo:

significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perchè i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente.

In uno Stato serio, com’era l’Italia fino a poco tempo fa, queste operazioni si sarebbero chiamate “abusivismo edilizio“. Quando infatti si parlava di abusi, venivano alla mente delle case costruite in zone non edificabili o senza autorizzazione. Ma in verità la stragrande maggioranza degli abusi era dovuta proprio ad allargamenti impropri dell’appartamento, spesso pericolosi, visto che delle volte crollavano. Per rilanciare l’economia, secondo Berlusconi basterebbe non solo condonare, ma addirittura incentivare questo abusivismo.

L’Unione Europea? Una bomba al carbonio

Che nel sottosuolo ci fosse una gran quantità di carbonio, questo lo si sapeva, ma che soltanto sotto i piedi degli abitanti dell’Unione Europea ci fossero 75 miliardi di tonnellate di carbonio, pari al consumo di circa 700 miliardi di automobili, è una novità. Una novità che scotta e fa paura.

A lanciare l’allarme è Stavros Dimas, commissario europeo all’ambiente, il quale ha annunciato che da recenti calcoli si è arrivati alla conclusione che siamo seduti su una potenziale bomba che, se gestita male, potrebbe portare a conseguenze gravissime. Secondo il commissario portoghese infatti se soltanto lo 0,1% di quanto è presente nel nostro sottosuolo dovesse fuoriuscire, ci ritroveremmo ad avere un inquinamento pari a 10 milioni di automobili con il gas di scarico a tutto spiano in più.

Vento al lavoro, Ewea: “per trovare un’occupazione i giovani si specializzino nell’eolico”

Un vero e proprio gap, quello evidenziato dall’Ewea, relativamente alle figure professionali da impiegare nel settore dell’energia eolica. Due, in particolare, le posizioni che rimangono spesso scoperte per mancanza di candidati: gli ingegneri e il personale addetto alla gestione degli impianti industriali.

Queste le lacune lamentate dai produttori, alle quali si aggiungono le difficoltà a reperire esperti nel settore eolico denunciate dai promotori che operano nel rinnovabile: mancano i project manager, vale a dire i professionisti addetti all’ottenimento dei permessi per costruire i parchi eolici, con tutto quello che questo oneroso compito comporta: richiesta di autorizzazioni, conoscenza del territorio, raggiungimento del via libera alla concretizzazione dei progetti. Il lavoro manca e questo è un dato di fatto, ma allora perchè lasciare posti vuoti, non coperti, proprio in un settore in espansione che promette grandi cose per il futuro, soprattutto in Europa, da sempre in prima linea sulle energie pulite?

Il Governo favorisce le Eco-mafie

In campagna elettorale Berlusconi ha promesso che non avrebbe mai fatto un indulto o un condono edilizio se l’avessero eletto. Ma come spesso accade per i politici, le promesse lasciano il tempo che trovano, e così il Governo ha deciso di preparare l’Italia al più grande condono edilizio della sua storia.

Sulla tutela dell’ambiente l’Italia sta arretrando e questo rischia seriamente di essere un regalo alle ecomafie e alla criminalità ambientale.

Esordisce così il comunicato stampa diramato da Legambiente che riguarda le nuove norme edilizie che il Parlamento sta discutendo, e che cambieranno per sempre lo scenario italiano. Il pericolo infatti, avvertono da Legambiente, è che si torni all’abusivismo edilizio ed alle costruzioni senza regole degli anni ’60, quelle descritte perfettamente dal film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, in cui speculatori senza scrupoli, grazie all’assenza dello Stato, hanno potuto fare il bello ed il cattivo tempo nelle costruzioni cittadine, creando migliaia di edifici brutti ed insicuri.

Il Mar Morto sta morendo veramente

Il livello d’acqua nel Mar Morto, il punto più profondo della Terra, è calato ad un ritmo allarmante, con gravi conseguenze ambientali, secondo Shahrazad Abu Ghazleh e colleghi presso la University of Technology  di Darmstadt, in Germania.

Il progetto del canale Mar Morto-Mar Rosso o del Mediterraneo-Mar Morto servirà per ri-riempire il Mar Morto fino al suo livello precedente, al fine di generare energia elettrica sostenibile e produrre acqua dolce dalla desalinizzazione. Lo studio mostra anche che il calo dei livelli di acqua non è il risultato dei cambiamenti climatici, ma è dovuto al consumo umano di acqua sempre più eleveto nella zona.

Capitali verdi Europee: Stoccolma e Amburgo premiate per la sostenibilità urbana, a quando una reginetta italiana?

Reginette della sostenibilità urbana: Stoccolma e Amburgo. Sono le capitali verdi europee, rispettivamente per il 2010 ed il 2011. Un premio istituito dalla Commissione Europea per incentivare le spinte verso un green new deal anche tra i capoluoghi dell’Unione.

Migliorare la qualità dell’aria, aumentare gli spazi verdi, pianificare il tessuto urbano nel pieno rispetto dell’ambiente, diminuire le emissioni, questi alcuni dei tanti eco-parametri da rispettare per aggiudicarsi il titolo di capitale verde d’Europa.
Tutte misure che, in sintesi, non fanno altro che accrescere la qualità della vita nelle città, messa a dura prova da inquinamento, traffico, poco verde e pochi spazi. Ma cosa hanno fatto Stoccolma e Amburgo per essere incoronate sbaragliando le altre concorrenti?

I vantaggi del “Cap and Trade”

Non contento del grande clamore (e della grande approvazione) che Obama ha suscitato parlando di energia pulita, risparmio per i cittadini e di indipendenza dai combustibili fossili, il presidente americano è voluto ritornare sull’argomento, specificatamente sul cosiddetto “Cap and Trade” (il commercio sui crediti per inquinare), illustrando all’America (ed al mondo intero) i vantaggi di quest’iniziativa.

Il New York Times parla di una “scommessa contro i gas ad effetto serra”, progettata e di recente inaugurata nel bilancio di Obama. Più in particolare si tratta di un tetto di emissioni di carbonio che dà vita ad un sistema di scambi commerciali che dovrebbe entrare in vigore dal 2012. Il sistema del cap and trade mette un “tappo” alla quantità di gas a effetto serra che una società può emettere; quando l’azienda lo supera, deve acquistare quote di inquinamento o di crediti da parte di imprese che restano al di sotto del tetto, così da premiare l’efficienza energetica di aziende che utilizzano energia pulita. Obama progetta che l’amministrazione corretta di questo sistema frutterebbe alle casse degli States ben 645 miliardi di dollari, tutte entrate provenienti dal petrolio e da società elettriche nel corso dei prossimi dieci anni.

“Rinnovabili 2009” Legambiente ottimista sul futuro energetico dell’Italia

Sole, acqua, vento, terra e biomasse. 5 semplici parole che vogliono dire energia pulita, ambiente più vivibile, meno spese e più salute per i cittadini, ed in molti casi anche posti di lavoro, che in questo periodo hanno il loro peso. Tutte parole che piacciono a tutti i cittadini del mondo, compresi quelli italiani, tranne che alla nostra classe dirigente, troppo occupata a far tornare l’Italia indietro di 30 anni con il nucleare piuttosto che pensare all’energia del futuro.

Oggi Legambiente presenta il rapporto “Rinnovabili 2009”, il quale dimostra la situazione dell’energia pulita in Italia. Una situazione migliore del previsto, anche se ancora non sufficiente se confrontata con quella di altri Paesi. La prima buona notizia è che, ad oggi, i comuni italiani che hanno installato almeno un impianto ad energia rinnovabile sono saliti a 5.991, un ottimo numero considerando che fino allo scorso anno essi erano poco più di tremila.

Punteruolo rosso, è allarme per le palme nel bacino del Mediterraneo

Sos punteruolo rosso per le palme presenti nel bacino del Mediterraneo. L’insetto sta infatti intaccando la salute di molte specie di questa pianta anche nel nostro Paese. A lanciare l’allarme sono stati gli esperti riunitisi il 27 febbraio scorso al Convegno organizzato dalla regione Liguria su iniziativa dell’assessore Giancarlo Cassini. Nel corso dell’incontro si è sottolineata la vasta portata distruttrice del punteruolo rosso, cercando valide soluzioni per risolvere un problema sempre più dilagante e devastante.

Il punteruolo rosso è un insetto la cui denominazione scientifica è Rhynchophorus ferrugineus, conosciuto come un vero e proprio killer per le palme. Le sue larve, infatti, riescono ad annidarsi all’interno delle piante, portandole in pochi mesi alla morte. Un problema che affligge un po’ tutta l’Europa e che ha portato l’Unione ad adottare provvedimenti drastici come l’abbattimento delle palme intaccate dal punteruolo. Pensate che, soltanto in Sicilia, negli ultimi due anni sono state rase al suolo più di dodici mila palme. Ma è davvero la soluzione migliore e più efficace per liberarsi delle colonie di insetti?