
Quasi la metà delle farfalle in Europa si è estinta e le restanti popolazioni degli splendidi e colorati insetti sono a rischio, a causa dell’agricoltura intensiva e della perdita di biodiversità. A lanciare l’allarme per gli insetti impollinatori è l’Agenzia euroepa dell’Ambiente che ha pubblicato in questi giorni il suo ultimo rapporto in merito.
Il nome scientifico è Latonia nigriventer ma è conosciuta dagli scienziati come la rana dipinta di Hula. Si tratta di una particolare specie anfibia che era stata dichiarata estinta nel 1996. Si trattava della prima volta che l’
Oggi si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, una ricorrenza che serve per ribadire l’importanza del rispetto verso i nostri mari e che, indirettamente, ha effetti anche sulla qualità della nostra stessa vita. Purtroppo non c’è nulla da festeggiare visto che i dati fanno rabbrividire. Secondo un recente studio di Greenpeace in Italia l’88% degli stock ittici soffre del fenomeno della pesca eccessiva, mentre in Europa la biodiversità a rischio per il sovrasfruttamento raggiunge il 60%.
Purtroppo negli ultimi anni ogni volta che realizzavamo articoli sugli animali in via di estinzione era per annunciare o che erano definitivamente estinti, o che il loro numero era talmente ridotto da rischiare di sparire nell’arco di pochi anni. Per una volta invece possiamo annunciare che una specie è stata salvata dall’estinzione. Si tratta della volpe nana, un bellissimo mammifero che sembra un peluche, più piccolo di un gatto domestico che all’inizio del 2000 si diceva fosse prossimo alla sparizione.
Si chiama possum di Leadbeater ed è la prossima specie di marsupiale che potremmo perdere sulla Terra. Questo strano animaletto, che vive solo in Australia, è ormai prossimo alla sparizione definitiva, se non si prendono provvedimenti. Come sta accadendo per i
Di solito i record sono traguardi che tutti vorrebbero superare. Non sempre però è così. Guardacaso in quelli negativi noi siamo sempre al primo posto. Parliamo oggi di specie in via di estinzione, dato che secondo una recente ricerca pubblicata da Legambiente l’Italia sarebbe il Paese europeo con il maggior numero di specie in via d’estinzione: circa una su tre. È vero anche che il nostro Paese ospita il più grande hotspot di biodiversità del Vecchio Continente, con quasi la metà delle specie animali e vegetali (il 43%), ma questo non giustifica il fatto che, siccome ne abbiamo tante, possiamo permetterci di perderne qualcuna.
Uno sterminio. È questo ciò a cui l’Italia sta andando incontro in questi anni. Solo che le vittime non sono esseri umani che fanno gridare allo scandalo, ma specie animali e vegetali che non fanno rumore e per questo passano inosservate. Secondo la denuncia di Federparchi, presentata in una relazione al Ministero dell’Ambiente, 161 animali e 194 piante rischiano di sparire dal territorio italiano se non facciamo subito qualcosa per proteggerle.
Era dagli anni ’70 che non si vedeva una foca monaca nelle acque territoriali italiane. Ma gli sforzi per la conservazione danno i loro frutti ed allora eccola lì, fotografata all’uscita di una grotta che è stata scelta come sua abitazione. E magari anche come nursery per i suoi cuccioli. La scoperta che questo mammifero sia ritornato dalle nostre parti è molto importante in quanto segnala due eventi. Prima di tutto che c’è ancora speranza di salvarlo (la sua specie è considerata a livello critico visto che si stimano solo 500 esemplari vivi), e poi anche che l’aver istituito aree protette è servito.
Nonostante appelli, ricerche, impegno e richiami alla responsabilità, purtroppo di tanto in tanto ci troviamo a raccontarvi di una nuova specie che si è estinta. Questa è la volta del leopardo nebuloso di Formosa, una specie endemica dell’isola di Taiwan ed una delle progenitrici della specie dei leopardi nebulosi. Mentre i suoi “parenti” sopravvivono nel resto dell’Asia, grazie alla possibilità che hanno avuto di diffondersi su un territorio più vasto, la specie di Formosa è stata dichiarata nei giorni scorsi ufficialmente estinta.
La messa al bando dei pesticidi contenenti neocotinoidi per due anni
È di pochi giorni fa la notizia che
La gran parte della frutta del mondo potrebbe un giorno sparire. A presentare oggi questo scioccante scanario è Greenpeace, l’associazione ambientalista che, tra le tante sue battaglie, oggi ci spiega l’importanza delle api. Non che sia una novità, è ben noto sin dalle scuole elementari che questi insetti fanno letteralmente “girare il mondo” grazie alla loro funzione impollinatrice. Ma il fatto che il loro numero si stia assottigliando sempre di più ogni anno che passa sembra essere alla base della crisi alimentare mondiale. Ed anche per quella futura.
Una scoperta scioccante è stata effettuata di recente dalla FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della sicurezza alimentare mondiale. Stando alla sua denuncia, la Cina denuncerebbe appena il 9% del pesce che pesca nelle acque territoriali africane, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie. Com’è noto ci sono tantissime specie di pesce che rischiano l’estinzione a causa della pesca intensiva.
Abbiamo visto in questi anni tutti gli orrori possibili in alcuni ristoranti che definire “caratteristici” sarebbe un eufemismo. Pinne di squalo, coccodrilli e scarafaggi serviti nel piatto come se fossero bistecche. Ma al peggio non c’è mai fine e così oggi scopriamo che un ristorante di Toronto, in Canada, offre nel proprio menu nientemeno che delle tartarughe. E non soltanto tartarughe comuni (che già di per sé sarebbe uno scandalo) ma una specie in via d’estinzione.