Samsung investe 4,3 miliardi di dollari nel taglio delle emissioni

samsung-eco

Continuiamo con la nostra indagine sulle attività sostenibili delle multinazionali, occupandoci oggi del colosso sudcoreano Samsung. Pare che gli asiatici si stiano concentrando più sui gadget che sui prodotti centrali della loro attività. Nella relazione Eco-Management 2013, la Samsung anticipa di voler investire 4,3 miliardi di dollari in gadget e strutture più ecologiche entro 4 anni. Ecco tutta una serie di cambiamenti previsti per un cambiamento positivo.

Secondo la Reuters, la Samsung impiegherà 2,5 miliardi di dollari per rinnovare le attività accessorie, tra cui il taglio dei consumi della potenza dello standbye del 50%, i materiali per l’elettronica saranno riciclabili e biologici come anche gli accessori dei laptop e per i telefoni cellulari. Nulla di nuovo invece su un maggiore impegno, per esempio nel realizzare i propri prodotti con materiali riciclati, e non di lasciare agli utenti finali la discrezione di riciclarli a fine vita. Può sembrar poco ma fa una grande differenza.

Rallentare il riscaldamento globale mangiando carne è possibile

mucche-al-pascolo

Mangiare più carne bovina può rallentare il riscaldamento globale? Sembra un controsenso, ma può essere così. I bovini potrebbe essere una parte dell’intera equazione ecologica per risolvere i cambiamenti climatici e il ripristino della biodiversità degli ecosistemi. Le mucche possono alleggerire il danno umano se sono allevate in modo sostenibile.

Quando si tratta di riscaldamento globale, un numero crescente di persone punta il dito contro il consumo di carne. Questa prospettiva viene spiegata dal Dott. Rajendra Pachauri, presidente del Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che ha riferito all’Observer:

La dieta è un’importante causa delle enormi emissioni di gas serra e di altri problemi ambientali, come la distruzione degli habitat, associata alll’allevamento di bovini e altri animali. La produzione di carne rappresenta quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra. Queste vengono generate durante la produzione di mangimi per animali, per esempio, mentre i ruminanti, in particolare per le vacche, emettono metano, che è 23 volte più efficace come agente di riscaldamento globale dell’anidride carbonica.

Poiché il metano è un gas a effetto serra denso di CO2, ha un maggiore effetto negativo complessivo sulla Terra. Ma eliminare del tutto dalle diete i ruminanti sconvolgerebbe profondamente la nostra capacità di recuperare CO2 e produrre acqua per i campi.

Calce nel mare per diminuire la CO2 nell’atmosfera

oceano

Se finora il mondo non si è completamente “cotto” a causa dell’effetto serra provocato dall’inquinamento, non è perché l’uomo ha rilasciato poche emissioni, ma perché la natura, ancora una volta, ci ha salvati. Circa la metà delle emissioni di CO2 globali vengono recuperate dagli oceani ed assorbite nell’acqua, mentre un’altra grossa fetta viene assorbita dagli alberi.

Ma c’è sempre l’altro lato della medaglia. Infatti gli oceani, assorbendo CO2, aumentano la propria acidificazione, con conseguente danno ai propri ecosistemi. Dunque come fare per risolvere il problema delle emissioni e salvare al tempo stesso gli oceani? La soluzione arriva da Manchester e si chiama “Cquestrate“, e si basa sullo sversamento in acqua di 10 km cubici di calce.

Yahoo! diventa il paladino delle zero emissioni dell’industria hi-tech

yahoo-data-center

Le compensazioni di carbonio hanno il loro posto nel sistema di riduzione delle emissioni di imprese ad alta intensità energetica. Ma non dovrebbe essere usato al posto della reale riduzione delle emissioni di carbonio, soprattutto quando si tratta di data center che devono essere resi più efficienti sotto il profilo energetico. Yahoo! sembra d’accordo, ed il sui ultimo passo nella corsa verso la creazione di data center verdi alimentati dalle energie rinnovabili va proprio in questa direzione.

La società sta lavorando per costruire un data center super efficiente, alimentato esclusivamente dall’energia generata dalle cascate del Niagara, insieme ad altri obiettivi, come le compensazioni di carbonio, che per ora non fanno ancora parte del piano.

34 kg di CO2 per fare un libro. Quanto emetterà la vostra casa?

34-kg-di-co2

Quest’anno a Construmat, la fiera internazionale della costruzione che si svolge a Barcellona ogni due anni, il governo della Catalogna ha presentato il suo progetto “34 kg di CO2“, al margine di Casa Barcellona. 34 kg è l’esatta quantità di CO2 che è stata emessa per fabbricare il libro che porta quello stesso nome. Il tema della convention è: se 1,050 grammi di carta producono 34 kg di CO2, quanto emette la mia auto? O la mia casa? E come possiamo costruire in modo più sostenibile?

Scritto da Toni Solanas, Dani Calatayud e Coque Claret, il libro 34 kg di CO2 indica le cause del cambiamento climatico come una delle principali minacce per la salute del pianeta. Considerando il modo di misurare e ridurre le emissioni, giorno per giorno, sono stati utilizzati per misurare il livello di influenza sul nostro stile di vita del pianeta e dell’ambiente in cui viviamo, il nostro impatto ambientale, l’analisi del ciclo di vita e dell’impronta ecologica. Per raccogliere i dati sono stati intervistati 46 esperti provenienti dai campi dell’architettura, biologia, economia e altre discipline che hanno lavorato insieme per visualizzare il nostro impatto sul pianeta e per giungere con proposte creative per creare una cultura diversa, per una società più sostenibile.

I prodotti anti-termiti sono dei potentissimi gas serra

Una sostanza chimica comunemente usata per eliminare le termiti ed altri parassiti dagli edifici è paradossalmente uno dei più problematici gas a effetto serra che gli scienziati abbiano mai rilevato. Il gas in questione si chiama fluoruro di solforile, ed è diventato il miglior prodotto fumigante dopo il bromuro di metile. Vietato dal protocollo di Montreal del 1987 a causa della sua potenziale chimica distruttiva per l’ozono, oggi è nuovamente in commercio.

Tali prodotti sono molto importanti per il controllo di parassiti nei settori agricoli e nella costruzione. Ma con il bromuro di metile in fase di esaurimento, l’industria ha dovuto trovare soluzioni alternative, per cui il fluoruro di solforile si è evoluto per comprire quel ruolo.

Queste le parole Ron Prinn, direttore del MIT’s Center for Global Change Science e co-autore della nuova ricerca. Fino all’uscita di questo lavoro, nessuno sapeva esattamente per quanto tempo sarebbe durato il gas nell’atmosfera dopo essere fuoriuscito dalle bombolette in commercio.

La nostra analisi ha dimostrato che la durata è di circa 36 anni, otto volte superiore rispetto a quello che si credeva all’inizio

ha continuato Prinn, indicando che la maggior parte del fluoruro di solforile che si rilascia nell’atmosfera è assorbito dal mare.

Acidificazione degli oceani, nuovo appello di 150 scienziati

Più di 150 scienziati di 26 Paesi di tutto il mondo si sono uniti per chiedere un’azione immediata da parte dei governi per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 in modo da evitare danni gravi e diffusi per gli ecosistemi marini derivanti dall’acidificazione degli oceani.

Gli scienziati hanno rilasciato questo avvertimento lo scorso 30 gennaio a Monaco, sulla base della relazione stilata ad ottobre 2008 nel corso del secondo simposio internazionale sul tema The Ocean in a High-CO2 World.
Il professor Andrew Dickson, un chimico marino dello Scripps Institution of Oceanography, UC San Diego e la professoressa Victoria Fabry sono stati tra i primi firmatari della dichiarazione.

Quattromila industrie europee fuori dai parametri ambientali, non mancano le italiane

Dieci Paesi membri dell’Unione europea non sono riusciti a rispettare i parametri ambientali concordati e a rientrare nei ranghi, o almeno non lo hanno fatto fino ad oggi. Ciò significa che decine delle industrie presenti in queste nazioni osservano diversi criteri per smaltire i propri rifiuti e inquinano un po’ come gli pare le acque con i loro liquami tossici e l’aria con le emissioni tossiche di gas serra. Tutto questo senza alcun limite, o meglio con quote variabili da Paese a Paese che non tengono conto delle normative comuni previste dalla Commissione europea in materia di inquinamento.

Gli avvertimenti dell’Europa non hanno tardato ad arrivare. Ad essere richiamati all’ordine sono stati il Belgio, la Bulgaria, la Grecia, i Paesi Bassi, il Portogallo, La Slovenia, la Spagna, la Danimarca e l’Irlanda. Sono nove. Ne manca uno. Indovinate un po’? Potevamo mica mancare a questo ennesimo traguardo del demerito? L’Italia le note le prende tutte… abbiamo un registro nero, che più nero non si può. Cinque in condotta. Bocciati. Anche questa volta.

La Provincia di Modena compra un pezzo di Costarica (illegalmente)

Come si dice in Italia, fatta la legge, trovato l’inganno. Un’idea molto apprezzabile della Provincia di Modena si è trasformata in un tentativo di raggiro (non si sa quanto in buona fede) della legge, con conseguenti ammende ai poveri cittadini ignari di quello che stava accadendo.

Tutto è cominciato quando, due anni fa, i dirigenti della Provincia hanno deciso di iniziare delle azioni umanitarie in Costarica e Nicaragua, per tentare di salvare alcuni pezzi delle foreste tropicali. L’idea di base era duplice: acquistare pezzo per pezzo interi ettari di alberi per preservarli dalla distruzione, e nel contempo istruire la popolazione locale alla salvaguardia ambientale. Tutte opere lecite ed apprezzabili, fino a quando qualcuno ha deciso di rovinare tutto facendole comparire nei bilanci della Provincia nel tentativo di sfruttarle per ottenere “crediti ecologici” come prevede il Protocollo di Kyoto. In pratica l’opera di beneficenza si è tradotta in un’opera di sfruttamento. Ovviamente tutto è stato bloccato.

E la Siemens lancia gli incentivi per i manager in metrò…

Aziende ecosensibili, questo l’augurio del nuovo anno. Dopo la crisi economica che sembrava avesse bloccato ogni speranza di svolte ecologiche a livello industriale, molti cervelli si sono messi in moto per trovare soluzioni compatibili sia a risollevare i bilanci aziendali che a diminuire le emissioni di CO2. Stavolta è il portafoglio dei già ben retribuiti manager ad allargarsi se sceglieranno di rispettare l’ambiente, optando per i mezzi pubblici.

Niente poco di meno che il colosso tecnologico Siemens ha annunciato, infatti, un aumento in busta paga per i suoi dipendenti che abbandoneranno i mezzi altamente inquinanti, come Suv ed auto di grossa cilindrata, e si recheranno sul posto di lavoro utilizzando i servizi pubblici di cui usufruiscono già i comuni mortali, come metropolitana, treno, autobus.

Mal’aria industriale, Taranto in cima alle città più inquinate dalle fabbriche

C’è qualcosa nell’aria, è mal’aria. Recita così lo slogan di Legambiente per promuovere la campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento atmosferico causato dalla industrie, nell’ambito del consueto appuntamento annuale sulla qualità dell’aria nelle città italiane. Questa edizione si concentra proprio sui veleni prodotti dalla fabbriche, e non a caso il dossier Mal’aria è stato presentato ieri a Taranto, capoluogo pugliese che ospita lo stabilimento dell’Ilva, sotto accusa da anni per l’immane quantità di emissioni nocive non solo per l’atmosfera, ma soprattutto per la salute dei cittadini, che continuano ad ammalarsi di tumori e malattie respiratorie anche gravi.

In cima alla lista nera redatta dall’associazione ambientalista sui comuni più irrespirabili figura proprio Taranto. Pensate che lo stabilimento siderurgico dell’Ilva produce da solo il 92% della diossina totale e ben il 95% degli idrocarburi policiclici aromatici (Pcb9)

Google inquina, le ricerche pesano 7 grammi di CO2

Mea culpa. E colpa anche di milioni di persone in tutto il mondo. Cercare su internet informazioni, dati, notizie, inquina, ed è una fonte non indifferente di emissioni di gas serra. Il motore di ricerca più famoso al mondo è stato messo sotto accusa da una recente ricerca condotta dal fisico Alex Wissner-Gross, della Harvard University di Boston.

A quanto pare anche soltanto due semplici ricerche producono tante emissioni quanto quelle generate da un bollitore elettrico per il té per riscaldare l’acqua. Il che corrisponderebbe, secondo i calcoli dello scienziato americano, a 7 milligrammi di CO2. Se pensiamo a tutte le parole immesse nel motore di ricerca ogni giorno, già soltanto a persona, si arriva a una quantità di emissioni inestimabile.

Carbon tax, cap and trade e cap and trade ibrido, risollevare l’economia tagliando le emissioni

I principali “no” al taglio netto delle emissioni, sostenuti con grande convinzione tra gli altri dal nostro Paese, avevano come principale pretesto la grave crisi economica che sta interessando i mercati internazionali, mettendo a rischio la produzione industriale di numerosi Paesi, soprattutto in alcuni settori, come quello delle automobili. Costringere le industrie, già fortemente provate dall’emergenza finanziaria, ad adeguarsi a parametri più sostenibili, investendo in tecnologie pulite, è per alcuni governi un provvedimento impensabile. Ma è altresì impensabile rinunciare a porre un freno ai devastanti cambiamenti climatici, che hanno conseguenze a dir poco drammatiche, come tutti sappiamo.

Ecco perchè si pone l’esigenza di trovare soluzioni che riducano l’inquinamento, risollevando allo stesso tempo l’economia dei Paesi industrializzati. Alcuni economisti hanno presentato varie proposte per ridurre le emissioni di biossido di carbonio, tramite nuove licenze di inquinamento concesse dai governi, che regolamentino e limitino la produzione di CO2, vendute alle industrie ad un prezzo fisso, che eviti un incremento costante e sregolato del costo.

Rapporto German Watch, Italia arretra ancora nella lotta ai gas serra

Crescere è un verbo poco usato in Italia, quasi quanto investire. In compenso sappiamo bene come arretrare, siamo geni nel fare sempre peggio. E poco importa se obbediamo solo a logiche di un illusorio e temporaneo profitto, se l’ambiente è sempre più abbandonato a sè stesso, è sufficiente che l’economia giri, quella soltanto è rinnovabile.
Noi siamo quelli che pensano al nucleare, agli acquisti malgrado la crisi, all’ottimismo ad ogni costo, realizziamo l’irrealizzabile, non sentiamo affatto la recessione incombente.

E come una mamma perdona gli errori reiterari dei suoi figli, prima o poi, passata l’ora del tg, l’Italia dimentica tutti i posti di demerito che occupa nelle classifiche europee e mondiali, un po’ in tanti campi, e ritorna a sorridere indulgente verso sè stessa, vittima di un giustificazionismo che fa venire la nausea a chi ha ancora un po’ di cervello e lo usa per pensare, altro verbo caduto in disuso, nell’era del voglio tutto e subito.
Ebbene, la notizia da dimenticare in fretta questa volta riguarda la nostra ulteriore retrocessione nella lotta ai gas serra.