
Che la situazione ambientale in Cina fosse preoccupante non era un mistero per nessuno. Ma numeri così tragici proprio non ce li aspettavamo. Secondo un recente censimento voluto ed effettuato proprio dal Governo del Paese, quindi si tratta di dati ufficiali e non di congetture di qualche ambientalista, negli ultimi 3 anni la nazione più popolata del mondo avrebbe perso qualcosa come 27 mila corsi d’acqua. La parola “perso” non è detta a caso perché il suo significato è letterale: non si trovano più.
Sembra una previsione “alla Casaleggio”, ma purtroppo questa volta è stata presa molto sul serio dal mondo scientifico. Jorgen Randers, docente di strategia climatica alla BI Norwegian Business School, ha appena pubblicato un libro intitolato semplicemente “2052“. Quello, secondo le sue previsioni, sarà un po’ come la previsione dei Maya, ovvero l’anno in cui l’umanità entrerà in una sorta di crisi di risorse che ci costringerà a cambiare radicalmente le nostre politiche. Almeno se continuassimo ad agire come stiamo facendo oggi.
Immaginatevi nel piatto 29 kg di terra, innaffiati da 2,2 tonnellate di acqua, e per digestivo 4,1 litri di gasolio. Immaginate ora di consumare questo “pasto” ogni giorno. Decisamente abbondante, diciamo anche da indigestione. Eppure, anche senza saperlo, è quello che consumiamo tutti i giorni. E’ quanto deriva dal calcolo dello scienziato ambientale Julian Cribb, presentato in occasione della conferenza dell’Accademia australiana di scienze a Canberra, e che è anche sottostimato visto che calcola il consumo di tutte queste risorse diviso per 7 miliardi. Ciò significa che siccome molte popolazioni del Terzo Mondo consumano molto meno degli Occidentali, noi sprechiamo molto più di quelle quantità sopra indicate.
