Il chimico Matthew Johnson dell’Università di Copenaghen ha di recente presentato il suo nuovo metodo per depurare l’aria nelle industrie e combattere l’inquinamento atmosferico alla conferenza “First International Education Forum on Environment and Energy Science” tenutasi alle Hawaii. Ricreando in piccola scala processi naturali dell’atmosfera Johnson è riuscito a mettere a punto un metodo di depurazione dal potenziale rivoluzionario.
Mauritania, chi usa i sacchetti di plastica va in carcere
Duro giro di vite della Mauritania contro i sacchetti di plastica. Il Governo ha deciso di combattere l’inquinamento legato a questo materiale con il metodo coercitivo più stringente che ha
Lo avevamo predetto già mesi fa, quando erano stati annunciati nuovi lavori di trivellazione in Alaska. Ma non pensavamo sarebbe accaduto tanto presto. La Kulluk, una nave-trivella utilizzata per perforare le ricche profondità dell’oceano appena sotto il Polo Nord, si è incagliata tra i ghiacci di uno dei posti più inospitali del pianeta. E si è rischiato il peggio. 155 mila galloni di carburante, oltre 700 mila litri, si sono trovati in bilico tra la stiva della nave e l’acqua. Se una delle rocce in cui si è incagliata avesse perforato lo scafo, sarebbe potuto accadere uno dei peggiori disastri ambientali della storia.
Dopo essere stato criticato durante l’ultima campagna elettorale per avere mantenuto poche delle sue promesse in fatto di temi ambientali, a poche settimane dal suo insediamento per il secondo mandato elettorale, Barack Obama ha promesso che il tema del riscaldamento globale rientrerà tra le prime 3 priorità del suo ultimo quadriennio. Negli ultimi 3 anni, spiega il presidente, ha avuto le mani legate su questo tema in quanto il Senato a maggioranza Repubblicana lo ostacolava in ogni politica. Ora, dopo le elezioni, tutto sarà diverso.
Da mesi ormai non si fa altro che parlare di Ilva. Le dimensioni dell’industria, il fatturato miliardario, i posti di lavoro creati e la quantità di persone che ha ucciso o fatto ammalare hanno scosso le coscienze di tutti noi, tanto da diventare ormai uno dei temi principali della nostra attualità. Eppure, stando ad un recente
Ormai i 2 gradi di innalzamento delle temperature medie sono solo un’utopia. Secondo la maggior parte del mondo scientifico verosimilmente entro il 2050 la temperatura media globale dovrebbe attestarsi sui 3-4 gradi in più di quanto non fosse qualche decennio fa. Ma cosa questo significherà ancora non sono in molti a capirlo. Per questo la EEA (European Environment Agency) ha redatto un rapporto con le sue previsioni. Andiamo a vedere cosa dovrebbe accadere.
Stando agli scienziati dell’Australian National University, sarebbe morto l’albero più vecchio del mondo. Fosse morto solo lui, il problema sarebbe minimo. Ma in realtà insieme a lui moltissimi degli alberi secolari sembra stiano morendo tutti insieme in ogni angolo del pianeta. L’allarme, lanciato da tre dei principali esperti mondiali, racconta di una morìa di alberi di età compresa tra 100 e 300 anni.
Nel 2005 l’uragano Katrina distrusse la città di New Orleans e tutto ciò che si trovava nei pressi del delta del Mississipi. Tre anni più tardi, in un silenzio molto maggiore, il ciclone Nargis ha colpito la Birmania uccidento diecimila volte più persone e, a causa dell’esondazione del fiume Irrawaddy, distrusse diversi villaggi ed intere città. L’elenco è ancora lungo, e potrebbe allungarsi ancora di più. Tutto ciò per dire che oltre all’innalzamento del livello dei mari, il pericolo per l’immediato futuro potrebbe derivare dai delta dei fiumi.
A due anni e mezzo di distanza dalla catastrofe soprannominata Marea Nera, in cui la piattaforma petrolifera della BP disperse milioni di barili di petrolio in mare, arriva la conferma di un sospetto che venne a molti sin da allora: la soluzione è stata peggiore del problema. Ma facciamo un passo indietro. All’epoca per evitare quelle terribili immagini in cui
Anche se negli ultimi anni l’inquinamento mondiale è mediamente diminuito, ancora sono troppi i decessi che sono direttamente collegabili a questo fenomeno. Lo affermano gli esperti dell’NRDC che hanno redatto un rapporto disarmante: in tutto il mondo ogni anno muoiono 3,2 milioni di persone a causa dell’aria irrespirabile. Gli effetti più evidenti si hanno nelle città dove la fuliggine ed il particolato sono dei killer sempre più diffusi.
Abbiamo visto in passato come alcune delle principali compagnie di assicurazione del mondo abbiano già cominciato a fare i conti con il riscaldamento globale. Ora uno studio pubblicato su Science dimostra come queste stiano già facendo affari con un fenomeno che alcuni politici e scienziati continuano imperterriti a negare. Stando ai dati raccolti, pare che a causa dei cambiamenti climatici si perdano circa 50 miliardi di dollari all’anno. Una cifra più che raddoppiata rispetto al 1980, al netto dell’inflazione.
Se il commercio di avorio non si fermerà immediatamente, gli elefanti rischiano l’estinzione. A lanciare l’allarme è uno degli etologi più famosi a livello mondiale, probabilmente la più famosa, Jane Goodall. Secondo la scienziata infatti il fenomeno che ha visto decimare questi pachidermi negli ultimi anni, cacciati illegalmente per le loro preziose corna, potrebbe presto portarli alla definitiva estinzione.