Animali a rischio estinzione: elefanti dimezzati in 40 anni

di Redazione 1

Gli elefanti sono protetti nelle savane dell’Africa Centrale e Occidentale, ma, secondo una nuova ricerca, il loro numero è ancora diminuito del 50%, o forse anche di più, negli ultimi 40 anni. L’aspetto più allarmante della vicenda è che le popolazioni di questi pachidermi sono diventate estremamente frammentate, con alcuni gruppi ben al di sotto del limite di ciò che si pensa possa essere sostenibile, mettendo a rischio anche la possibilità di un recupero futuro.

In totale, i ricercatori stimano che la popolazione di elefanti ammonti a circa 7.750 esemplari in tutto il territorio Sudano-saheliano, una zona della savana che si estende in tutto il Continente appena sotto il deserto del Sahara. Questo numero, dicono, rappresenta un calo del 50% in soli 40 anni. Delle 23 popolazioni studiate, un numero allarmante aveva meno di 200 individui, il punto di riferimento per una comunità sostenibile di elefanti, sotto il quale è a rischio la sopravvivenza della specie.

Forse la cosa più allarmante è che l’indagine ha calcolato solo gli elefanti nelle aree protette. I conflitti civili e la caccia di frodo sono stati identificati come fattori chiave per il declino, ma le maggiori minacce, hanno detto i ricercatori, sono da attribuire a motivi ambientali, in particolare al calo delle precipitazioni e all’aumento della concorrenza con le altre specie per le risorse (terra e acqua), diventate sempre meno a causa dell’occupazione umana.

La perdita di elefanti nella regione avrebbe un impatto enorme su numerose altre specie perché questi animali hanno una funzione molto importante nell’habitat della savana. Gli elefanti, ad esempio, si occupano della creazione di nuove aree adatte per il pascolo, ed il loro calpestio serve per la distribuzione naturale dei semi. In natura tutto ha una funzione, ma quella degli elefanti ora rischia di sparire. Per preservare gli elefanti rimanenti, i ricercatori suggeriscono che debbano essere realizzati dei corridoi per la fauna selvatica, in modo da collegare i piccoli gruppi delle popolazioni frammentate e permettere loro di ingrandirsi e proliferare.

[Fonte: Treehugger]

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