Giappone, acqua radioattiva finirà in mare

di Redazione Commenta

Giappone: ultime notizie dall‘inferno nucleare, sempre più fuori controllo. Malgrado l’attenzione del mondo e dei media si sia affievolita, prosegue infatti, crescendo di settimana in settimana di livello fino ad avvicinarsi pericolosamente al sette di Chernobyl, l’emergenza atomica che ha messo in ginocchio la centrale di Fukushima a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami occorso l’undici marzo scorso.

Piani a dir poco pericolosi quelli della Tepco per gestire la crisi. La stessa azienda definisce una soluzione estrema quella di scaricare l’acqua radioattiva in mare a partire da domani.
Che effetti avrà sulla catena alimentare? I danni potrebbero essere immensi e anche l’idea di circoscrivere il braccio di mare che ospiterà i liquidi sporchi, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti.

Nell’Oceano Pacifico, fa sapere la Tepco, verrebbero riversate circa 15.000 tonnellate di acqua radioattiva. La soglia di concentrazione di radiazioni che supera questo carico tossico è allarmante, pari a 100 volte il limite consentito, ovvero tollerato per la salute, che è ben diverso da innocuo, attenzione! Per la compagnia il livello è basso, ma le dichiarazioni della Tepco, la fiducia nei vertici aziendali, è crollata da tempo. E i clamorosi errori nelle rilevazioni di livelli tossici nella carne dei giorni scorsi fanno apparire la società un dilettante allo sbaraglio.
Riguardo all’inquinamento radioattivo di proposito del mare come àncora di salvezza (paradossale!), la Tepco spiega che

Acqua radioattiva è stata accumulata presso l’edificio turbine a Fukushima Daiichi, specialmente al reattore 2. C’è bisogno di rilasciare l’acqua accumulata per poter accogliere l’acqua addizionale che si sta raccogliendo. Il rilascio volontario di acqua radioattiva rientra nel tentativo di accelerare i lavori per riportare la centrale sotto controllo. Lo scarico in mare, ad ogni modo, è un piano estremo.

Piano estremo confermato da Yukio Edano, portavoce del governo nipponico:

E’ l’unica opzione disponibile. Non abbiamo scelta. Il rilascio dell’acqua contaminata rappresenta una misura di sicurezza.

Il rilascio dell’acqua contaminata è una misura di sicurezza. Parole che fanno rabbrividire tanto risuonano di una inverosimilità poco rassicurante.

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