Il Governo taglia i pochi finanziamenti sulle rinnovabili

di Redazione 4

Ora è ufficiale, l’attuale Governo è il più antiambientalista che l’Italia abbia mai avuto nella sua breve storia repubblicana. Già il nostro Paese, per motivi endemici, è molto indietro, rispetto alle altre nazioni sviluppate, sul tema dell’ecologia, ma di questo non si può farne una colpa all’attuale Governo.

Quello che invece il Premier Berlusconi e i suoi soci hanno sulla coscienza è il ritorno indietro sui pochi provvedimenti in favore dell’ambiente che erano stati presi, e che sono stati ora cancellati o ostacolati, in maniera tale che l’Italia rimanga ancorata sempre all’ultimo posto in Europa per i provvedimenti ambientali. Ma per capire cosa è successo bisogna fare un passo indietro e tornare a circa un anno fa, quando c’era ancora il Governo Prodi.

Uno dei pochi provvedimenti in favore dell’ambiente, presi dal Ministro Bersani, fu di attuare sgravi fiscali del 55% per tutti coloro che installavano a casa propria un impianto ad energia rinnovabile o facevano modifiche strutturali alla propria abitazione per il risparmio energetico, come ad esempio installare i doppi infissi per non permettere la dispersione del calore. Adesso anche quell’unico tentativo di mettere l’Italia al passo con gli altri Paesi europei verrà cancellato dal disegno di legge proposto dall’attuale maggioranza, che ostacola, e di molto, i cittadini che vogliono puntare sulle rinnovabili. In pratica ora per accedere agli sgravi fiscali si prevede che i dati riguardanti questo genere di lavori vengano inviati, solo in via telematica, all’Agenzia delle Entrate, la quale, prendendo in esame ogni singola richiesta, deve comunicare entro 30 giorni la sua fattibilità, e permettere la detrazione. Se, passati questi 30 giorni, non c’è stata alcuna risposta, la domanda si ritiene “non accettata”, e quindi non si avrà alcun aiuto statale. E considerando la velocità della burocrazia italiana, sfidiamo l’Agenzia delle Entrate ad approvare anche una sola richiesta delle migliaia che arriveranno. La risposta a tutti gli scettici la dà Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente:

“Non si comprende la ragione per la quale si è deciso di cambiare un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette elettriche e termiche grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica. A meno di voler proprio limitare il ricorso a questo tipo di incentivi”.

Tra l’altro il risparmio per le casse dello Stato sarebbe, a quanto riferisce il Kyoto Club (il circolo che riunisce tutti gli industriali italiani che hanno aderito al Protocollo di Kyoto), davvero minimo, ragione in più per evitare questa figuraccia. Nel momento in cui in Spagna si finanziano gli impianti per le rinnovabili, in Germania si legifera per obbligare tutte le nuove costruzioni ad installare i pannelli solari, ancora una volta il Governo italiano ha perso l’occasione di dare un aiuto concreto alle famiglie, ed in maniera indiretta anche all’economia.

Commenti (4)

  1. E secondo il calcolatore del Kyoto Club quanto ci costa ad oggi questa mancanza di politiche ed azioni pro ambiente? 1.384.322.292 euro. Un decimo di questi soldi avrebbero potuti essere spesi in modo migliore…

  2. ancora una volta mi vergogno quasi di essere italiano, di avere un governo come quello che abbiamo, e non voglio solo dare la colpa a loro, ma a tutto il sistema italiano, basato su profitti egoistici e poca importanza al prossimo/ambiente.
    ringrazio mamma di essere italosvizzero…almeno posso sentirmi un po straniero…

  3. eh, si Gabriele, sei fortunato!!! La civilissima svizzera, così vicini, così lontani… comunque, a mio avviso, è una questione di lingua italiana, il governo non capisce il significato delle parole, in particolare della parola investimento… uno investe e poi ha un guadagno nel tempo… in Italia con investimento inevce intendono profitto immediato… se qualcosa non rende subito, come le politiche ambientali, allora non va bene per l’economia…

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