Impianti fotovoltaici: conosciamone il ciclo di vita

di Redazione Commenta

Un impianto fotovoltaico non è concepito e costruito per durare in eterno, ma è caratterizzato da un ciclo di vita che ne prevede anche la fine. Il ciclo inizia con la sua progettazione, prosegue con la sua installazione, continua con la sua manutenzione e, infine, si conclude con il suo smaltimento. Quando si è in procinto di comprare un impianto di questo tipo, pertanto, è bene essere consapevoli del fatto che esso dovrà essere sottoposto a periodici controlli e che, inoltre, dovrà subire un trattamento specifico a fine vita. Ciò vale anche per le soluzioni di più alta qualità, come per esempio gli impianti fotovoltaici di Kennew.

impianti fotovoltaici

La longevità di un impianto

Non tutti i moduli, peraltro, sono uguali tra loro dal punto di vista della longevità. In linea generale l’aspettativa di vita oscilla tra i 25 e i 30 anni, ma sono molte le variabili che devono essere prese in considerazione. Vale la pena di tener presente che quasi tutti i produttori mettono a disposizione una garanzia sulle prestazioni, o addirittura sul prodotto, pari a 25 anni (ai tempi delle tariffe incentivanti, non a caso, i contratti in genere duravano 20 anni). Ciò non toglie che vi siano impianti che sono in grado di offrire performance più che soddisfacenti anche a 30 anni di distanza dal momento in cui hanno iniziato ad essere operativi.

La cura nell’installazione

Oltre alla qualità dei materiali singoli, è importante anche il modo in cui i vari materiali vengono combinati gli uni con gli altri. L’armonia tra le diverse componenti è molto importante, e la si può notare anche al momento dell’installazione. Come dire: non ha senso comprare i pannelli più efficienti e più costosi se poi la loro posa in opera e la loro messa in funzione non avvengono a regola d’arte, perché ciò vuol dire mettere a repentaglio la loro durata. I pannelli dovrebbero essere stoccati, e poi trasportati, in modo da prevenire il rischio di micro fratture. Prima di procedere con l’installazione, poi, sarebbe opportuno controllare tutti i moduli, così da identificare eventuali difetti.

Naturalmente è essenziale maneggiare i pannelli con la massima attenzione e con estrema cura, così da non correre il rischio di compromettere il backsheet. La stessa cautela è richiesta per i vari collegamenti elettrici e per il cablaggio dell’impianto, da attuare nel rispetto dei migliori standard di sicurezza. Dovrebbero essere evitati gli ombreggiamenti: in caso contrario i diodi dei pannelli sarebbero messi a dura prova. Infine, in fase di installazione è molto importante rispettare l’inclinazione dei moduli e il loro fissaggio, sia per trarre vantaggio dal punto di vista della resistenza meccanica, sia per usufruire di un’auto pulizia ottimale.

La manutenzione

In altri termini, è legittimo attendersi un’operatività funzionale per non meno di due decenni, anche se tale aspetto non può essere considerato scontato. C’è bisogno, infatti, di una manutenzione dei pannelli fotovoltaici accurata e costante per avere la certezza di una longevità simile. Come si può facilmente intuire, la qualità dei componenti è un fattore decisivo da questo punto di vista: per un approccio sul lungo periodo non se ne può proprio fare a meno. Il vetro, che è uno dei materiali utilizzati per la produzione dei pannelli, non è certo indistruttibile, e anzi rischia di rompersi nel momento in cui viene esposto a un certo carico meccanico. Con il passare del tempo, poi, anche il rivestimento frontale rischia di degradarsi.

La cornice di alluminio, a sua volta, non è eterna, a maggior ragione se non è stata progettata in modo appropriato: in questo caso, infatti, si potrebbero verificare delle rotture dovute al congelamento in seguito ad una forte nevicata. Micro rotture potrebbero coinvolgere anche le celle.


I fattori esterni

Il ciclo di vita di un impianto fotovoltaico è destinato ad accorciarsi o ad allungarsi per effetto di una lunga serie di fattori, tra i quali non possono non essere considerate le condizioni esterne. Un tasso di umidità molto elevato, tipico delle regioni più calde, è in grado di alterare le performance dei moduli, ma questo è solo uno dei tanti esempi che possono essere proposti per illustrare in che modo le condizioni climatiche possano condizionare la longevità dei prodotti. Le prestazioni sono destinate ad andare incontro a una flessione con il passare del tempo, ed è inevitabile che ciò si verifichi.

Lo stress termico ha un ruolo fondamentale in tal senso, e lo stesso vale per le molteplici sollecitazioni meccaniche da cui i componenti dei moduli fotovoltaici finiscono per essere influenzati. Si calcola che il tasso di degradazione delle tecnologie moderne non superi il punto percentuale all’anno. Come si è detto, però, occorre provvedere a una manutenzione regolare, che non può prescindere dall’impiego di un sistema di monitoraggio dell’impianto.

Lo smaltimento

Una volta concluso il ciclo di vita, non va assolutamente trascurato lo smaltimento dei pannelli, regolato dall’articolo 40 del d. lgs. n. 49 del 2014: essi sono considerati RAEE, ovvero Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche al pari, per esempio, di un televisore o un frigorifero, ma a differenza di questi devono essere consegnati a ditte specializzate. Per questo non è possibile portarli direttamente in discarica ma è necessario rivolgersi a personale certificato che sia abilitato al ritiro e allo smaltimento. In un mondo sempre più inquinato il principale obiettivo è il recupero dei materiali riciclabili che compongono i pannelli fotovoltaici.

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