Marea nera, i rischi per la salute

di Redazione 1

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Mentre aspettiamo una stima più precisa dei danni ambientali, economici e gli impatti sulla fauna selvatica dalla fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, c’è un sacco di confusione su cosa questo significhi per la salute delle persone che vivono e lavorano nella regione. Ma può essere interessato anche chi vuol recarsi lì per turismo, incurante del pericolo.

Per questo motivo il sito Treehugger racchiude le domande più comuni per cercare di fare un po’ di chiarezza e confutare alcune leggende metropolitane. Punto primo, cercar di capire cosa c’è di realmente pericoloso per la salute nel petrolio fuoriuscito. Il petrolio contiene un mix di sostanze chimiche. Gli ingredienti principali sono vari idrocarburi, alcuni dei quali possono causare il cancro (per esempio gli IPA o idrocarburi policiclici aromatici); altri idrocarburi i quali possono causare irritazioni della pelle e delle vie aeree. Ci sono anche alcuni idrocarburi volatili chiamati VOC (composti organici volatili) che possono causare tumori e danni riproduttivi e neurologici. Ma il petrolio contiene anche tracce di metalli pesanti come mercurio, arsenico e piombo.

I VOC e alcuni degli altri idrocarburi possono essere inalati, causando problemi ai polmoni e altri effetti sulla salute. Il contatto con la pelle provoca irritazioni e arrossamenti. Se non vi toccherà direttamente però, potrebbe farlo indirettamente in quanto contaminerà pesci e crostacei, causando rischi per la salute dal consumo di questi alimenti che possono persistere per anni.

L’inalazione dei vapori del petrolio o di particelle di aerosol (trasportati dalle ondate di vento), può provocare mal di testa, vertigini, nausea, vomito, irritazione degli occhi e della gola, e difficoltà respiratorie. Le persone che soffrono d’asma o altre malattie polmonari potrebbero avere un riacutizzarsi dei problemi a cui sono abituati, anche in maniera più grave a seconda dell’esposizione. Inalare alte dosi di questi composti può causare una polmonite chimica conosciuta come “polmonite da idrocarburi“, che può richiedere cure ospedaliere. Il contatto diretto con la pelle può invece causare vari tipi di eruzioni cutanee, tra cui l’irritazione cutanea generalizzata, o una condizione nota come “follicolite” che ostruisce i pori della pelle.

Purtroppo anche la soluzione che si è trovata per evitare che il petrolio raggiunga la costa è dannosa per la salute. Bruciare tutto quel materiale rilascia particolato, che è dannoso per i polmoni. Le persone con malattie cardiache, polmonari o gli anziani saranno costretti a restare al chiuso in una stanza con aria condizionata, e a sostituire il filtro del condizionatore d’aria per assicurarsi che sia massimamente efficace.

Stessa cosa con i disperdenti, quei composti chimici che servono per diluire il petrolio nell’oceano. Essi sono meno volatili, ma possono entrare ugualmente nell’aria. Perciò è davvero critica la situazione per gli operatori e volontari che dovranno ripulire il disastro, visto che dovranno indossare dispositivi di protezione molto avanzati. Con il tempo i disperdenti raggiungeranno la riva, probabilmente saranno altamente diluiti e non costituiranno una minaccia per le comunità, ma questo è qualcosa che non si può sapere finché non avverrà. E tutto questo in nome del Dio petrolio.

Fonte: [Treehugger]

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