C’è qualcosa nell’aria, è mal’aria. Recita così lo slogan di Legambiente per promuovere la campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento atmosferico causato dalla industrie, nell’ambito del consueto appuntamento annuale sulla qualità dell’aria nelle città italiane. Questa edizione si concentra proprio sui veleni prodotti dalla fabbriche, e non a caso il dossier Mal’aria è stato presentato ieri a Taranto, capoluogo pugliese che ospita lo stabilimento dell’Ilva, sotto accusa da anni per l’immane quantità di emissioni nocive non solo per l’atmosfera, ma soprattutto per la salute dei cittadini, che continuano ad ammalarsi di tumori e malattie respiratorie anche gravi.
In cima alla lista nera redatta dall’associazione ambientalista sui comuni più irrespirabili figura proprio Taranto. Pensate che lo stabilimento siderurgico dell’Ilva produce da solo il 92% della diossina totale e ben il 95% degli idrocarburi policiclici aromatici (Pcb9)
Il problema degli appartamenti moderni, soprattutto nelle affollatissime metropoli, è lo spazio. Soprattutto per chi vive in affitto e sa bene come anche solo una stanza in più faccia lievitare il prezzo della
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