Ecomondo, il congresso di Rimini per industriarsi correttamente

Torniamo a parlare di rifiuti, in particolar modo di risposte concrete per arginare il problema, seguendo le proposte avanzate dai partecipanti al congresso Ecomondo, che ha aperto i battenti il 5 novembre a Rimini e che proseguirà i suoi lavori fino a domani, 8 novembre. Significativo lo slogan scelto anche dal sito www.ecomondo.com per pubblicizzare la manifestazione: Industriarsi correttamente.
Ed è proprio delle strategie per far fronte alla crisi ambientale e all’annoso problema dell’immondizia e dei suoi possibili reimpieghi che discutono gli esperti riuniti alla dodicesima rassegna internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile.

Interessanti le nuove idee presentate nel corso della conferenza. Ad attirare l’attenzione, sono soprattutto alcuni innovativi ed originali progetti che potrebbero rivoluzionare l’approccio al trattamento dei rifiuti negli spazi urbani. La prima è il naso anti-amianto, un naso elettronico in grado di individuare il pericoloso minerale e di eliminarlo.

Lavare i pannelli fotovoltaici con il Solar Wash della OCS Energy

Abbiamo parlato molte volte dei pannelli solari, della loro installazione, delle loro potenzialità e dei loro costi. Oggi ci occupiamo di un altro aspetto molto importante ma spesso sottovalutato e trascurato: la pulizia dei pannelli fotovoltaici. Come tutti i dispositivi collocati all’aperto, i pannelli sono esposti a tutta una serie di rifiuti, come insetti morti, foglie, muschi e resine, che ne sporcano la superfice a cui contribuiscono anche gli agenti atmosferici tra cui il vento, la pioggia e la neve. Tutto questo accumulo di sporcizia influisce negativamente sulle prestazioni dei pannelli solari, diminuendone sensibilmente l’efficacia. Gli impianti fotovoltaici, infatti, subiscono lungo il loro ciclo di vita, un calo delle prestazioni con perdite di energia prodotta dal 5 al 25% e molto spesso queste perdite sono causate dalla sporcizia che si accumula sui pannelli.

Inventato lo spray solare

Alle volte le invenzioni migliori avvengono per caso. La storia che vi stiamo per raccontare proviene dagli Stati Uniti, terra natale di tante invenzioni ecologiche, sempre prolifica nel campo delle tecnologie, e purtroppo sempre molto più avanti della nostra vecchia Europa.

Xiaomei Jiang, ricercatrice dell’Università della Florida, insieme alle sue colleghe cercavano un modo per dare potenza ai sensori dei loro microscopi che potessero rilevare tossine o sostanze chimiche pericolose, che le aiutassero a scoprire queste sostanze in punti infinitesimamente piccoli.

La rivoluzione del sole inizia dai kibbutz israeliani

Ricavare il 20, il 40% del fabbisogno totale di energia dalla luce solare. Questo il sogno di Israele che sta per avviare una vera e propria rivoluzione del sole, potenziando enormemente il settore delle rinnovabili al fine di rendersi semi-indipendente dal petrolio, risorsa difficile da ottenere per gli israeliani, che non godono certo dell’amicizia dei governi dei Paesi confinanti, ricchissimi detentori di oro nero.

Motivazione sufficiente a dare una bella spinta verso fonti di energia pulita e lo slancio necessario per lanciarsi in una grandiosa impresa: quella di ricavare energia trasformando il deserto del Negev, una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d’Israele, nel sud di Arava, in una mega centrale solare.

Da un fungo della Patagonia arriva il mico-diesel

Al fine di scongiurare il rischio di un’eventuale crisi globale dovuta alla scarsità di petrolio e per tutelare la salute del nostro Pianeta, cresce sempre di più l’attenzione alle fonti di energie alternative, con particolare riguardo alle nuove generazioni di carburanti. L’ultima scoperta in merito arriva dall’America dove un gruppo di scienziati della Montana State University (MSU) ha individuato un particolare fungo capace di produrre delle sostanze chimiche simili al tradizionale combustibile diesel. Si chiama Gliocladium roseum ed è un piccolo micete che cresce nella foresta pluviale della Patagonia, dove è stato scoperto.

Come cambia il mondo dell’ecologia con Obama Presidente

Passati i festeggiamenti, è l’ora di mettersi al lavoro per il Presidente degli Stati Uniti, colui le cui scelte peseranno sul futuro del mondo almeno per i prossimi 4 anni, l’ex senatore, oggi primo Presidente afroamericano, Barack Obama.

Una buona fetta della campagna elettorale del candidato Democratico, oltre che su altri tipi di problemi, era incentrata proprio sull’ambientalismo, e noi speriamo che questa non sia stata una scelta per convincere i giovani a votarlo, ma che poi le sue promesse siano effettivamente mantenute. Ma andiamo a vedere quali sono questi suoi propositi.

Crollata l’industria del biologico, la Crisi Economica colpisce anche l’ecologia

La Borsa cade, l’Economia traballa, e purtroppo a risentirne è anche il mondo ecologico. Il mercato del cibo biologico che negli ultimi anni cresceva a doppia cifra si è improvvisamente arrestato. Il portafoglio è più leggero, e forse si preferisce diminuire la qualità a tavola per spendere di meno.

Quando i tempi si fanno duri, i consumatori potrebbero essere meno interessati al tipo di alimentazione che segue la mucca che hanno servito per cena, o se le carote sono state coltivate senza concimi chimici, l’importante è che queste siano costate poco.

Rinnovabili in crisi se il prezzo del petrolio scende

Lo abbiamo visto salire alle stelle nei mesi scorsi, suscitando preoccupazioni, crisi, lamentele da parte degli automobilisti. E ora calare di nuovo di prezzo, facendo tirare un sospiro di sollievo agli acquirenti. Si parla del petrolio, l’oro nero più conteso, dibattuto, criticato, rilanciato sul mercato.
Può essere definito un po’ il carburante per eccellenza del mondo, muove la Terra intera, le attività dell’uomo, i trasporti.

Eppure, per un momento, pochi, troppo pochi, giorni ci era parso possibile persino pensare di vivere senza, di farne a meno, di poter usare la bicicletta, i mezzi di trasporto pubblico, il carsharing, tutto pur di evitare un dispendioso e tanto temuto pieno.

Charcoal & Chalk, abiti maschili emissioni zero

Abbiamo spesso segnalato le iniziative a favore dell’ambiente lanciate da numerosi marchi e case di moda, al fine di ridurre l’impatto sulla Natura e le emissioni nell’intero processo di produzione di indumenti e accessori.
Dai materiali ecologici all’utilizzo di risorse rinnovabili al riciclaggio, la moda in oggi sembra coincidere con le ultime tendenze green. Oggi torniamo a parlare di eco-moda, rivolgendoci soprattutto agli uomini d’affari, ai manager e a chiunque per motivi professionali è vincolato ad indossare giacca e cravatta per recarsi al lavoro. E’ stato infatti ideato il primo abito maschile ad emissioni zero, l’ideale per chi vuole essere elegante e al tempo stesso contribuire a non inquinare la Terra.

Il merito di questa new entry nel campo della moda green è del designer britannico Austen Pickles, della Charcoal & Chalk.
Alla base della realizzazione di questi completi maschili il meccanismo della compensazione ambientale. Le emissioni prodotte durante il processo di fabbricazione e lavorazione dei materiali vengono infatti quantificate e “pareggiate” piantando alberi e fornendo aiuti economici per la preservazione degli habitat naturali e delle riserve protette.

Il diavolo della Tasmania rischia di finire…all’inferno

Sono diventati famosi grazie ad un cartone animato degli anni ’90. Il nome scientifico è Sarcophilus harrisii, ma è meglio conosciuto come diavolo orsino o meglio ancora “Diavolo della Tasmania“. Questo bellissimo animaletto australiano, rischia di far estinguere non solo la sua specie, ma tutto il suo genere, dato che rimane il suo unico rappresentante.

L’allarme lo sta lanciando uno zoologo australiano, Jeremy Austin, che sta studiando un modo per evitare questa tragedia, che secondo le previsioni potrebbe avvenire nei prossimi 20 anni. Ebbene, questo marsupiale, già scomparso dalla gran parte dell’Australia a causa della deforestazione, si è rintanato proprio nell’area che gli ha dato il nome, la Tasmania, da cui adesso rischia di essere sfrattato, e stavolta per sempre.

Approvata dal Consiglio europeo la nuova direttiva quadro sui rifiuti

Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi“. E’ questa la definizione di rifiuto che da’ il testo della nuova direttiva quadro sui rifiuti approvata, nella versione finale, il 20 ottobre scorso dal Consiglio Europeo. La direttiva, che abroga la 2006/12/Ce sui rifiuti, la 91/689/Cee sui rifiuti pericolosi e la 75/439/Cee sull’eliminazione degli oli usati, contiene tutta una serie di misure sulla gestione dei rifiuti a tutela dell’ambiente e della salute umana. Il testo della direttiva definisce, innanzitutto, alcuni concetti basilari come quelli di rifiuto, smaltimento e recupero.

WWF: L’uomo sta distruggendo il mondo

Nel Living Planet Report 2008, presentato oggi dal WWF, si apprende una verità sconcertante: per far spazio all’uomo, stiamo distruggendo la natura. I dati portati dall’associazione sono sconcertanti: negli ultimi 35 anni la popolazione umana è quasi raddoppiata, quella animale è diminuita di un terzo e le foreste tropicali si sono dimezzate.

E’ questa la denuncia di un sistema che non funziona, e che gli uomini hanno fatto troppo spesso finta di non sapere. O di non voler vedere. Osservando 1686 specie diverse di animali, il WWF ha rilevato che la perdita dal 1970 ad oggi è stata di circa il 28% di biodiversità, mentre l’indice delle zone tropicali vede un ribasso del 51%, un’enormità.