Energia pulita, in arrivo il pannello solare “fai da te”

di Redazione Commenta

La costante richiesta di energia, in particolar modo durante queste settimane di freddo intenso, sta mettendo in moto meccanismi di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili molto interessanti e curiose. Una di queste, tra le più accreditate, arriva da uno studio compiuto nell’autorevole Massachusetts Institute of Technology di Boston dal ricercatore Andreas Mershin. La ricerca, pubblicata su Scientific Report, descrive nei dettagli come produrre energia elettrica da un pannello solare costruito in casa usando erba, scarti di lavorazione agricola e ogni tipologia di membrana che attua la fotosintesi clorofilliana.

Il processo descritto sembra semplice, anche se a metterlo in pratica i ricercatori del Mit di Boston hanno impiegato otto anni. Il medoto di produzione di energia da fonte rinnovabile sfrutta il fotosistema 1, ossia l’insieme di molecole che catturano la luce e i raggi solari nelle piante. Esso, una volta separato attraverso delle membrane, può essere stabilizzato con ossidi di titanio e zinco e utilizzato su una qualsiasi superficie per produrre elettricità, come l’erba e gli scarti agricoli appunto, che fungono da pannello solare. Come spiega Mershin

Lo stabilizzatore può essere impacchettato in un sacco. In pochi anni si potrà prendere il sacco, riempirlo d’erba, mescolare e piazzare il contenuto sul tetto senza bisogno di altre azioni particolari.

Per rendere stabile il mix di ossidi e le molecole cattura raggi del sole, non occorrono molte apparecchiature. Rassicurano gli studiosi che un qualunque laboratorio di una scuola superiore potrebbe creare questo sistema fotovoltaico “fai da te”.  Mancano ancora alcune cosa da mettere a punto prima che il sistema possa essere adottato in tutto il Pianeta, per il momento

La ricerca è a disposizione dei laboratori di tutto il mondo per i miglioramenti che mancano: basta un aumento di dieci volte dell’efficienza per rendere il tutto economicamente conveniente, perché i prezzi delle materie prime necessarie sono molto bassi.

Dopo, il prototipo potrà essere esportato nei villaggi africani o nei Paesi del Terzo Mondo e usato per produrre elettricità laddove non vi è corrente elettrica.

[Fonte: Ansa]

[Photo Credit | Thinkstock]

 

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