Rifiuti, bombe a Napoli e roghi a Palermo

di Redazione 4

I 10 giorni promessi da Berlusconi sono finiti, e la situazione è peggiorata. Nella giornata di ieri 3 bombe a mano sono state trovate nascoste tra i rifiuti di Napoli. Per fortuna sono state disinnescate, evitando una strage che era in programma per questa notte. L’intento era chiaro, creare quanto più caos possibile (come se già non ce ne fosse) perché allo scontento dei cittadini si mescolano sempre le “teste calde”.

Cava Vitiello è momentaneamente bloccata, cava Sari è limitata, e Napoli e provincia sono sommerse da migliaia di tonnellate di rifiuti. Per tentare di risolvere la situazione, il Governo ha dato pieni poteri al presidente della Regione, Stefano Caldoro, il quale ha immediatamente deciso la cancellazione delle discariche di Terzigno, Andretta e Serre, ed avviato nuovi progetti per gli inceneritori (probabilmente uno a Salerno ed uno a Napoli). Fino ad allora però i rifiuti dovranno essere trasportati altrove. Il problema è  proprio questo: dove?

Una piccola parte verrà inviata in Spagna, un’altra probabilmente in Germania, con costi esorbitanti per le casse della Regione, mentre la soluzione più a basso costo, e cioè l’invio dei rifiuti nelle Regioni del Nord, ed in particolare in Veneto, non viene accolta molto bene dalla popolazione settentrionale, nonostante sia prevista dalla legge. Il problema è che, anche accelerando con tutti i mezzi possibili la costruzione degli inceneritori, per poterli rendere funzionanti ci vorranno dai due ai tre anni, e dunque una soluzione va trovata per l’immediato. Soluzione che per ora sembra un’utopia.

Ma il problema non riguarda solo Napoli. A Palermo la questione rifiuti torna a farsi viva come la polvere nascosta sotto il tappeto: si trova una soluzione temporanea, ma prima o poi bisognerà fare i conti con tonnellate di rifiuti difficili da gestire. Nella notte, nel quartiere Bonagia, alcuni cassonetti e cumuli di rifiuti sono stati dati alle fiamme dai cittadini, stanchi di vedere cumuli di spazzatura agli angoli delle strade, dato che l’azienda comunale Amia non riesce a smaltirli tutti. Il rischio di una Napoli2 c’è tutto, ed anzi, forse in Sicilia lo stanno già vivendo.

Commenti (4)

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