Il riscaldamento globale non ci preoccupa? Colpa dei media

di Redazione Commenta

“I media hanno la responsabilità di mettere a fuoco il problema della scienza e dell’ambiente e francamente sono gli unici competenti a farlo”, ha dichiarato l’analista ricercatore sul clima e sulla politica Stephen Schneider, nel valutare lo stato attuale di copertura dei media a livello mondiale sul riscaldamento globale e le questioni connesse.

Schneider, in una relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, chiede che i media si occupino maggiormente del riscaldamento globale, che si discuta di questo e di altre questioni:

La scienza non è politica. Non è possibile ottenere solo due opposti punti di vista e pensare di aver lavorato diligentemente. Esistono molteplici punti di vista, ed ognuno gode di relativa credibilità, ma il problema è che il giornalista delle volte non capisce cosa è credibile e cosa non lo è. Il problema è che solo la CNN ha formato una squadra di giornalisti scientifici preparati sulla materia. Perché le testate non formano redazioni per l’ambiente così come le hanno sull’economia o sullo sport? Perché non inviano i loro giornalisti ai grandi avvenimenti sul clima così come coprono il Superbowl?

Sono bastate queste poche righe per far capire come mai il problema dell’ambiente spesso preoccupa soltanto poche persone, magari che si informano esclusivamente sulla rete o partecipano in prima persona alle verie manifestazioni. Giustamente, se in ogni telegiornale, purtroppo non solo negli States, ma anche in Italia, si dedicano solo 5 secondi a questo genere di notizie, o poche righe sui quotidiani nazionali, è ovvio che la gente comune metta questa problematica in secondo piano.

Schneider però ce l’ha anche con gli scienziati stessi. Molto spesso le loro spiegazioni sono vaghe, molto tecniche, e difficilmente si trova qualcuno che le “traduca” nel linguaggio quotidiano. Così le alternative che rimangono alla gente comune sono due: imparare bene l’argomento andando a leggere articoli specialistici, o ignorare il problema. Purtroppo, almeno in Italia, molto spesso si sceglie la seconda opzione. Molti potrebbero obiettare, “ma perché dovrebbe interessarci?”

La risposta è molto semplice. Vi ricordate l’ondata di caldo del 2003, in cui morirono decine di migliaia di persone in tutto il mondo? Questo è solo uno degli effetti del riscaldamento globale. Per non parlare dell’uragano Katrina. Gli uragani sono sempre esistiti, ma la devastante forza di questo che ha colpito gli Stati Uniti poco tempo fa è dovuta ad un cambiamento climatico che lo ha rafforzato sempre di più. Conclude la sua invettiva Schneider:

Questi eventi drammaticamente accadranno sempre più spesso rispetto al passato a causa del riscaldamento del pianeta. I governi nazionali devono consultare i leader locali in entrambi i settori pubblico e privato, per capire politicamente i metodi più efficaci in termini di costi e soluzioni per contribuire a far fronte al riscaldamento globale.

E, aggiungiamo noi, il primo passo da fare è informarli, perché per come stanno adesso le cose, la non-informazione provoca una discesa fino all’ultimo posto del problema climatico nell’agenda politica.

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