In tema di mobilità sostenibili il settore dell’automobile percorre da tempo due binari principali. Da un lato ci sono le auto elettriche pure che utilizzano un motore elettrico e sono alimentate da blocchi di batterie ricaricabili. Dall’altro ci sono i veicoli ibridi dove un motore elettrico ed uno termico coesistono integrandosi a vicenda. Esiste però anche una terza via rappresentata dai veicoli Fuel Cell che ha avuto uno sviluppo più lento ma porta con se un notevole potenziale. Proprio in questo settore Nissan ha presentato un nuovo progetto particolarmente innovativo nelle scelte tecniche ed allo stesso tempo molto competitivo sul fronte dei costi.
bioetanolo
Biodiesel, Eni Diesel + riduce consumi ed emissioni
Da alcuni giorni l’italiana Eni ha iniziato la commercializzazione di un nuovo carburante denominato Eni Diesel + e caratterizzato dal 15% di componente rinnovabile. Questo prodotto ha ridestato anche in Italia l’attenzione attorno ai biocarburanti grazie ad una serie di innovazioni che hanno permesso di aumentare la componente biologica rispetto al biodiesel tradizionale senza ereditarne le limitazioni tecniche.
USA, Romney e la politica a tutto petrolio
Un mare di petrolio e bioetanolo. Sarà questo quello che inonderà l’America se nelle prossime elezioni per la Presidenza vincerà il Repubblicano Mitt Romney. Ieri il candidato che sfiderà Obama ha presentato il suo Energy Plan. Un piano fuori dalla realtà che sembra tanto un vagheggiamento di qualche dittatore di un Paese mediorientale. Detta in parole povere, con lui al Governo l’America tornerà indietro di almeno vent’anni. Ma vediamo cosa ha intenzione di combinare.
Etanolo (alcool etilico)
Etanolo
Il combustibile etanolo è l’alcool etilico dello stesso tipo che si trova nelle bevande alcoliche. Esso viene utilizzato come carburante per l’autotrazione, soprattutto come additivo per la benzina e, proveniendo da materie prime biologiche, è chiamato biocarburante. La produzione mondiale di etanolo per carburanti da trasporto è triplicata tra il 2000 e il 2007 da 17 miliardi a più di 52 miliardi di litri. Nel 2009, a livello mondiale, la produzione di combustibile etanolo ha raggiunto i 73,9 miliardi di litri.
I due Paesi che più di tutti gli altri utilizzano l’etanolo sono Brasile e Stati Uniti, i quali insieme costituiscono l’86% del consumo totale (dati anno 2009). Questa sostanza viene mescolata alla benzina normale. Negli Stati Uniti la maggior parte dei casi prevede che l’etanolo sia il 10% della composizione totale della benzina, in Brasile è addirittura diventata una miscela obbligatoria, e dal 2007 la legge stabilisce che un pieno dev’essere composto dal 25% di etanolo e dal 75% di benzina.
Bioetanolo in crescita, Italia 11a per produzione in Europa
L’industria dei combustibili puliti in Europa continua a crescere, e seppure rispetto al passato l’incremento di produzione sia diminuito leggermente, il segno positivo per il nono anno consecutivo (dati 2009) è più che incoraggiante.
Secondo i dati di eBio (European bioethanol fuel association), attualmente in Europa si producono 3,7 miliardi di bioetanolo, di cui un terzo (1,25 miliardi) solo in Francia. Stilando una sorta di classifica dei Paesi produttori però, scopriamo che l’Italia è molto indietro, dato che si trova all’undicesimo posto su 17 Paesi superata, oltre che dalla Francia, anche da Germania, Spagna, Austria, Svezia, Polonia, Ungheria, Belgio, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Green Economy e biotecnologie, in arrivo cosmetici, contenitori per alimenti e combustibili ecologici
Di nuovo una notizia interessante e decisamente Green: dopo le riciclelle, le patate ottenute dal compostaggio dei rifiuti domestici, arrivano anche i cosmetici ecologici, ricavati dai residui degli scarti agricoli.
Dai residui alimentari è possibile anche produrre contenitori per alimenti, o combustibili, occorre solo aver voglia di investire nelle biotecnologie e nella Green Economy, come fa da parecchi anni la regione Emilia Romagna.
Grasshol, il biocarburante che proviene dall’erba
Riconosciuta ormai in tutto il mondo la pericolosità di affidare ai biocarburanti attuali il futuro del trasporto su automobili, in molte parti del mondo si stanno cercando metodi per evitare che queste colture influiscano fortemente su quelle che producono cibo.
Fino ad ora accadeva infatti che le colture di mais, ma non solo, finivano con l’abbandonare l’industria alimentare per confluire in quella della produzione di bioetanolo, molto più remunerativa. Questo ovviamente incideva sulla salute di migliaia di persone che da un giorno all’altro si ritrovavano senza cibo. Ma i metodi per aggirare l’ostacolo ce ne sono tanti, ed uno arriva dal Galles. Si chiamerà Grasshol, e sarà un biocarburante che proviene dall’erba, nulla di commestibile quindi.
Dubbi sul bioetanolo, forse è più pericoloso del petrolio
La produzione di bioetanolo può utilizzare fino a tre volte in più l’acqua di quanto precedentemente si potesse pensare. A lanciare l’allarme è un nuovo studio che ha constatato che, se questi dati fossero confermati, potrebbe scoppiare la “bolla dei biocarburanti“.
Secondo lo studio pubblicato nel dettaglio il 15 aprile scorso sulla rivista Environmental Science & Technology, un gallone (quasi 4 litri) di etanolo può richiedere fino a più di 2100 galloni (8000 litri) di acqua dalla fattoria alla pompa della benzina, a seconda della prassi d’irrigazione nella coltivazione del mais. Ma l’uso dell’acqua non è così elevato in tutto il mondo: una dozzina di Stati del Corn Belt consumano meno di 100 galloni di acqua per ogni gallone di etanolo, il che li rende più adatti per la produzione di etanolo. Secondo gli autori:
I risultati evidenziano la necessità di prendere in considerazione specificità regionali in sede di attuazione dei mandati per i biocarburanti.
Il bioetanolo di solito è fatto da fonti vegetali come il granoturco o l’erba, è spesso trattato come una combustione pulita alternativa alla benzina o ad altri combustibili fossili, che rilasciano notevoli quantità di anidride carbonica e altri inquinanti.
Perché le energie rinnovabili dovrebbero farci uscire dalla recessione?
Il Nikkei Business Publications ha recentemente annunciato i risultati di un sondaggio condotto in Giappone effettuato su 1.300 ingegneri del settore manifatturiero, l’attuale leader, se così si può definire, della recessione globale. Essi sono stati invitati a rispondere a difficile domande circa l’impatto della recessione e le misure per farvi fronte.
Sorprendentemente (non tanto per noi ma per la classe dirigente odierna) uno schiacciante numero, la maggioranza di essi, pensa che le celle solari, elettriche, a combustibile, i veicoli ibridi e l’energia eolica potrebbero fornire le scoperte di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi. I risultati hanno mostrato una forte fiducia degli ingegneri di progettazione e di fabbricazione del Giappone della solida infrastruttura industriale e tecnologica di alto livello, la Nikkei:
La chiave per rompere l’andamento della recessione è lo sviluppo di celle solari, veicoli elettrici, e settore agricolo/alimentare, in ordine decrescente.
Il futuro dei biocarburanti sono i microbi
I microbi potrebbero essere la risposta alla crisi energetica globale. Attraverso la fermentazione della biomassa per la produzione di biocarburanti, questi offrono una possibile soluzione rispettosa del clima per la prevista carenza di approvvigionamento di combustibili fossili. Una revisione del professor Arnold Demain della Drew University del New Jersey, su come i microbi potrebbero essere utilizzati per “guarire” dalla crisi energetica è stata appena pubblicata online sullo Springer’s Journal, rivista scientifica che si occupa di Microbiologia e Biotecnologie Industriali.
Secondo il professor Demain, l’economia basata sul petrolio degli Stati Uniti si sta avvicinando alla fine del suo ciclo di vita. Le riserve di petrolio a livello mondiale e le nuove (piccole) scoperte di petrolio nuovo non saranno sufficienti a soddisfare la domanda annua di tutto il mondo, specialmente ora che molti grandi potenze ne stanno richiedendo sempre di più. È pertanto essenziale, per anticipare ed evitare le carenze di approvvigionamento in futuro, fornire l’accesso alle nuove bioenergie alternative per il mercato.
Bioetanolo, possibile impiego di noccioli di olive
Per evitare i rincari dei beni di prima necessità come zucchero, pasta e pane dovuti alla destinazione di molte aree agricole alla coltura di materie prime per bioetanolo, gli scienziati si stanno sforzando di trovare nuove fonti energetiche che possano fungere da biomassa, senza compromettere gli equilibri dell’agricoltura mondiale e senza aumentare il fenomeno della deforestazione per far posto alle biocolture.
A questo proposito si stanno rivalutando ad esempio vegetali come le alghe, materiali di scarto di processi industriali, rifiuti organici provenienti dai residui dei consumi domestici. Tra le altre possibilità, sembra prendere campo quella di utilizzare i noccioli di oliva, che solitamente finiscono nella pattumeria, per produrre biocarburante.
In Giappone il bioetanolo si ricava dai campi da golf
Il bioetanolo, alcol prodotto tradizionalmente da mais e canna da zucchero, potrebbe presto essere ricavato dall’erba dei campi da golf. E’ il metodo studiato da ricercatori giapponesi per sopperire alla
In arrivo un carburante per le vetture ottenuto dai rifiuti

All’Italia il primato nella classifica delle auto più inquinanti
