WWF, allarme sulla cementificazione delle coste italiane, ecco i dati

wwf cementificazione coste italianeArriva un nuovo dossier del WWF intitolato “Cemento coast to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”, che fa il punto sulla cementificazione costiera nel nostro paese. I risultati dell’indagine sono allarmanti: il 10 per cento delle coste risulta trasformato dall’urbanizzazione, con percentuali particolarmente pesanti in Sicilia e in Sardegna. E dall’associazione giunge contestualmente un appello per una moratoria che possa fermare le nuove costruzioni lungo coste e litorali.

Coste italiane mangiate dal cemento, trasformate per il 55%

costaArriva il nuovo dossier Legambiente “Salviamo le coste italiane” e i dati sono a dir poco inquietanti. Le coste italiane risultano sempre più mangiate e trasfigurate dal cemento: il 55% del campione analizzato risulta trasformato dall’urbanizzazione.

Dune pugliesi a rischio, il WWF lancia l’allarme

Il WWF lancia l’allarme per la situazione delle dune pugliesi, a grave rischio a causa di un insieme di fattori, dalla rimozione per far spazio ai parcheggi ai rifiuti, passando per lo spianamento deliberato da parte dei gestori di lidi, che per fronteggiare l’erosione delle spiagge si procurano nuovi metri quadrati spianando le dune.

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Acque di balneazione Italia, 224,3 km interdetti perché inquinati

rapporto annuale coste italiane

Il 24 giugno il ministro Fazio ha reso pubblico il rapporto annuale sulle acque di balneazione del nostro Paese. La costa balneabile supera i 4.969 Km, e dunque 9,1 Km in meno rispetto all’anno 2009.
Altro dato emerso è che 224,3 Km di costa sono interdetti alla balneazione perché inquinati.  Il rapporto 2010, tuttavia, evidenzia un leggero miglioramento della salute delle nostre coste, rispetto all’anno 1993.

Come si legge nel rapporto annuale, consultabile sul sito del Ministero della Salute, l’Italia si posiziona al primo posto in Europa per quantità di spiagge, con ben 4.921 siti di balneazione, contro i 13.741 totali degli stati europei. Rappresenta dunque il 35,8% delle coste balneabili, dopo Francia con 2.005 siti di balneazione, Spagna con 1.910 e Grecia con 1.273.

Scoperto rarissimo corallo nero a rischio estinzione nello Stretto di Messina

scilla

Un’importantissima scoperta è stata effettuata al largo delle coste italiane. Peccato però che per venirlo a sapere bisogna consultare una fonte internazionale, visto che stranamente dalle nostre parti non se ne sente minimamente parlare.

Alcuni ricercatori hanno reso noto ieri di aver trovato una delle più grandi foreste di raro corallo nero nelle acque dell’Italia meridionale, nonché una specie di corallo mai studiata prima nel suo habitat naturale. Gli scienziati hanno detto di utilizzare un sommergibile telecomandato per filmare la foresta di coralli il cui nome scientifico è Antipathes subpinnata, in un’area delle dimensioni di due campi da calcio, sommersi a una profondità di 50-100 metri tra la Calabria e la Sicilia.

I funzionari del Ministero dell’Ambiente hanno dichiarato di non voler rivelare il luogo esatto della scoperta, per paura che cacciatori di tesori potessero saccheggiare il raro corallo, utilizzato per fare gioielli. Spiega Silvestro Greco, capo dell’Agenzia per l’ambiente in Calabria:

Il corallo che abbiamo trovato ha un grande valore, soprattutto a causa della sua rarità. Se qualcuno senza scrupoli venisse a sapere esattamente dove si trova, credo che ci sarebbero dei rischi. Ecco perché non abbiamo rivelato dove sono.

Mare monstrum: la costa italiana deturpata dal cemento

Di ecomostri sorti sulle coste italiane ne abbiamo visti sorgere e crollare molti, alcuni hanno resistito alle denunce di abusivismo e sono ancora lì, a deturpare il paesaggio.
Uno tra i più invidiati e tra i più belli al mondo, che andrebbe tutelato e salvaguardato come risorsa non solo naturale ma anche economica, dal momento che alimenta l’industria del turismo, in special modo al Sud, dove è un settore fondamentale dell’economia locale.

Nonostante ciò i 7.400 chilometri di costa italiana sono infangati da fogne e abbruttiti da costruzioni abusive.
E’ quanto si legge nel dossier Mare Monstrum di Legambiente, che rende già nel titolo l’idea del processo di degradazione fisica dei nostri litorali.