
La quantità crescente di inquinamento acustico di origine umana nell’oceano potrebbe portare lontano dai propri habitat i pesci, trascinandoli così verso una morte certa, avverte una nuova ricerca effettuata da un team inglese che ha studiato la Grande Barriera Corallina. Dopo essersi sviluppati per settimane in mare, i pesci tropicali nati da poco contano sui rumori naturali per trovare la barriera corallina dove possono sopravvivere e prosperare. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che l’esposizione al rumore artificiale rende i pesci “confusi”, tanto da venir attratti dai suoni sbagliati.
In precedenti ricerche, il dottor Steve Simpson, Primo Ricercatore presso l’Università di Bristol School of Biological Sciences ha scoperto che i pesci appena nati usano i suoni emessi dagli altri pesci, gamberi e ricci di mare, come punto di riferimento per trovare le barriere coralline. Con l’inquinamento acustico umano dalle navi, impianti eolici e la proliferazione petrolifera in aumento, vengono messi in pericolo.