Oggi dedichiamo una gallery ai 10 animali marini più colorati, spettacolari, divertenti e buffi dei fondali marini di tutto il mondo: dal pesce azzurro del mar mediterraneo ai pesciolini colorati della barriera corallina, scopriamo un po’ di fotografie di animali marini, magari ne incontriamo qualcuno durante un bel bagno al mare!
pesci
L’inquinamento deprime i pesci
Stiamo ammazzando i nostri mari. Non è più soltanto un modo di dire ma purtroppo è la realtà. Sì perché oltre a pescare troppo e ad inquinare, stiamo facendo impazzire i pesci. Una forma di inquinamento più subdolo e meno evidente, quello da farmaci, ha degli effetti evidenti sui pesci. Ad esempio nei fiumi che passano nelle grandi città, dove abitualmente si consumano grandi quantità di farmaci antidepressivi come ad esempio il Prozac, una gran quantità di pesci mostra un comportamento ansioso, antisociale, e delle volte persino omicida.
Ambiente marino e informazioni sui pesci con la nuova Applifish gratis per iPhone
Volete conoscere quali sono i pesci in via d’estinzione? Volete sapere dove è stato pescato il pesce venduto nel mercato rionale vicino casa? A queste ed altre domande sull’ambiente marino e sulle specie ittiche che lo popolano risponde la nuova applicazione per iPhone gratis, Applifish.
Clima e pesca intensiva alterano pesci e biodiversità marina
Da uno studio effettuato in Australia è stato dimostrato che i cambiamenti climatici e la pesca intensiva, commerciale con reti a strascico, stanno alterando la biodiversità marina con particolari effetti sui pesci. Da una generazione all’altra i pesci divengono sempre più piccoli e perciò più vulnerabaili ai predatori. Forse la selezione naturale sta preservando dalle reti dei pescatori i pesci più piccoli che riescono a fuggire, ma in questo modo non può proteggerli dai pesci predatori.
Animali buffi (gallery)
La gallery di oggi è dedicata agli animali più buffi e strani della natura. Animali che non tutti conoscono e che incuriosiscono grandi e piccini per le loro forme e per le loro caratteristiche. Parleremo dunque dell’ornitorinco, del pesce palla, del pesce martello, ma anche dell’opossum e dello scorfano.
Acque interne, con il caldo proliferano le alghe e muoiono i pesci
L’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni ha reso noto che a causa del gran caldo si stanno registrando morie di pesci nelle acque interne. Le alte temperature favoriscono la proliferazione delle alghe, ciò causa anossia e di conseguenza forti morie di pesci nelle acque interne. I Consorzi Bonifiche annunciano di star tentando di aiutare le popolazioni ittiche con nuova acqua e riossigenando, ove possibile, le acque interne. Ma la forte siccità rende il tutto molto difficile.
Inquinamento nel Mar Adriatico, a rischio i pesci
L’impatto dell’inquinamento sugli ecosistemi fa sentire la sua morsa in numerose aree del Pianeta con particolare veemenza ed effetti devastanti. Ci sono poi territori e acque particolarmente sensibili alle condizioni ambientali degradate e compromesse dalle attività dell’uomo, dalla sua impronta a dir poco pesante. Una di queste è senza dubbio il Mar Adriatico, un mare definito delicato sotto questo punto di vista dagli esperti che monitorizzano l’andamento della situazione alla ricerca di soluzioni adeguate a dare respiro a quello che è un bacino con un ricambio d’acqua limitato. Gli inquinanti stanno mettendo a rischio la fauna e la flora ittica, intossicate dalle sostanze nocive presenti in alte concentrazioni nell’acqua.
Pesca: area quasi morta, rinata grazie alla riserva naturale
Abbiamo già visto in passato come gli sforzi per la conservazione delle specie in via d’estinzione avessero funzionato per i grandi mammiferi. Ma poche prove erano a nostra disposizione per affermare che lo stesso si poteva dire anche per i pesci. Almeno fino a ieri, quando dalla California è arrivata una notizia eccezionale: un’area che stava per essere definita “morta” in quanto gli stock ittici erano quasi del tutto scomparsi, si è ripopolata grazie ad una riserva marina. E non un ripopolamento di pochi esemplari, ma del 460% superiore a com’era nel 1999, quando è stata istituita la zona protetta.
Inquinamento acustico in mare, stop alle barche
Dopo lo stop della pesca nel Mediterraneo arriva un altro divieto per salvare il mare nostrum: lo stop all’inquinamento acustico provocato dai rumori delle barche. L’allarme arriva da una ricercatrice del Cnr, Giuseppina Buscanino, che ha riscontrato in alcune specie marine un forte stress che induce i pesci a cambiare le loro abitudini comportamental
Monitorando il comportamento dei tonni in relazione al passaggio delle barche abbiamo individuato il rumore come una possibile causa del cambiamento delle rotte di questa specie. Ad esempio, nel tempo si è registrata una riduzione dei passaggi su una delle rotte secolari dei tonni, quella tra Favignana e Levanzo.
Petrolio nel piatto in Basilicata ma i cittadini non lo sanno
Oggi sapere cosa mangiamo è davvero difficile: tra pesticidi, prodotti di dubbia provenienza e mozzarelle multicolor, nel nostro piatto, e anche nel bicchiere, vedi livelli troppo alti di arsenico, finisce davvero di tutto. A casa possiamo controllare cosa entra in dispensa, privilegiando scelte consapevoli come l’acquisto di prodotti a filiera corta, frutta e verdura di stagione, optando per prodotti biologici e controllando bene l’etichetta. Ma in vacanza, cosa finisce nel nostro piatto? Il pesce, ad esempio, che compriamo nei luoghi di villeggiatura cosa contiene? Non ci sono buone notizie su questo fronte per il pescato nella Val d’Agri, in Basilicata, che poi, guarda un po’ le coincidenze a volte, è l’area in cui è localizzato il centro oli Eni di Viggiano.
Stop alla pesca nell’Adriatico, da oggi fino al 30 settembre
Da oggi la pesca nel mar Adriatico è bloccata per i prossimi due mesi, come previsto dalla finanziaria. Il motivo lo spiega Coldiretti Impresa Pesca, sostenitrice del provvedimento governativo dopo un annata di crisi per il pescato in Italia, calato negli ultimi sei mesi del 50%
Per permettere il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate e salvare le marinerie tricolori dal collasso per le reti sempre più vuote.
Il blocco della pesca nell’Adriatico sarà in vigore fino al 30 settembre, poi il fermo scatterà nello Ionio e nel Tirreno, fino al 29 ottobre.
Pesce: da domani nell’Adriatico non si pesca più
Comincia a farsi sentire la politica dopo svariati appelli provenienti da diversi team di scienziati che notavano come gli stock ittici del Mediterraneo fossero a rischio. Così, appena prima di andare in vacanza, il Parlamento ha varato un provvedimento per il blocco temporaneo delle attività di pesca nei nostri mari. Si inizierà domani 1 agosto e fino al 30 settembre nel mar Adriatico, da Trieste al Sud della Puglia, per poi proseguire dal 1 al 29 ottobre nello Ionio e nel Tirreno.
Animali a rischio estinzione, negli oceani la situazione è disperata
L’International Programme on the State of the Ocean (Ipso) ha appena ultimato la sua ricerca, e prima di pubblicarla (la presentazione avverrà presso il palazzo dell’Onu tra pochi giorni), ha voluto rilasciare un’anticipazione a tutti i media internazionali. Lo studio, che si è concentrato sullo stato delle specie marine, in particolare negli oceani, ha rilevato che la situazione è peggiore di quanto era stato previsto negli ultimi anni. Nell’intervista, rilasciata alla BBC ma che ha immediatamente fatto il giro del mondo, Alex Rogers, coordinatore dei ricercatori, ha definito i risultati “traumatici”.
Riscaldamento globale: pesci sotto stress rischiano di far fallire i pescatori
I pesci hanno molto di cui preoccuparsi in questi giorni, tra fuoriuscite di petrolio, isole galleggianti grandi quanto la Francia composte da detriti di plastica, e la pesca eccessiva. Ma secondo le ultime ricerche, l’aumento delle temperature oceaniche sta causando loro la maggior parte di stress. I biologi che studiano un pesce particolarmente longevo nel Mare di Tasman hanno scoperto che, con il costante riscaldamento delle acque causato dai cambiamenti climatici, il suo ciclo di crescita viene messo in pericolo. Purtroppo questa non è l’unica specie di pesce a rischio.
I primi dati ambientali dal Mar di Tasman risalgono all’inizio degli anni ’40, e da allora i ricercatori hanno misurato un aumento di 2 gradi Celsius della temperatura della superficie, uno tra gli aumenti più significativi della storia. Con l’incremento delle temperature degli oceani, i biologi spiegano che ad esempio i pesci a sangue freddo possono in generale far fronte al cambiamento, aumentando di dimensione. Ma purtroppo questo mutamento cambia alcune abitudini definite vitali per la specie, ma anche per chi vive di pesca.