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Riscaldamento globale: disastri con meno di 2 gradi di aumento delle temperature

L’obiettivo che i rappresentanti di tutto il mondo da anni stanno conseguendo è di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dell’innalzamento dei 2 gradi centigradi nella media dell’atmosfera. Se non si dovesse raggiungere quest’obiettivo, spiegano scienziati di tutto il mondo, potrebbero accadere una serie di disastri anche peggiori di quelli che stiamo vivendo negli ultimi tempi in tutto il pianeta. Secondo un gruppo di ricercatori della NASA, forse i disastri potrebbero avvenire anche ben prima dei 2 gradi.

Riscaldamento globale: quanto è colpa dell’uomo?

Che il riscaldamento globale ci sia, questo è ormai fuor di dubbio. Le stagioni che ormai non corrispondono più a quelle che conoscevamo prima, lunghi periodi di siccità intervallati da pochi giorni di alluvioni, desertificazione e temperature sempre più estreme sono solo le prime avvisaglie dei cambiamenti in atto, tanto che quasi più nessuno si permette di mettere in dubbio il fenomeno. Da qualche anno però il dibattito si sta spostando verso un nuovo capitolo: fatto salvo che il riscaldamento globale esiste, di chi è la colpa?

Il riscaldamento globale modificherà la metà degli ecosistemi entro il 2100

In meno di un secolo almeno metà delle piante e gli ecosistemi (come foreste, tundra, ecc.) di tutto il mondo verrà modificata a causa del riscaldamento globale. Non lo afferma un ambientalista con una fervida fantasia, ma un’indagine della NASA con il supporto dei dati satellitari e di modelli computerizzati. In particolare ad effettuare la ricerca sono stati il Jet Propulsion Laboratory ed il California Institute of Technology di Pasadena, in California, che hanno studiato come possono cambiare le varietà vegetali terrestri in uno scenario con crescenti livelli di gas serra prodotti dall’uomo.

Scioglimento ghiacciai: Alpi -26% di ghiaccio negli ultimi 40 anni

Ancora dubbi sul riscaldamento globale? Vi consigliamo di fare un bel giretto sulle Alpi. A parte il disagio della mancanza di neve che sta mandando in tilt le strutture alberghiere ed ha già creato non pochi problemi ai Mondiali di Sci che fanno tappa anche in Italia, ma in ogni caso bastano alcune rilevazioni scientifiche per accertare che i ghiacciai sono sempre più merce rara. Quarant’anni fa sulle Alpi francesi c’erano 375 chilometri quadrati di ghiacciai, oggi circa 275, una perdita del 26% che, purtroppo, non riguarda solo il versante francese.

Riscaldamento globale: le donne pagano il prezzo più alto

Quando si dice che siamo tutti sulla stessa barca, si sta dicendo solo una parte della verità. Secondo i dati UNEP pare che a pagare di più il riscaldamento globale siano le donne. In particolare quelle che vivono nelle regioni di montagna dei Paesi in via di sviluppo a causa delle conseguenze dell’innalzamento delle temperature che hanno effetti più evidenti rispetto a ciò che avviene nelle nostre città.

Congresso di Durban: le maggiori potenze rinviano la decisione e l’Africa ne paga le conseguenze

Non è un caso che il meeting sui cambiamenti climatici si tenga a Durban, in Sudafrica. Il Continente africano infatti è quello più colpito dagli effetti del riscaldamento globale, nonostante sia anche quello meno responsabile di tale cambiamento. Sarà che forse le conseguenze sul proprio territorio non sono ancora ben visibili, ma l’impressione negli ambienti del congresso è che i Paesi maggiormente industrializzati siano tentati di rinviare ogni decisione. Come peraltro hanno sempre fatto, ma stavolta è anche peggio.

Congresso di Durban: si va verso il fallimento di un Kyoto-2

L’obiettivo principale del congresso di Durban era quello di estendere il Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012, a quanti più Paesi possibile, e portarlo fino al 2020, magari con obiettivi un po’ più audaci. Ma se già il primo Protocollo è stato un semi-fallimento, questo che convenzionalmente è stato soprannominato Kyoto-2 è destinato a nascere già morto.

WWF: per combattere il riscaldamento globale basta bloccare la deforestazione

Il WWF è stata la prima associazione ambientalista a prendere la parola al congresso di Durban, in Sudafrica, per proporre una soluzione al problema del riscaldamento globale. Ricordiamo infatti che nel cosiddetto COP17 i vari Paesi del mondo tenteranno di trovare un accordo sulle misure da adottare per mantenere le temperature dell’atmosfera sotto controllo, con un incremento che non superi i due gradi centigradi.

New York sommersa entro 10 anni, l’allarme dei climatologi

Basterà una normale tempesta per sommergere quasi l’intera Manhattan entro 10 anni. E’ questo il risultato a cui sono giunti i climatologi della Cornell University che hanno appena presentato i risultati del loro studio, durato due anni, che prende in considerazione gli effetti del riscaldamento globale. Per dirla in breve le scene a cui abbiamo assistito la scorsa estate di Times Square deserta a causa dell’uragano che l’ha attraversata, potrebbero diventare molto più comuni.

Siccità nel Mediterraneo: in parte è colpa dell’uomo

Se sul fenomeno della siccità un po’ tutti gli scienziati del mondo sono d’accordo, pare non lo siano quando ci sono da assegnare le “colpe”. Siccità e riscaldamento globale vanno a braccetto, e per questo si tende a spiegare entrambe allo stesso modo. Così chi afferma che per colpa dell’uomo c’è il riscaldamento globale dirà che la colpa è nostra anche per la siccità, e chi invece non ci ritiene responsabili afferma che la siccità è un fenomeno naturale. Gli scienziati del NOAA, uno dei più autorevoli centri di ricerca mondiale, si schierano nel primo gruppo.

Riscaldamento globale, Haiti il Paese più a rischio, e l’Italia?

Sono tanti i Paesi che, più di altri, stanno pagando il prezzo dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Tra isole che scompaiono, arcipelaghi a rischio come le Maldive, aree sempre più minacciate dalla siccità e della desertificazione, altre invece sommerse dall’acqua ed esposte a fenomeni meteorologici sempre più estremi. Ma quali sono i Paesi più a rischio in ordine di esposizione ai danni causati dall’aumento delle temperature e dall’innalzamento dei livelli del mare? Ce lo svela un recente rapporto denominato Climate Change Vulnerability Index, stilato dal centro studi Maplecroft. A quanto pare il Paese più a rischio è Haiti mentre quello meno interessato dai cambiamenti climatici è l’Islanda. E l’Italia che posto occupa in questa classifica?