Goletta Verde: i risultati finali

di Redazione Commenta

E’ giunto al termine il viaggio di Goletta Verde, la barca di Legambiente che monitora le zone balneari italiane. Con risultati da luci e ombre, e che ancora una volta confermano quanto il cemento selvaggio e l’inquinamento in molte zone d’Italia la facciano da padrona. Le Regioni che hanno ottenuto i migliori risultati sono state Sardegna, Puglia e Toscana, le peggiori Calabria, Campania e Sicilia. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i risultati.

Dopo 55 giorni di navigazione, i volontari di Legambiente hanno contato 146 punti critici lungo i settemila chilometri di costa nostrana, la maggior parte dei quali riguardano le foci dei fiumi. Pare infatti che i Comuni italiani stiano molto attenti alle aree turistiche marine che sono ben fornite di sistemi di depurazione, in modo che gli ospiti possano fare il bagno in tranquillità, mentre i Comuni dell’entroterra, responsabili dell’inquinamento dei fiumi, si occupino molto meno del problema, dato che dei 146 punti critici, 112 riguardano le foci.

Peggio di tutti fa la Calabria dove addirittura il 60% (più di uno su due) dei cittadini scaricano in mare, attraverso i fiumi, i propri reflui, mentre nel trittico delle Regioni peggiori troviamo 134 dei 168 Comuni medio-grandi di tutto il Paese che non hanno nemmeno un depuratore. Da questo punto di vista diametralmente opposta è la situazione di Puglia e Sardegna, con appena 8 e 6 punti critici contro i 20 della Calabria e i 19 della Campania.

Altri problemi sono le trivellazioni e la cementificazione. Le regioni peggiori sono sempre le solite tre, con la Sicilia che fa registrare addirittura 682 costruzioni fuori legge, le quali insieme fanno registrare il 53% dell’illegalità nazionale legata al cemento. Ma i cittadini del Nord non pensino di essere esenti da questo problema visto che diverse infrazioni sono state rilevate anche in Veneto, Friuli ed Emilia Romagna. Le trivellazioni invece sono un problema che, se già presente in passato, ora rischia persino di peggiorare, con le 25 autorizzazioni rilasciate al 31 maggio scorso, che dovrebbero interessare un’area di mare grande quanto la Campania. Con tutti i rischi che conosciamo, vedendo le varie maree nere che si stanno susseguendo negli ultimi anni. Peraltro trivellazioni inutili visto che, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, il petrolio presente nei fondali marini italiani è talmente poco che si esaurirebbe in due mesi.

E dopo questa scorpacciata di brutte notizie, guardiamo anche i risultati positivi della ricerca. Le cosiddette “Regioni Blu”, quelle che ottengono il punteggio massimo, le 5 vele, sono Sardegna, Puglia e Toscana, con la regione sarda unica a migliorare persino il risultato dello scorso anno. Non che siano esenti da problemi, ma i loro progressi devono servire da esempio per gli altri.

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