Zanzara tigre, I’m watching you: insetti spiati dal satellite in Trentino

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La zanzara tigre spiata dal satellite per raccogliere informazioni sui posti che frequenta, un quando, dove e come sbirciato dall’alto e atto a creare una mappa che illustri la diffusione e la concentrazione dei punzecchianti insetti. Lei, la conosciamo tutti, è l’incubo delle nostre notti, originaria del Sud-Est asiatico, segni particolari: sempre più invasiva e fastidiosa anche in Italia. Loro sono i ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, autori di uno studio pubblicato sull’autorevole rivista di divulgazione scientifica PLoS ONE. Markus Neteler, David Roiz, Cristina Castellani, Annapaola Rizzoli e Daniele Arnoldi, firme della ricerca, hanno messo a punto una metodologia di analisi in grado di utilizzare i dati raccolti dal satellite per localizzare le aree più idonee ad ospitare l’insetto e correre ai ripari.

Si tratta di impiegare le informazioni prelevate dal monitoraggio della temperatura del suolo effettuato dai satelliti per scovare le zone del territorio più ospitali per la tigre. Nello specifico, la metodologia di analisi all’avanguardia, che ha elaborato, pensate un po’, ben 11 mila dati, per mappare le zone più a rischio, è stata impiegata prendendo a riferimento il Trentino Alto Adige.

Dai risultati raccolti ed utilizzati per la mappa, si evince che l’habitat più favorevole all’insediamento delle zanzare in questa regione è quello della Valle dell’Adige, della Valle dei Laghi, l’area limitrofa al lago d’Idro e la Valsugana meridionale.
Gli autori, afferenti al Centro ricerca e innovazione, spiegano che il metodo da loro messo a punto ed applicato alla zanzara tigre, si potrà utilizzare anche per altri insetti particolarmente dannosi per l’uomo, ad esempio le zecche:

Basta conoscere i parametri climatici che ne regolano le esigenze ecologiche, spiegano i ricercatori.

Sull’utilità della mappa l’équipe di ricerca illustra:

Potrà fungere da supporto per le azioni gestionali di monitoraggio, controllo e prevenzione della specie attuate delle amministrazioni locali. Sapere in anticipo quali sono le zone più a rischio può costituire un grosso vantaggio per coloro che si devono preoccupare di contenere l’avanzata di questo insetto.

Lo studio completo è accessibile gratuitamente su PLoS ONE e qui in pdf.

[Fonte: Istituto Agrario di San Michele all’Adige]

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