Ambiente, bosco umbro: risorsa da tutelare e valorizzare

di Redazione Commenta

Uno degli appuntamenti della Fiera delle Utopie concrete, in corso dal 20 al 22 ottobre a Città di Castello (Perugia), è la conferenza sul Bosco umbro, risorsa da tutelare e valorizzare. La discussione si mostra molto interessante perché oltre a descrivere la situazione attuale del patrimonio boschivo umbro e del Centro Italia, pone quesiti e dà soluzioni concrete per migliorare e valorizzare, appunto, la risorsa verde dell’Umbria. La conferenza, promossa da Alleanza per il Clima Italia, Alleanza per il Clima delle città europee con i popoli indigeni delle foreste pluviali, si svolgerà venerdì 21 ottobre nella Sala degli specchi di Palazzo Bufalini, a Città di Castello.
Nell’anno Internazione delle Foreste la conferenza sul bosco umbro in occasione della Fiera delle Utopie concrete, non poteva mancare. Il territorio bochivo dell’Umbria, come spiega l’assessore regionale Cecchini, è una delle principali risorse della Regione occupando oltre il 44% del territorio e

ruolo fondamentale per la salvaguardia e lo sviluppo socioeconomico dei territori montani. Cosa che in Umbria stiamo facendo con politiche di tutela ambientale coniugate con le esigenze della popolazione, e con un’organizzazione ben rodata sul fronte della lotta agli incendi boschivi, insieme a Vigili del Fuoco e Corpo Forestale, grazie alla quale negli ultimi dieci anni la nostra regione, se si fa il confronto tra le regioni del Centro Sud, è quella dove è più bassa l’incidenza di incendi rispetto alla superficie boscata.

Un approccio innovativo e senza dubbio concreto verrà affrontato da Davide Pettenella, del Dipartimento Territori e Sistemi Agroforestali dell’Università degli Studi di Padova, prendendo in esame “Le nuove sfide per il settore forestale. Mercato, energia, ambiente e politiche”.

L’Italia non sa di essere un paese forestale, o se ne ricorda solo d’estate quando scoppia l’allarme incendi. Non si considera il fatto che negli ultimi 50 anni la superficie boschiva è raddoppiata: una consapevolezza che dovrebbe avere prima di tutto proprio la Pubblica Amministrazione.

Come aggiunge lo studioso, non si deve solo tutelare

ma anche valorizzare economicamente questa risorsa, promuovendo il suo utilizzo non solo per la produzione di legno e biomasse, ma anche per i prodotti forestali non legnosi, come funghi e tartufi, che sono molto importanti nell’economia del Centro Itala.

Si potrebbe cominciare con il miglioramento dei servizi pubblici per la fruizione delle aree boschive e con il potenziamento dei servizi ambientali per l’aria, l’acqua e il paesaggio. Tra gli altri interventi al dibattito, si segnala quello di Giuseppe Blasi, direttore del Ministero delle Politiche agricole, che enuncerà le strategie politiche forestali per gli anni 2014-2020 nel quadro delle nuove linee del regolamento dello sviluppo rurale; e quello di Raoul Romano dell’Osservatorio Foreste INEA, “Possibilità e limiti degli accordi volontari per la compensazione della CO2.

[Fonti e foto: Utopie concrete]

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