Biotecnologie, in futuro in tavola carne geneticamente modificata

di Redazione 2

mucche geneticamente modificateStando alle stime di alcuni studiosi, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone entro il 2030, il che rappresenterà una delle sfide più importanti per l’agricoltura che dovrà fornire cibo sufficiente per soddisfare la domanda, secondo quanto sostiene Rod Hill, uno scienzato della University of Idaho, che si occupa di scienze animali.

Hill e Larry Branen, suo collega della Idaho che studia invece scienze alimentari, hanno organizzato un simposio nel corso del meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science iniziato il 17 febbraio scorso, per studiare i modi in cui la biotecnologia potrebbe fornire animali sani in quantitativi abbondanti in modo da garantire gli alimenti necessari per soddisfare le esigenze future.

La biologia sintetica, le nanotecnologie, l’ingegneria genetica e le altre applicazioni delle biotecnologie – e il ruolo dell’opinione pubblica nel determinare i loro usi accettabili – sono stati i temi affrontati durante i lavori della conferenza.
L’obiettivo era quello di favorire un dialogo fra scienziati e il pubblico, poco propenso solitamente a organismi geneticamente modificati.

Ci sarà una sfida importante per l’agricoltura e la scienza è tenuta a fornire il suo apporto, lavorando per creare cibi sani, nutrienti e adeguati alle esigenze di una popolazione in rapida crescita nei prossimi decenni -ha detto Hill.

Una questione fondamentale -ha poi proseguito- è se la Terra possa continuare a fornire cibo a sufficienza, senza il supporto tecnologico. La storia della civiltà e dell’agricoltura nel corso degli ultimi 10.000 anni suggeriscono il contrario.

Una produzione alimentare così massiccia senza l’apporto delle biotecnologie è un ideale irraggiungibile – la società attuale è prevenuta sugli interventi tecnologici alla base della rivoluzione agricola che sarebbe invece in grado di nutrire il mondo.

Le nanoparticelle possono essere utilizzate per indirizzare determinati geni e quindi svolgere un ruolo nel cibo destinato agli animali -ha detto Branen- Non c’è dubbio che anche i nanomateriali possono contribuire ad aumentare la stabilità di conservazione di prodotti alimentari e garantire la loro sicurezza.

Il Prof. Kevin Wells della University of Missouri crede negli animali geneticamente modificati, affermando che avranno un posto in futuro sulle tavole dell’umanità, così come le piante geneticamente modificate lo hanno già adesso.
Tuttavia lo scoglio da superare, una volta accertata la sicurezza della carne da bovini modificati geneticamente, è l’opinione dei consumatori:

Un sacco di tecnologie non hanno ottenuto l’adozione, perché non abbiamo ottenuto l’accettazione e la comprensione dei consumatori che hanno ancora troppa paura e reticenza su questi temi. Per me tutto quello che stiamo facendo oggi richiede una discussione ampia e un approccio interdisciplinare. Non ci si può concentrare solo sulla tecnologia, ma si devono considerare anche gli aspetti sociali e politici della tecnologia.

[Fonte: Sciencedaily]

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