Arrivano in Italia le case ad emissioni zero

Finalmente ci siamo, anche l’Italia è pronta per entrare nella nuova era ecologica, e lo fa partendo da uno dei temi che sta più a cuore degli italiani: la casa. Finora vi avevamo illustrato solo progetti e qualche prototipo di casa ecologica che si era realizzata all’estero, ma dopo tante battaglie e discussioni, è arrivata anche in Italia, per la precisione in Toscana.

Per la fine di questo mese saranno agibili 20 appartamenti di 85 metri quadri l’uno a Follonica, provincia di Grosseto, che saranno completamente autonomi, nel senso che si produrranno energia da soli. Pubblicizzata come “casa a bolletta zero” per ovvi motivi economici, sarebbe più corretto chiamarla “casa ad emissioni zero“, dato che la bolletta è soltanto la mera conseguenza delle iniziative intraprese.

Come vivere ecologico anche se ti chiami Leonardo di Caprio

E’ sicuramente l’hollywoodiano verde per eccellenza. Per tutte le altre stelle, l’ecologia è spesso motivo di pubblicità per farsi notare come sensibili ai problemi ambientali, ma non per lui, che ha fatto del vivere ecologico una filosofia di vita.

Certo, se poi si prendono tante “precauzioni verdi”, si finisce inevitabilmente sulle pagine dei giornali. E così diventa famosa la sua ultima impresa, quella del documentario ambientalista in stile Al GoreL’Undicesima Ora“, da lui prodotto e narrato, ma soprattutto di grande successo. E così, andando a scavare nella sua vita privata, veniamo a sapere che non sono solo chiacchiere quelle che diffonde in mezzo mondo attraverso il suo film, ma lui nell’ecologia ci crede veramente. Specialmente nella bio-edilizia.

Masdar: la prima città 100% eco, grazie anche all’Italia

I progettisti di Masdar City, una città del complesso di Abu Dhabi, l’hanno soprannominata “la nuova città post-petrolio”. Essa non è vincolata dalla solita serie di norme, il denaro non è davvero un problema e la leadership politica è sempre disposta a sperimentare idee innovative che il resto del mondo ritiene troppo fantasiose per dargli una chance.

Una di queste è PRT, transito rapido personale, un sistema di trasporto compatto, formato da strade completamente libere da automobili, ma popolate soltanto da una fitta rete di taxi elettrici che forniranno trasporto pulito e silenzioso per i residenti della città, ma anche per i pendolari. La prima progettazione è in previsione entro la fine di quest’anno. Ma alla base di un progetto così ambizioso non poteva non esserci, come in quasi tutti gli altri al mondo, un cervello italiano. Luca Guala è il pianificatore del trasporto con Systematica, l’impresa che ha redatto i piani per il sistema PRT. Secondo Guala, Systematica e Foster e partners, stanno pianificando l’architettura della città per integrare le soluzioni di trasporto più sostenibili, disponibili attualmente.

Ventiquattro stanze in una, la rivoluzionaria casa transformer di Gary Chang

Il problema degli appartamenti moderni, soprattutto nelle affollatissime metropoli, è lo spazio. Soprattutto per chi vive in affitto e sa bene come anche solo una stanza in più faccia lievitare il prezzo della casa. E allora, spesso, si è costretti a scegliere un più economico monolocale, con tutti i disagi che questa scelta comporta in termini di spazio. Come risolvere questo problema? Già tempo fa vi avevamo parlato della casa in tre scatole, Kenchikukagu: in tre comodi box era contenuto un efficientissimo e attrezzatissimo appartamento, alla modica cifra di 8000 dollari.

Oggi parliamo invece di un’altra rivoluzionaria casa che occupa poco spazio, ideata dall’architetto Gary Chang, che più che un appartamento sembra un numero di magia. Si chiama, non a caso, Domestic transformer, e consiste di 24 stanze contenute in una, e richiamabili al momento opportuno. L’idea è nata per risolvere la difficile situazione riguardante le abitazioni ad Hong Kong. Data la grande densità di popolazione giapponese, è difficile vivere e ritagliarsi i propri spazi, non angusti.

Via al Grande fratello 9 in una casa completamente ecologica

Il noto reality show trasmesso da Canale Cinque riapre i battenti il prossimo 12 gennaio, giungendo alla nona edizione. L’enorme successo di pubblico e il business che si alimenta ogni anno attorno ai signor nessuno reclusi per diventare qualcuno fa sì che la trasmissione trash, del voyerismo allo stato puro attragga sempre più sponsor e attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica.

Pro o contro Grande Fratello, se ne parla, volenti o nolenti. Se non altro perchè, più o meno come avviene con le soap, ovunque si vada, parrucchiere, cene, supermercato, fruttivendolo, da gennaio in poi si sente parlare di tizio ha litigato con caio, eliminazioni, penalità, risvolti sessuali di uno squallore sbalorditivo, sbandierati ai quattro venti in diretta. E non si vuole essere esclusi da queste edificanti conversazioni (che a volte è anche meglio), bisogna tenersi aggiornati, sarà capitato a qualcuno tra voi di sentirsi domandare con sguardo sbalordito: Ma come non sai chi è Francesco del Grande Fratello? No, non lo so, anche perchè alla Nona Edizione di Francesco ne saranno passati una decina. Quest’anno la novità positiva, che ci riguarda da vicino, è che la casa paparazzata 24 ore su 24 è completamente ecologica.

Il cemento non inquina più, anzi diventa ecologico

Da anni gli ambientalisti, tra le tante battaglie, portano avanti anche quella contro il cemento. Da sempre l’industria edilizia, specialmente quella che si concentra sulla produzione del cemento, è stata classificata tra quelle più inquinanti al mondo. Infatti si sa che il cemento è responsabile di una larga parte di gas serra sprigionati nell’atmosfera.

Ora però ci sarà una svolta storica nelle costruzioni, grazie ad un’invenzione inglese: l’eco-cemento. Infatti questo nuovo materiale non solo non inquina, ma addirittura assorbe la CO2 nell’aria. O per essere più precisi, assorbe durante la lavorazione una quantità maggiore di CO2 rispetto a quella che produce. Sembra fantascienza, ma sta per diventare realtà. A prometterlo è nientemeno che il The Guardian, uno dei giornali più autorevoli della Gran Bretagna, che ha intervistato i manager della Novacem, l’azienda che produrrà l’eco-cemento.

Dall’America arriva lo Skyfarming, la fattoria verticale

Il mondo si è svegliato dal torpore del consumismo e dello spreco di risorse. Era ora, verrebbe da dire. Sfruttando un’idea simile a quella proposta ieri da ecologiae, e cavalcando l’onda della produzione locale di cibo, negli Stati Uniti hanno inventato gli “Skyfarming“, cioè una specie di grattacieli non abitati soltanto dagli uomini, ma anche da mucche, maiali, e persino ortaggi.

L’idea, sperimentata finora in piccola scala in Arizona e California, è molto semplice: sfruttare al meglio i tanti piani di un grattacielo per produrre cibo. Ad esempio, nei piani più alti, verrebbero coltivate diverse piante, dagli ortaggi alla frutta, per sfruttare l’acqua piovana. Ma anche legumi e vigneti. L’acqua non assorbita da questi terreni scenderebbe al “piano inferiore”, dove andrebbe ad irrigare i campi di grano. Sotto di essi poi troveremmo ad un piano un allevamento di suini, al piano subito inferiore uno di bovini e così via. Nel sotterraneo infine sarà costruita una fornace termovoltaica in grado di recuperare tutti gli scarti, sia piovani che animali, e trasformarli in energia elettrica per alimentare l’intero grattacielo.

Greensburg, una città eco-sostenibile già dal nome

Rivoluzionare un’intera città, il progresso di centinaia o migliaia di anni, in nome dell’ecologia può sembrare eccessivo. Ma rifarla per intero dopo che un urugano vi si è abbattuto contro, radendola praticamente al suolo, è più che ragionevole. Ancor di più se si crede che l’uragano sia stato inviato direttamente da Madre Terra per dare un messaggio agli esseri umani.

Per adesso gli abitanti di questa cittadina del Kansas l’hanno recepito, speriamo non ce ne sia bisogno anche nel resto del mondo. Questa storia inizia il 4 maggio 2007, quando un urugano di forza 5 si è scatenato contro case, edifici e alberi e ha lasciato dietro di sè una città fantasma. Dopo l’attimo di sconforto, i suoi cittadini hanno deciso di ricostruire daccapo l’intera cittadina, e hanno deciso di farlo rispettando la natura, dando forma alla prima città completamente eco-sostenibile.

La capsula alpina di Ross Lovegrove, per ecoweekend in montagna

Abbiamo imparato ad amare le creazioni del designer inglese Ross Lovegrove, il cui impegno per l’ambiente, ha portato, lo ricorderete tutti, alla creazione degli alberi solari, lampade per illuminare le strade che ruotano seguondo il percorso del sole, con i rami che si aprono e chiudono ad intermittenza.
Il genio di questo artista sta proprio nell’unire alla funzionalità l’originalità e l’estetica, trovando ecolosoluzioni compatibili ad ogni esigenza. La città di Vienna ha già adottato da tempo gli alberi solari di Lovegrove, che creano una magica atmosfera per le strade cittadine. L’ormai celebre designer sta lavorando a migliorare gli alberi solari ed è già in corso il progetto dei solar trees di seconda generazione.

Oggi, però, parliamo di un’altra straordinaria invenzione di Lovegrove: la capsula alpina.
Pensate ad un week-end in montagna, magari proprio sulle Alpi, al rischio di freddo, intemperie che può colpire chi opta per il campeggio ed ecco spuntare la soluzione appropriata: una sorta di rifugio compatto, dove si può trascorrere la serata ammirando le stelle e le belle montagne circostanti.

In quale di queste ecocase vivreste?

Continuiamo a occuparci di bioedilizia e di case ecologiche, facendo una breve panoramica delle abitazioni a ridotto impatto ambientale di cui ci siamo occupati nei mesi scorsi. Soprattutto sarebbe interessante conoscere la vostra opinione su quale pensate sia la dimora maggiormente vivibile tra quelle già realizzate o in corso di progettazione oggi.

Anche se al momento i costi per una casa completamente alimentata da energia pulita sono ancora proibitivi per il grande mercato, chi lo sa se in un futuro prossimo non ci ritroveremo davanti alla possibilità di scegliere tra 10, 20 dimore verdi dai prezzi e dai tempi di realizzazione ragionevoli, In tal caso, quale scegliereste? Girate pagina per scegliere il nido verde più adatto alle vostre esigenze!

Solaleya, una casa ufo che ruota con il sole

Sembra l’immagine surreale di un Ufo atterrato sul nostro Pianeta, eppure quella che vedete nella foto potrebbe essere la vostra prossima casa! A realizzare questa originale dimora, ovviamente ecologica (altrimenti non saremmo quì a parlarne!), è Solaleya, azienda fornitrice in esclusiva delle Domespace Home negli Stati Uniti.
Un salto sul loro sito, che devo dire mi ha favorevolmente colpito, è d’obbligo per chiunque volesse sfatare il mito che per vivere ecologico bisogna rinunciare a design di classe e dettagli alla moda.

E’ proprio l’ecoarchitettura a fare le nuove tendenze e ce ne accorgiamo dagli innumerevoli sforzi per creare  una casa a ridotto impatto ambientale, obiettivo sempre più condiviso da molti professionisti del settore.

Una battaglia legale ha salvato la casa dell’hobbit

Va bene non dare incentivi per le case ecosostenibili, non finanziare le rinnovabili o fornire fondi per impiantare i pannelli solari nelle abitazioni pubbliche e private, ma addirittura osteggiare un singolo cittadino che vive nella sua casa a impatto zero, ci sembra eccessivo.
Succede nella civilissima Gran Bretagna e precisamente nel parco nazionale del Pembrokeshire, nel sud ovest del Galles, dove un ormai anziano signore ha vinto dopo ben dieci anni una battaglia legale per poter conservare la sua dimora ecologica.

Sembra incredibile, ma la Roundhouse costruita da Tony Wrench, questo il nome dell’ormai famoso ecopioniere, deturpava il paesaggio.
L’abitazione fa parte di un complesso di case, tutte rigorosamente ecologiche, costruite a metà anni Novanta, non proprio legalmente, da una comunità eco-sostenibile, la
Brithdir Mawr, in’una area pressocchè disabitata e dimenticata da tutti del parco del Pembrokeshire.

Green Design Festival, Atene ci prova

Atene ci prova. Forse consapevole del suo essere tra le capitali più inquinate d’Europa, fa un salto avanti ed edifica un Eco Museo nella piazza centrale, costruisce giardini verticali lungo le pareti dei palazzi e si ripensa in tema ecologista.

Diffondere nei cittadini una cultura del verde, o almeno crearne la consapevolezza, è lo scopo dell’Athens Green Design Festival, il primo tentativo greco di parlare di Design e di sostenibilità. Attraverso l’uso di installazioni, idee creative, nuove tecnologie e riuso di materiali, il festival mira a presentare idee e soluzioni per tingere di verde la vita quotidiana di una popolazione che di attenzione all’ecologia oggi ne ha ben poca.