Il cnr contro le eco-mafie: possibile la tracciabilità dell’immondizia

Uno dei maggiori business delle mafie, come abbiamo potuto vedere recentemente in Campania, è sicuramente il commercio illegale di rifiuti. Secondo l’Europol ogni anno sono 20 milioni le tonnellate di rifiuti che vengono smaltiti illegalmente, con conseguenti danni all’ambiente. Questo smaltimento comporta un giro d’affari di 22 miliardi di euro, un regalo alle eco-mafie che la giustizia non è più intenzionata a sopportare.

Per questo, tra le varie idee al vaglio della Commissione Europea per tentare di bloccare questi traffici, ce n’è anche una italiana. Più precisamente è stata “partorita” dal Cnr di Bari, e comporta la recente tecnologia del gps, in grado di monitorare lo spostamento dell’immondizia.

Nuove invenzioni ecologiche, dal fornello solare all’acqua potabile eolica

Ideate dai maggiori cervelloni mondiali per risolvere i tanti problemi che hanno milioni di persone nei Paesi poveri, tantissime invenzioni sono state brevettate sfruttando le energie rinnovabili le quali, un giorno e se ce lo permetteranno, potrebbero entrare a far parte anche del nostro uso quotidiano. Non si tratta di tecnologie o prodotti scadenti, tipo il computer a manovella per i Paesi africani.

Qui stiamo parlando di tecnologie di ultima generazione, anche più avanzate rispetto a quelle utilizzate oggi normalmente, le quali hanno la grande capacità di essere funzionali anche senza sprecare risorse. Un esempio? Il fornello solare che, anziché utilizzare le pericolosissime e dispendiose bombole del gas da campeggio, permette di cucinare, riscaldare l’acqua e renderla potabile grazie a dei pannelli solari. Con un costo non esorbitante. Il costo di fabbricazione è di 5 dollari, se si evitano troppi passaggi di mani, il costo finale non sarà elevatissimo, almeno non più dei vecchi forni a gas.

Alla Casa Bianca arriva Bo, in Abruzzo si festeggia Pasqualina ritrovata sotto le macerie: storie di first dog

Due storie di cani molto diverse tra loro, ma entrambe inteneriscono per ragioni differenti l’opinione pubblica. La prima è quella di Bo (nella foto a lato), il cagnolino della Casa Bianca, promesso da Obama alle due figlie durante la campagna elettorale: Se vinco le elezioni vi prendo un cane. Ed il quattro zampe a stelle e strisce è arrivato (domani è previsto l’ingresso ufficiale alla Casa Bianca), finalmente, facendo la felicità di Sasha e Malia. Un cao de agua portoghese di sei mesi, nero (sarà un caso?), regalato alle figlie di Obama dai Kennedy, già ammaestrato ad essere un perfetto first dog in precedenza in un luogo segreto a Washington.

Ma come non parlare oggi di un altro cane, di una cagnetta per la precisione, ribattezzata Pasqualina, ritrovata viva sotto le macerie a distanza di più di una settimana dal terribile terremoto che ha mietuto più di 290 vittime.

Problema rifiuti: le 10 proposte di Legambiente

Da quando si è risolto (in parte) il problema dei rifiuti a Napoli, questo genere di problema è letteralmente scomparso dai notiziari nazionali di ogni tipo. Ma questo non significa che il problema sia stato risolto. Legambiente sta tentando in tutti i modi di far riemergere la problematica agli occhi dell’opinione pubblica, perché come capita spesso in Italia, se nascondiamo i problemi sotto il tappeto, prima o poi questi escono tutti insieme e provocano danni enormi.

Secondo quanto afferma l’associazione ambientalista infatti l’Italia, in controtendenza rispetto a molti altri Paesi europei, anziché diminuire la sua produzione di rifiuti (ridotta altrove con il riciclo e il riutilizzo) la sta aumentando (8,4% negli ultimi 4 anni), senza contare le due grandi piaghe della società italiana, e cioè lo smaltimento illecito (19,7 milioni di tonnellate sono letteralmente scomparse nel solo 2005) e lo smaltimento in discarica a causa della mancanza di impianti di alcun genere, che in alcune Regioni come il Molise e la Sicilia superano di gran lunga il 90% dello smaltimento.

Il mondo dei LED progredisce, aumentata l’efficienza con il “tandem”

Circa il 20% dell’energia elettrica consumata in tutto il mondo viene utilizzata dalla luce di abitazioni, imprese e altri spazi pubblici e privati. Anche se questo rappresenta un grande consumo di risorse, presenta anche una grande opportunità di risparmio. Migliorare l’efficienza delle lampadine commercialmente disponibili potrebbe tradursi in un enorme abbassamento del consumo energetico.

Un gruppo di ricercatori dell’Accademia cinese delle Scienze ha segnalato un passo importante verso l’obiettivo dello sviluppo di un nuovo tipo di Light Emitting Diode (LED) poco costoso e fatto con materiali organici. Progettato con una procedura semplificata struttura “in tandem“, è in grado di produrre il doppio della luce di un normale LED, buona illuminare case e uffici.

Questo lavoro è importante perché è la realizzazione dell’alta efficienza di emissione da una struttura in tandem

spiega Dongge Ma, uno dei ricercatori dell’Istituto di Chimica Applicata presso l’Accademia Cinese delle Scienze di Changchun.

Un organismo unicellulare creerà l’energia solare del futuro

Un antica forma di vita è stata sfruttata per creare una delle più recenti tecnologie per l’energia solare. I sistemi che possono essere sorprendentemente semplici da costruire, rispetto agli attuali con celle solari a base di silicio. Curiosamente, gli scienziati non sono sicuri esattamente di come funziona.

Forme di vita marina unicellulare denominate diatomee sono esistite per almeno 100 milioni di anni e sono in fondo alla catena alimentare, a sostegno della gran parte della vita negli oceani, ma hanno anche gusci rigidi che possono essere utilizzati per creare, in modo naturale, un straordinaria nanotecnologia.

Utilizzando la biologia nella produzione di semiconduttori convenzionali, i ricercatori della Oregon State University e Portland State University hanno creato una nuova colorazione in grado di sensibilizzare le celle solari, in cui i fotoni rimbalzano intorno come fossero in un flipper, colpendo questi coloranti e producendo energia elettrica. Questa tecnologia può essere leggermente più costosa rispetto ad alcuni approcci esistenti che inseriscono i coloranti nelle celle solari, ma sono potenzialmente in grado di triplicare la produzione elettrica, secondo le ultime stime.

Semina delle nuvole, scoperto ghiaccio pentagonale che può modificare i modelli meteorologici futuri

Gli scienziati dell’Università di Liverpool hanno scoperto un singolare tipo di ghiaccio con una struttura a catena composta da cinque lati che potrebbe essere utilizzato per modificare i modelli meteorologici futuri.
I ricercatori, in collaborazione con lo University College di Londra e il Fritz-Haber Institut di Berlino, hanno ricreato i primi stadi in cui l’acqua si condensa in materia – un processo fondamentale per la formazione delle nubi nell’atmosfera – analizzando come i due elementi, quello liquido e quello solido, interagiscano su una superficie piana in rame.

Il ghiaccio è stato raramente analizzato su scala nanometrica prima d’ora e gli scienziati hanno scoperto una catena di struttura dimensionale costituita da un pentagono a forma di anelli, piuttosto che le più comuni e diffuse formazioni di ghiaccio a strutture esagonali, come quelle che si possono osservare anche nei fiocchi di neve.
Questa scoperta potrebbe portare gli studiosi allo sviluppo di nuovi materiali per la semina delle nuvole, causando la pioggia laddove e qualora si riveli necessario per contrastare i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento terrestre, nonchè il fenomeno conseguente della desertificazione sempre più esteso.

Energy globe award all’ecoedificio della Savno di Conegliano, interamente ricavato dai rifiuti

Un premio prestigioso quello aggiudicatosi dalla Savno di Conegliano, una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti che ha vinto l’Energy Globe Award grazie alla costruzione di un edificio interamente ricavato grazie al riciclo dei materiali. La consegna dell’ambito riconoscimento avverrà a Praga il prossimo 13 aprile, rendendo onor di merito ad un’azienda che ha puntato sull’eco-sostenibilità, cercando di dare il buon esempio proprio in quanto opera nel campo dei rifiuti. L’eco-edificio della Savno è infatti divenuto la sede principale della stessa azienda, dimostrando che esistono molti modi per liberarsi in maniera ecologica e anche utile dell’onere della spazzatura. Tutto si crea, nulla si distrugge.

Il commento soddisfatto del presidente della ditta non si è fatto attendere e alla notizia della vittoria dell’Energy Globe Award Riccardo Szumski ha rilasciato in una dichiarazione le motivazioni alla base della costruzione dell’eco-sede che gli è valsa il premio:

Quando abbiamo costruito la nostra eco-sede con materiali provenienti da raccolta differenziata abbiamo voluto fare una scommessa: se invitiamo i cittadini a riciclare dobbiamo dimostrare che la raccolta differenziata non è una cosa vana, e dare loro il buon esempio. E con i rifiuti raccolti siamo riusciti a creare non solo un palazzo, ma anche un simbolo della sostenibilità.

Rivoluzionaria batteria: ecologica e low cost ricaricherà telefonini e I-pod con i virus

Virus, un termine che non ha mai avuto un’accezione positiva, vuoi per motivi di salute dell’uomo, vuoi per la salvezza dei computers, si tratta di cinque lettere che mandano subito in allarme sia noi che i sistemi di protezione del pc. D’ora in poi però un che di positivo questa parola l’avrà: è nata infatti una rivoluzionaria batteria che si ricarica proprio grazie ai virus.

Ecologica e low cost, due caratteristiche che di questi tempi vanno per la maggiore e sicuramente contribuiranno a far decollare le vendite qualora e quando dovesse approdare sul mercato. La virus-batteria è l’ultima invenzione del MIT, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, ed è costituita dal virus M13, un virus che uccide i batteri, clonato e geneticamente modificato. A brevettarla è stato un gruppo di ricerca coordinato da Angela Belcher. A diffondere la notizia della straordinaria invenzione è stata la rinomata rivista di divulgazione scientifica Science.

17.000 foche uccise in due giorni, il primo bilancio della mattanza canadese

La Primavera è iniziata da pochi giorni, e già si traccia un primo tragico bilancio dopo la riapertura della caccia alla foca in Canada, mattanza che si ripete ciclicamente ogni anno, toccando soprattutto i cuccioli della specie per via del pregiato mantello di alto valore commerciale che li rende prede più appetibili per i cacciatori.
Un’economia come al solito senza scrupoli è alla base del bagno di sangue di un’intera specie animale, con cifre impressionanti diffuse in questi giorni dall’International Fund for Animal Welfare che parlano di 17.000 esemplari sterminati in Canada soltanto nei primi due giorni di caccia.

La mattanza ha preso il via nei giorni scorsi nell’area della Magdalen Island, per poi estendersi al territorio delle vicine Maritime Islands. Clare Sterling, che fa parte dell’IFAW Stop the Seal Hunt, è riuscita ad ottenere alcune immagini della recente strage a Charlottetown, foto che hanno fatto il giro dei blog di tutto il  mondo, con l’intento di sensibilizzare e diffondere purtroppo anche quest’anno quanto accade in Canada.

Aquaring, un portale europeo tutto incentrato sul mondo marino

Un progetto che va avanti dal 2006, quello di Aquaring, il primo portale semantico multilinguistico europeo incentrato sull’acqua e sul mondo marino. Presentato nei giorni scorsi all’Acquario di Genova, finalmente www.aquaringweb.eu è operativo e pronto ad accogliere curiosi, studenti, o semplicemente utenti affascinati dal regno delle acque.

A coordinare i lavori negli ultimi tre anni è stata Bruna Valettini che lavora proprio all’Acquario di Genova e che, in quanto esperto scientifico, ha fornito anche un prezioso apporto ai contenuti. Contenuti che spaziano nella vastità dei mari e degli oceani, con percorsi multimediali che permettono un’interazione diretta con i visitatori, video, immagini, approfondimenti, dossier.

Arrivano in Italia le case ad emissioni zero

Finalmente ci siamo, anche l’Italia è pronta per entrare nella nuova era ecologica, e lo fa partendo da uno dei temi che sta più a cuore degli italiani: la casa. Finora vi avevamo illustrato solo progetti e qualche prototipo di casa ecologica che si era realizzata all’estero, ma dopo tante battaglie e discussioni, è arrivata anche in Italia, per la precisione in Toscana.

Per la fine di questo mese saranno agibili 20 appartamenti di 85 metri quadri l’uno a Follonica, provincia di Grosseto, che saranno completamente autonomi, nel senso che si produrranno energia da soli. Pubblicizzata come “casa a bolletta zero” per ovvi motivi economici, sarebbe più corretto chiamarla “casa ad emissioni zero“, dato che la bolletta è soltanto la mera conseguenza delle iniziative intraprese.

Inventata nanotecnologia in grado di migliorare di 10 volte le prestazioni delle energie rinnovabili

I ricercatori dell Maryland NanoCenter dell’Università del Maryland hanno sviluppato nuovi sistemi per immagazzinare l’energia elettrica derivata da fonti alternative che, in alcuni casi, è 10 volte più efficiente di quella disponibile oggi in commercio.

Al fine di risparmiare denaro ed energia, molte persone acquistano le automobili elettriche, ibride o installano i pannelli solari sui tetti delle loro case. Ma tutti hanno un problema comune, la tecnologia per immagazzinare l’energia elettrica è insufficiente. I sistemi a batteria che si adattano alle auto non possiedono abbastanza energia per la guida a lunga percorrenza, e dopo qualche ora non hanno più una forte accelerazione. Le fonti rinnovabili come il vento ed il solare hanno un notevole aumento di potenza solo per breve tempo, ma i dispositivi per immagazzinare la loro energia sono troppo costosi ed inefficienti per fornire energia sufficiente.

L’orto di Michelle Obama alla Casa Bianca, coltivare biologico è trendy

E’ proprio il caso di dire che la rivoluzione ecologica comincia dal basso, diciamo pure dall’orticello di casa. Ma non di una casa qualunque, bensì nientepocodimenoche della Casa Bianca, che si sta tingendo sempre più di verde, dopo l’insediamento della famiglia Obama.
La first lady Michelle, che si prefigura già come una delle più amate dagli americani e nel mondo per la sua semplicità e umiltà decorosa, ha infatti deciso di dare il buon esempio al suo popolo, minacciato in egual modo da obesità ed effetti del riscaldamento globale, autorizzando la creazione di un orto nei giardini dell’ala Sud della villa palladiana.

Un gesto simbolico, ma nemmeno tanto, perchè agli Obama piace davvero mangiare sano e garantire cibi biologici alle proprie figlie. Un modo come un altro per dare il buon esempio ai cittadini degli States che si nutrono sempre più spesso di schifezze varie e salsine poco salutari e ai quali certo non farebbe male un po’ di sana frutta e verdura coltivata nell’orto di casa. Ma il pollice verde di Michelle che potrebbe avere grande risalto e spingere come ci auguriamo al trend dell’orto e del mangiare biologico, ha anche un altro importantissimo intento.