Vetro, in Italia ne ricicliamo il 66%

La raccolta differenziata in Italia cresce, e con essa i numeri per il recupero dei materiali, fino non solo a raggiungere la media europea, ma in alcuni casi persino a superarla. E’ il caso del vetro, che gli italiani hanno imparato ad apprezzare più della plastica e degli altri contenitori, ma soprattutto a differenziare, tanto che oltre un prodotto su due di quel materiale è riciclato.

A dare la buona notizia è la relazione di Assovetro per l’anno di riferimento 2009, in cui l’Italia ha addirittura superato la media europea riguardo al riciclo. Se nel Vecchio Continente il tasso di riciclo del vetro è al 65%, l’Italia è appena sopra, al 66%, uno dei risultati migliori a livello internazionale, e che migliora dell’1% rispetto al risultato già molto soddisfacente del 2008, a cui si aggiunge un +3,6% per quanto riguarda la raccolta differenziata.

Parchi nazionali, a Roma manifestazione contro i tagli previsti nella manovra economica

Chiusi per tagli. Questa potrebbe essere la scritta da far campeggiare sui cartelli di accesso ai parchi nazionali. A denunciarlo numerose associazioni ambientaliste italiane che hanno protestato oggi a Roma con una manifestazione volta ad ottenere risposte sul futuro del patrimonio naturalistico italiano. Futuro che appare nero, perchè la manovra economica del governo ridurrebbe del 50% le risorse destinate ai parchi, con 25 milioni di euro sottratti al budget del 2011. I tagli hanno già ricevuto la delibera del Senato e sono ora in discussione alla Camera.

Per Lipu-Birdlife è in gioco la difesa di flora e fauna italiane e che bel regalo, proprio nell’anno internazionale consacrato alla tutela della biodiversità:

Sarebbe un grave colpo al patrimonio di biodiversità e al turismo naturalistico, per non parlare dell’abbassamento delle difese immunitarie detenute dai Parchi italiani contro la distruzione di natura, con il rischio di esporre i preziosi territori protetti al cemento, alla speculazione e allo sfruttamento insostenibile delle risorse.

Nucleare, la Prestigiacomo prevede 8 centrali in Italia entro il 2019

Non quattro, non cinque, ma addirittura otto centrali nucleari sono previste nei piani del Governo italiano. A renderlo noto è stato il Ministro Prestigiacomo, in collaborazione con il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia, in occasione dell’incontro di 24 ministri dell’ambiente negli Stati Uniti, a Washington, con il segretario americano dell’Energia, Steven Chu, nell’ambito del forum sull’Energia Pulita.

Purtroppo, mentre per gli altri Paesi energia pulita significa rinnovabili, per l’Italia è sinonimo di nucleare, e la situazione è addirittura peggiore del previsto. Secondo Saglia entro il 2019 dovrebbero essere pronte per entrare in azione ben 8 centrali nucleari, in accordo con le Regioni, anche se non si capisce di quali Regioni si stia parlando, dato che oltre la metà hanno già presentato ricorso contro questa presa di posizione (o di imposizione) del Governo, e non è detto che le altre siano d’accordo.

Rifiuti pericolosi, smantellato traffico illegale da 5 milioni di euro all’anno

sequestri rifiuti tossici

L’epidemia della gestione abusiva di rifiuti pericolosi si allarga a macchia d’olio in tutta Italia, dimostrando ancora una volta che non si tratta soltanto di un problema del Sud. A farne le spese stavolta è la Eco Service S.r.l. di Corridonia, un paese in provincia di Macerata, che i carabinieri del Noe di Ancona considerano centrale nel traffico di rifiuti che non solo seguiva la classica rotta Nord-Sud, ma spesso e volentieri faceva anche il percorso inverso.

Centomila tonnellate di rifiuti pericolosi, contenenti anche agenti chimici altamente inquinanti come cadmio, nichel e persino arsenico, venivano gestiti dalla Eco Service, la quale prelevava gli scarti delle lavorazioni che avvenivano a Gela e a Roma e li trasportava in discariche abusive in Lombardia, Puglia, Campania, Abruzzo, Lazio e Sicilia.

OGM e non OGM, da Bruxelles proposte ambigue

OGM, nuove direttive dalla Commissione europea

In questi giorni la Commissione Europea ha varato un piano d’intervento in materia di ogm. La proposta Ue presentata da John Dalli, responsabile alla Salute e protezione dei consumatori dà diritto agli Stati membri di vietare le coltivazioni di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, perché, come ha spiegato lo stesso

l’esperienza acquisita sino ad oggi nel campo degli ogm mostra che gli stati hanno bisogno di un margine di manovra maggiore per organizzare la coesistenza tra colture ogm e di altro tipo, per esempio biologiche o convenzionali.

Le autorizzazioni sulla coltivazione di ogm restano invariate, così come le misure di sicurezza riguardo alla coesistenza di colture ogm e non ogm. Dunque non ci sono cambiamenti sostanziali rispetto alla precedente direttiva 2001/18/CE, proprio per questo Greenpeace parla di passo indietro rispetto a quanto chiesto dai ministri dell’Ambiente dell’Unione europea nel 2008.

Rinnovabili, in Europa +54% in 10 anni

parco-eolico

Ottime notizie: l’industria delle rinnovabili non conosce crisi. Secondo i dati elaborati dall’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), e presentati martedì a Roma, negli ultimi 10 anni nell’area Ue la produzione di energie rinnovabili è aumentata del 54%, raggiungendo nel 2008 un invidiabile 16,4% di copertura del fabbisogno totale.

Ottime notizie, le quali si inseriscono in un contesto di ritorno al ricorso alle energie inquinanti (petrolio e carbone) o potenzialmente pericolose come il nucleare. Se negli anni passati, in cui la coscienza verde era pressoché inesistente e i costi delle tecnologie pulite erano piuttosto alti, la produzione è salita, vuol dire che ora che la situazione è cambiata, c’è la possibilità di aumentare quel 16,4% fino al superare il 20, 30 o anche il 50% del fabbisogno. Dunque che bisogno c’è di tutte queste energie sporche?

Trivellazioni, i 100 permessi del Governo nel mirino di Legambiente

piattaforma petrolifera

Fino ad oggi le trivelle che perforavano i mari italiani erano “solo” 76. Nel giro di pochissimi mesi questo numero è destinato più che a raddoppiare. Nella disperata ricerca di fondi, il Governo ha infatti autorizzato altri 95 permessi di ricerca di idrocarburi che porteranno altre 100 trivelle sulle coste del Belpaese, incuranti delle possibili catastrofi ambientali e dello scempio paesaggistico sulle nostre spiagge.

Michelle Obama ieri ha inviato un messaggio al mondo, chiedendo ai turisti di non abbandonare le coste della Florida che cominciano a sporcarsi a causa della marea nera. Se gli Stati Uniti risentono così tanto di questo disastro, figuriamoci cosa potrebbe accadere all’Italia che per gran parte della sua economia si basa proprio su turismo e pesca.

Centrale a idrogeno, aperta a Venezia la più grande al mondo

centrale a idrogeno fusina

Fino ad ora si era proceduto solo per via sperimentale, ma da ieri si comincia a fare sul serio. A Fusina, in provincia di Venezia, è stata avviata la prima centrale elettrica a idrogeno di dimensioni industriali, la quale sarà in grado di soddisfare le esigenze energetiche di 20 mila abitazioni senza emettere nemmeno un grammo di CO2.

L’annuncio lo dà Enel che ha costruito questo gioiellino nel polo industriale veneziano grazie alla collaborazione della centrale termoelettrica a carbone e del vicino polo petrolchimico di Marghera che ha fornito le materie prime, fabbriche inquinanti che aiutano una fabbrica pulita a muovere i primi passi. La scelta sembra quasi metaforica, come due genitori ormai anziani che permettono al loro figlio di crescere e, si spera, un giorno sostituirli.

Antartide, stanziati 18 milioni di euro per ricerche italiane

Baya Terra Nova Base italiana

L’annuncio è arrivato nel pomeriggio di ieri direttamente dal Ministro per l’Istruzione, l’Università e la ricerca Mariastella Gelmini: l’Italia finanzierà 18 milioni di euro per le missioni in Antartide per il periodo 2010-2011. Un finanziamento sostanzioso che stride con i tagli all’istruzione in casa nostra, oltre che in tutti gli altri aspetti della vita civile italiana.

Ma come mai il Ministero, che sta togliendo i fondi alla ricerca, alle Università e alle scuole, sborsa ben 18 milioni di euro per una missione al di fuori dei confini nazionali? Chiariamo subito che qualsiasi finanziamento destinato alla ricerca è il benvenuto, specialmente quando ha finalità di studio ambientale come questo, ma quello che risulta poco chiaro è come mai vengano finanziate solo questo genere di imprese.

Rifiuti, viaggio a Lecce tra barocco e spazzatura

via_palazzo_conti_di_lecceMi ha colpito ieri uno spot per la promozione del turismo italiano, con la voce del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che invita a visitare il nostro splendido Paese, ricco di sole, mare, cielo, cultura, arte e bla bla bla. E i rifiuti in questo quadretto idilliaco dove li mettiamo? Bisognerebbe aggiungerli alla lista, visto che deturpano alcuni degli scorci più incantevoli della Penisola e fanno storcere il naso ai turisti con il loro lezzo.

Palermo, una città stupenda se non fosse che da qualche tempo non si respira, ne sa qualcosa. Ne sa qualcosa anche Napoli. E ora persino Lecce, una città che conosco bene e che posso testimoniare dal fascino e dalla bellezza straordinarie. Ecco perché mi hanno colpito certe immagini, diffuse sul web, che immortalano, a pochi passi dal centro Storico, cassonetti che straripano di rifiuti e sacchetti di immondizia ammucchiati ai lati.

Marea nera, anche l’Europa rischia di avere il suo disastro BP

petroliere

La vista di decine di navi cisterna ancorate al largo di Istanbul, o di quelle che passano sotto i due ponti sul Bosforo da e verso il Mar Nero, è senza dubbio impressionante. Ma sulla scia del disastro del Golfo del Messico, i funzionari turchi sono sempre più preoccupati che il traffico pesante possa portare ad un incidente molto simile a quello devastante della marea nera, dato che nello stretto del Bosforo vengono trasportati 1.850.000 barili di petrolio al giorno.

Il trasporto su petroliera attraverso lo Stretto non è più sostenibile

ha dichiarato il ministro dell’Ambiente turco Veysel Eroğlu la scorsa settimana a seguito di una riunione tra funzionari del Governo e rappresentanti delle 20 aziende energetiche, tra cui Exxon Mobil, Shell, Chevron e proprio la BP. Le norme che disciplinano la navigazione sul Bosforo hanno bisogno di un serio aggiornamento.