Grotta Azzurra e costiera della Locride: continuano gli episodi di inquinamento selvaggio

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Capri annega nell’inquinamento marino, la Calabria pure. Questa mattina la zona Sud della Calabria, una delle più frequentate dai turisti, si è risvegliata con un’inondazione di catrame che ha occupato quel bellissimo tratto di mare che di solito ospita solo turisti e bagnanti.

La zona interessata è stata quella della locride, (Locri, Siderno, Roccella Jonica), ma subito le autorità si sono affrettate ad assicurare che stavolta la ‘ndrangeta non c’entra nulla, proprio come (sembra) non c’entrava nulla la camorra in Campania. Più probabile che si sia trattato di uno sversamento (non si sa quanto involontario) di materiale oleoso da una barca privata, che senza dare l’allarme si è allontanata ed è scomparsa nel nulla. E così dopo la tragedia della Grotta Azzurra, ecco che anche l’ecosistema marino calabrese rischia un duro colpo.

Ue: la qualità dell’aria nell’Unione Europea sta migliorando

buona qualità aria

Anche se i livelli dei principali inquinanti atmosferici ha continuato a scendere nella UE nel 2007, il settore residenziale e dei trasporti su strada rimangono sempre le più importanti fonti di inquinamento, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) di venerdì scorso.

Secondo la Commissione europea, 370.000 persone in Europa muoiono prematuramente ogni anno per malattie legate all’inquinamento dell’aria, 350.000 dei quali a causa di microparticelle atmosferiche o polveri di diametro inferiore ai 2,5 micrometri note come particolato (PM 2,5), che ha origine dai trasporti (automobili, navi e aerei), dall’agricoltura e dalla piccola industria. La direttiva sulla qualità dell’aria nell’ambiente, adottata nel maggio 2008, si concentra sulla riduzione delle emissioni dei principali inquinanti atmosferici, in particolare le polveri sottili che vengono accusate di una serie di problemi di salute.

Tigre in via d’estinzione smembrata e venduta sul mercato nero in uno zoo indonesiano

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Un caso scandaloso arriva dalla zona più controversia dell’Asia, quella del Sud-Est povero che per sopravvivere non guarda in faccia nessuno, nemmeno gli animali in via d’estinzione: l’Indonesia. La notizia, che ha sconcertato gli zoologi, ma anche la società civile di tutto il mondo, è che un’ultra-rara tigre di Sumatra è stata uccisa e smembrata in uno zoo indonesiano. Già il fatto di per sè è terribile, ma lo diventa ancora di più sapendo che in tutto il mondo gli esemplari di questa specie ammontano a solo 400 tigri, il che le fa entrare tra gli animali più in pericolo di estinzione.

Ma la repellenza non finisce qui. Poco più di 5 anni fa, la Società Zoologica di Londra aveva usato questa tigre particolare per contribuire alla formazione dei veterinari e zoologi indonesiani. E uno di quei veterinari molto probabilmente è il responsabile della morte di quest’esemplare, della sua scuoiatura, smembramento, e della messa in vendita sul mercato nero.

Heathrow, l’aeroporto ecologico

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La porta di Londra? L’aeroporto di Heathrow, scalo principale della capitale britannica. Non solo: è l’aeroporto più grande d’Europa, ed è in arrivo un nuovo terminal tutto ecologico. La mission è esplicitamente quella di arrivare ad un rispamio della spesa in termini energgetici del 40% rispetto al livetto attuale su base annuale.

Un disegno ambizioso: ristrutturare il Terminal 2 e il Queen’s Building. Il progetto è a cura della Foseter + Partners. Il termine dei lavori è previsto per il 2019.

L’Australia fissa l’obiettivo del 20% della produzione energetica dalle rinnovabili entro il 2020

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Il parlamento australiano ieri ha approvato una legge che fissa al 20% l’elettricità del Paese che dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2020, in linea con gli obiettivi europei. La legge porterebbe a quadruplicare la quantità di energie rinnovabili fissata dal precedente Governo nel 2001 e fornirà abbastanza energia pulita per dare elettricità a 21 milioni di australiani.

Ma non tutti sono contenti, anzi pare che alcuni funzionari più “aggressivi” chiedano ulteriori tagli alle emissioni di gas serra. Il progetto di legge è stato approvato dopo che il Governo ha raggiunto un accordo con l’opposizione con l’intento di aumentare l’assistenza alle industrie che consumano molta elettricità, creando anche delle garanzie per gli investimenti in materia di carbone e per l’industria mineraria.

Italia in ritardo con il protocollo di Kyoto? A pagare sono sempre i cittadini

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Italiani, preparatevi ad aprire ancor di più il portafoglio e a sborsare una quantità aggiuntiva e non ancora precisata di euro nelle bollette del prossimo anno. A stabilirlo è il Governo italiano, che per la solita immobilità verso le problematiche ambientali, ora sarà costretta a pagare l’acquisto di nuovi crediti di inquinamento, oppure in alternativa pagare una multa di 10 volte maggiore. E indovinate da dove prenderà questi soldi?

Ovviamente dalle tasche dei cittadini. Per farlo, non verrà introdotta una nuova tassa, la quale potrebbe affossare un Governo che ha già degli evidenti problemi, ma verranno aumentate le imposte sulle bollette elettriche. L’obiettivo è di incassare entro il prossimo anno 555 milioni di euro, che diventeranno 840 milioni entro il 2012. Questi soldi serviranno per acquistare i famosi “carbon credits“. Ma di cosa si tratta, e soprattutto come mai l’Italia si ritrova a pagare tutti questi soldi? La spiegazione dopo il salto.

Leoni a rischio estinzione, se ne contano 100 in meno all’anno solo in Kenya

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Il Kenya lancia l’allarme: l’animale simbolo del Paese, il leone, sta scomparendo. Pian piano, a causa della “minaccia umana”, il re della foresta potrebbe essere detronizzato, tanto che, se si continuasse con questo ritmo, tra 20 anni questi bellissimi felini sarà possibile vederli sono negli zoo.

Ad affermarlo è Paul Udoto, portavoce dell’associazione Kenya Wildlife Service, che ha affermato che ogni anno si contano 100 esemplari in meno nell’intero Paese, uno di quelli che ospita il maggior numero di leoni. In particolare 7 anni fa si potevano contare 2.749 esemplari, mentre quest’anno a malapena si arriva a duemila. La causa di tutto questo? Ovvia: l’uomo.

La Cina fissa al 2050 il limite per il taglio delle emissioni

emissioni cinesi

Finalmente anche la Cina ha deciso di aderire seriamente al taglio delle emissioni, e non soltanto a parole come ha fatto fino a questo momento. Il problema è che inizierà le operazioni per diminuire le proprie emissioni di carbonio entro il 2050. A stabilirlo è stato il maggiore consigliere sul cambiamento climatico cinese, Su Wei, uno dei politici più influenti, intervistato sabato scorso dal Financial Times. E’ una data molto remota, ma almeno si tratta della prima volta che la nazione ha fisstato un periodo di tempo.

In Cina le emissioni non continueranno ad aumentare dopo il 2050

ha detto Wei, direttore generale dell’Istituto nazionale per lo sviluppo e la riforma del dipartimento della Commissione sui cambiamenti climatici. La Cina attualmente è in concorrenza con gli Stati Uniti per il posto in cima alla classifica mondiale sulle nazioni che sono le maggiori produttrici di emissioni di gas a effetto serra, e per questo la sua posizione al riguardo sarà al centro dell’attenzione ancor prima dell’inizio dei negoziati sul clima che si terranno a dicembre a Copenaghen (Danimarca).

Il risparmio energetico negli ospedali del Lazio

risparmio energetico ospedali lazioRisparmio energetico. Sempre più necessario. Sempre più inseguito da enti, privati, e aziende. Ora è il turno degli ospedali di cercare nuovi modi per sanare le finanze e inquinare meno. In Lazio si punta ad una vera e propria riqualificazione energetica dei dodici nosocomi presenti sul territorio. Un fondo di 650 mila euro è stato infatti stanziato per la diagnosi energetica e la progettazione esecutiva degli interventi. Si accede all’appalto tramite  bando regionale che si rivolge alle aziende specializzate nella gestione dell’energia.

L’obiettivo primario dello stanziamento è proprio quello di riqualificare il patrimonio immobiliare delle strutture sanitarie dal punto di vista del risparmio energetico. Possono concorrere al bando i grandi distributori obbligati di energia elettrica e gas e le società che operano nell’ambito dei servizi energetici (E.S.Co) accreditate presso l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG).

La buona notizia: i provvedimenti sul clima in Europa funzionano

parlamento europeo

In Europa le emissioni sono in calo di 50-100 milioni di tonnellate l’anno, o in termini percentuali del 2,5-5% all’anno, mentre il mercato del carbonio ha ora un valore di oltre 56 miliardi di dollari. Si tratta di un grande risultato per l’Europa, ma che ha anche importanti conseguenze per il resto del mondo, soprattutto per gli Stati Uniti. L’accidentata strada del sistema di scambio di emissioni (ETS) è diventata efficace, proprio come vogliono fare i politici americani tramite il cap and trade.

Ma se il nostro Continente ha così tanti problemi (ad esempio l’Europa dell’Est continua ad inquinare senza limiti), cosa fa dell’Europa l’esempio da seguire per il resto del mondo? Uno degli aspetti potrebbe essere l’introduzione dello scambio di quote di emissione, ancora non attuato in tutti i Paesi, ma che secondo i primi dati sembra funzionare. Gli altri aspetti dopo il salto.

La mosca tsè tsè invade l’Africa a causa del riscaldamento globale

mosca tsè tsè

La mosca tsè tsè è una della specie di insetti più pericolose al mondo. Da secoli esse vivono in Africa, nelle zone molto calde, come la savana, ma a causa del riscaldamento globale stanno cominciando a “migrare” verso le città. Fino a questo momento infatti le già travagliate cittadine dei Paesi del Terzo Mondo finivano con il vedersela, oltre che con la povertà e la guerra, anche con le zanzare ed altri tipi di insetti che trasportavano malattie come la malaria. Ma mai fino ad oggi hanno dovuto combattere con la mosca tsè tsè.

Questi ditteri africani trasportano il virus responsabile della tripanosomiasi, la cosiddetta “malattia del sonno“, una condizione che attacca il sistema nervoso e, se non curata, porta al coma e alla morte. Secondo l’Oms tale malattia colpisce ogni anno dalle 50 alle 70 mila persone, ma a breve potrebbe aumentare a dismisura il suo contagio, in quanto la mosca che la trasmette sta cominciando a popolare le città.

Italia, impennata sulle rinnovabili, ma ancora c’è tanta strada da fare

turbina eolica

Gli ultimi dati del GSE, il Gestore dei Servizi Elettrici, sono piuttosto confortanti. Dopo che nel 2007 l’Italia aveva registrato un calo nella produzione complessiva di energia rinnovabile dello 0,9%, il 2008 è stato registrato come l’anno della ripresa, con un +2,5% che fa ben sperare per il futuro.

A dir la verità questo incremento lo si deve alla natura stessa. Infatti nel nostro Paese la fonte rinnovabile più utilizzata è l’idroelettrico, e le forti e abbondanti piogge che ci hanno accompagnato dall’autunno fino a pochi giorni prima dell’inizio dell’estate hanno contribuito ad aumentare la quantità di elettricità prodotta dall’acqua. Ma le novità non si fermano solo alle piogge, perché tra gli incrementi c’è da registrare anche quello degli impianti installati, soprattutto eolici e solari.

Usa: i prodotti biologici da oggi avranno il marchio “BioPreferred”

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Vi piacerebbe un marchio per lo sviluppo sostenibile di prodotti biologici? Bene, in America l’hanno inventato. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha rilasciato il piano per il lancio dell’etichetta “BioPreferred”. Il programma consentirà ai produttori di etichettare i propri prodotti volontariamente con questo marchio, così i consumatori potranno compiere scelte informate in merito a ciò che acquistano e utilizzano.

In base alla proposta del piano, l’etichetta potrebbe essere utilizzata su qualsiasi prodotto che è “in tutto o in modo significativo” a base di ingredienti biologici rinnovabili; in altre parole, qualsiasi cosa fatta con “fonti rinnovabili di origine vegetale, animale, marino o materiali forestali”.

Ecco come il cambiamento climatico può distruggere l’America

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Fino ad ora ci eravamo sempre occupati dei piccoli Paesi che, a causa del riscaldamento climatico, vedono a rischio la propria terra, e corrono il pericolo di sparire dalla cartina geografica. Ma non avevamo mai considerato cosa accadrebbe se questo scenario apocalittico accadesse dalle nostre parti, magari nel Paese maggiormente responsabile di questo disastro, e cioè l’America.

Josh Levin, giornalista e scrittore, delinea i possibili scenari futuri che l’America dovrà affrontare se il cambiamento climatico continuerà in questa direzione. Levin comincia la sua analisi non da ciò che potrebbe essere, ma da ciò che si può già escludere. Prendendo in considerazione i disaster movie e le possibilità da loro prospettate, Levin si sente di poter escludere la possibilità di una guerra tra Stati Uniti e Canada, o l’esodo di massa verso i territori al confine con lo Stato del Nord America. Possibile invece che le terre intorno ai Grandi Laghi diventino l’ultimo baluardo di speranza per i sopravvissuti della Florida e della California che vedrebbero le loro case scomparire sotto l’acqua. Ma altri scenari sono possibili.