L’urbanizzazione potrebbe avere impatti imprevisti sulle sorti già compromesse della foresta amazzonica, lasciando aree forestali vulnerabili allo sfruttamento da parte di estranei. E’ quanto afferma un recente studio pubblicato sulla rivista Conservation Letters.
Conducendo indagini sul campo nel corso di 10.000 chilometri di viaggio lungo i fiumi dell’Amazzonia, Luke Parry della Lancaster University ha scoperto che c’è un netto calo negli insediamenti rurali, che però non è stato accompagnato da un calo nello sfruttamento della fauna e delle risorse forestali. Il che indica che le popolazioni urbane prelevano un pesante tributo dalle foreste lontane attraverso la caccia, la pesca, il disboscamento e la raccolta.
Con un’ironia un po’ amara, iniziamo con il dire che tra questi parassiti non ci siamo noi. A beneficiare del riscaldamento globale, e a discapito di alcune specie vegetali e animali che stanno scomparendo, ci sarebbe un potenziale elenco di organismi parassitari e anche alcuni animali, che già godono o che potrebbero godere in futuro degli stravolgimenti climatici in atto e dell’aumento delle temperature globali. L’Associated Press, il bastione della conoscenza scientifica, ha diffuso la lista dei “parassiti (e degli animali) che beneficiano o potrebbero beneficiare del riscaldamento globale“. Tra gli altri spiccano: