Centrale di Porto Tolle, gli attivisti di Greenpeace sotto processo

di Redazione 2

greenpeace attivistiCentrale di Porto Tolle, gli attivisti di Greenpeace che nel 2006 avevano occupato in maniera del tutto pacifica, per tre giorni, l’impianto dell’Enel, ora sono sotto processo. Si tratta di una trentina di ambientalisti ora in giudizio per interruzione di pubblico servizio e per danneggiamenti.

La centrale di Porto Tolle, molti lo ricorderanno, era stata al centro di una famosa protesta di Greenpeace durante la quale alcuni attivisti scrissero con la vernice sulla ciminiera “No al carbone”. Ed è questo peraltro l’atto al centro dell’imputazione per danneggiamento. In maniera alquanto semplice e acuta i responsabili dell’organizzazione ambientalista hanno voluto ricordare la pochezza di questo danno, la pochezza, in particolare, di un simile danneggiamento se lo stesso viene messo a confronto con i danni che ogni giorno una centrale come Porto Tolle causa al nostro territorio.

Greenpeace, naturalmente molto vicina agli attivisti sotto processo e molto polemica contro i reati loro imputati, ha ricordato in un comunicato ufficiale quanto segue:

La protesta nasceva dalla volontà dell’azienda di convertire quell’impianto a carbone, scegliendo dunque la fonte energetica più nociva per il clima e la salute, ignorando la disponibilità del più grande terminal di gas offshore al mondo.

Greenpeace, al di là delle considerazioni che si possono fare sui reati ipotizzati, precisa tuttavia che il primo reato, quello di interruzione di pubblico servizio, è davvero paradossale, e di certo hanno fondati motivi per ribadirlo. Nei giorni della protesta, infatti, la centrale di Porto Tolle non era operativa.

Ricordiamo inoltre come la centrale di Porto Tolle fosse finita nel mirino dell’associazione ambientalista per via della mancanza di controlli ambientali per oltre 20 anni. Una denuncia portata avanti con forza da Greenpeace, e alla quale i giudici hanno alla fine dato ragione condannando i responsabili dell’Enel per tale gravissima mancanza.

Photo credits | Greenpeace Finland su Flickr

Commenti (2)

  1. Quali sarebbero i danni di una centrale che è solo un progetto sulla carta? È questa l’acutezza dei militanti e dell’associazione Greenpeace?
    Oppure è acuto confondere negli studi pagati all’estero da Greenpeace gli indici di disabilità (virtuali, in termini di anni di vita persi) con gli
    indici di mortalità (reali, ma che Greenpeace non prende nemmeno in
    considerazione?).
    Questo atteggiamento di Greenpeace non è acuto, ma semplicemente ottuso.

  2. Quali sarebbero i danni di una centrale che è solo un progetto sulla carta? È questa l’acutezza dei militanti e dell’associazione Greenpeace?
    Oppure è acuto confondere negli studi pagati all’estero da Greenpeace gli indici di disabilità (virtuali, in termini di anni di vita persi) con gli indici di mortalità (reali, ma che Greenpeace non prende nemmeno in considerazione?).
    Questo atteggiamento di Greenpeace non è acuto, ma semplicemente ottuso.

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