Disastro ambientale a Napoli, sequestrata zona ex Italsider

di Redazione Commenta

disastro ambientale napoli italsiderAnche Napoli ha la sua Ilva. Come se a Napoli i problemi ambientali mancassero. La fabbrica dei veleni che a Taranto sta tenendo sotto scacco migliaia di persone da oltre un anno oggi è conosciuta come Ilva, ma era nata come Italsider. La vecchia industria metallurgica nazionale certamente non inquinava solo nella cittadina pugliese, e così andando ad indagare, i magistrati hanno scoperto che un problema simile si è presentato anche in un’altra città che ospitava un’altra sede, Napoli appunto.

In particolare in pericolo ci sarebbe il quartiere Bagnoli letteralmente avvelenato dai residui delle lavorazioni dell’industria che ha chiuso anni fa. Proprio come accaduto a Taranto, i vertici dell’ex Italsider avevano promesso di ripulire l’area, ma non hanno fatto nulla. Secondo gli accertamenti della magistratura, già messi in luce dal precedente Governo in un’apposita inchiesta, il quartiere sarebbe ancora oggi pieno di rifiuti della fabbrica, con l’area tra il pontile nord ed il pontile sud ricoperta di scorie e loppe d’altoforno

smaltite su una superficie di circa 170.000 metri quadrati del litorale marino e di circa 50.000 metri quadrati della spiaggia originaria, a partire dal 1962 fino all’interruzione delle lavorazioni

si legge sulla relazione. Per anni i vertici hanno promesso di ripulire il disastro e puntualmente non lo hanno fatto, così questa mattina sono stati aperti fascicoli per 21 indagati tra cui ex vertici di Bagnolifutura e funzionari pubblici, tra i quali spiccano nomi del Ministero dell’Ambiente. Sembra di rivedere un film tristemente noto. Al momento della chiusura della fabbrica i vertici avevano promesso di riconvertire l’area industriale, ovviamente ripulendola prima di destinarla ad altre attività. Invece tutto è rimasto così per tanti, troppi anni, e così la magistratura ora ha reso noto che siamo di fronte ad un vero e proprio disastro ambientale. Accusa che va ad aggiungersi a truffa e falso dato che, secondo gli inquirenti, il problema era il conflitto d’interessi tra controllori e controllati che spesso corrispondevano. Non vi ricorda qualcosa?

[Fonte: Repubblica]

Photo Credits | Getty Images

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