Ecologia domestica, nuove regole Ue per eco-cucine in vista del 2020

di Redazione 2

La Commissione europea in questi giorni si è espressa sull’efficienza energetica domestica e ha deliberato una serie di provvedimenti per migliorare la qualità degli elettrodomestici, ridurre le emissioni inquinanti e abbattere i costi di vendita.
La progettazione delle cosiddette eco-cucine, con lavastoviglie a basso impatto ambientale sia per uso domestico sia da incasso, con lavatrici alimentate dalla rete elettrica o da batteria che ridurranno il consumo energetico e l’uso di acqua potabile; sono solo alcuni esempi dei nuovi parametri fissati dalla Commissione europea per migliorare l’efficienza energetica delle nostre case.

Le regole sulle eco-cucine sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore tra 20 giorni, per dare il tempo ai produttori di elettrodomestici di adeguarsi alle nuove normative; sempre che l’Italia le metterà davvero in atto.

La normativa europea è stata approvata per far fronte alla sempre maggiore richiesta di energia per uso domestico, una tendenza che nel 2020 potrebbe causare problemi energetici e mancanza di acqua. Difatti se le lavatrici del futuro, molto prossimo, cercheranno di abbattere i consumi di acqua, nonché ridurre le emissioni di anidride carbonica e di facilitare lo smaltimento degli apparecchi dopo il loro ciclo vitale, le lavastoviglie ecosostenibili saranno progettate per consumare il minor quantitativo di energia possibile.  Questi programmi volti ad abbattere i consumi e a rispettare l’ambiente si inseriscono nella nuova veste produttiva italiana ed europea della Green economy, tematica affrontata oltre che nel Congresso di Cancun, anche a Bruxelles con il rapporto L’ambiente in Europa. Il nostro continente è stato monitorato per cinque anni dall’Agenzia europea per l’ambiente e, come precisa la biologa a capo dell’Agenzia Jacqueline Mc Glade

Abbiamo avviato il meccanismo della green economy e i risultati già cominciano a vedersi.

Difatti l’Europa è riuscita a ridurre dell’8% le emissioni dei gas serra, ma questo non basta. Se la temperatura continuerà a salire con la media degli ultimi anni i cambiamenti climatici avranno esiti devastanti sul nostro Pianeta. Solo l’estate 2003 ha causato 70.000 decessi per le ondate di calore improvvise.

Si stima un accrescimento del tasso di mortalità tra l’1 e il 4% per ogni grado di aumento della temperatura al di sopra di un certo livello. A partire dal 2020 si potrebbero superare le 25 mila vittime per anno, principalmente nelle regioni centrali e dell’Europa del Sud.

ha poi concluso Jacqueline Mc Glade

Nel Mediterraneo il numero di giornate sopra i 40 gradi potrebbe raddoppiare, i ghiacciai alpini sparire nell’arco del secolo e la mancanza d’acqua costringere a scegliere tra bere e innaffiare. Ma non è uno scenario già scritto. Abbiamo ancora uno spazio, sia pure estremamente ridotto, per intervenire. Se riusciremo a scrollarci di dosso l’inerzia che ha rallentato i cambiamenti economici necessari potremo fare molto. Una parte dei danni è inevitabile perché i gas serra che li produrranno viaggiano già in atmosfera, ma il disastro può ancora essere evitato chiudendo il rubinetto dell’inquinamento.

[Fonti: Ansa; La Repubblica]
[Foto: static.blogo; idis.cittadellascienza]

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