Emissioni auto, Europa sigla accordo a tre

di Redazione 4

Finalmente trovata un’intesa europea sulle emissioni di C02 dovute al traffico automobilistico. Una notizia di questi giorni che fa risorgere un filo di speranza sul futuro dell’Unione, da sempre attenta ai problemi ambientali, ma che sembrava essere finita in letargo per via della crisi economica incombente.

L’accordo a tre raggiunto da Commissione UE, Consiglio e Parlamento europeo, si occupa della regolamentazione delle nuove vetture in circolo, disponendo pesanti tagli alle emissioni dei veicoli e sanzioni proporzionali alla quantità di agenti inquinanti immessi nell’atmosfera.
E appare soddisfatto dei risultati ottenuti il relatore Guido Sacconi (Pse):

L’intesa è molto soddisfacente, non si tratta solo di un’operazione di politica ambientale ma anche di politica industriale.

L’accordo verrà presentato ai Ventisette nel corso di questo mese, per essere approvato dai rappresentanti degli Stati membri. Ma vediamo di capire di che si tratta e quali sono i risultati prefissati dall’Unione per il taglio delle emissioni delle quattro ruote:

  • Parametri. Le nuove auto in circolazione dovranno rispettare come parametro una media massima di 120gr/km di C02, entro il 2012 (anche se per questo punto il target di raggiungimento potrà slittare fino al 2015). Entro il 2020 la soglia dovrà scendere ulteriormente a 95gr/km.
  • Sanzioni applicabili. Per i produttori che non si adeguino a queste norme, la Commissione UE ha stabilito il pagamento di 5 euro ogni grammo in eccesso tra il 2012 e il 2018, 15 euro per il secondo, 25 per il terzo e 95 dal quarto in poi. Il corrispettivo da pagare si porterà a ben 95 euro sin dal primo grammo in più a partire dal 2019.

I produttori di automobili dovranno dotarsi di flotte nuove, potenziando la resa dei pneumatici, il risparmio energetico e l’efficienza delle nuove automobili e dei nuovi motori. Nel 2015 le quattro ruote che attraverseranno l’Europa dovranno tutte rispettare i parametri stabiliti dall’accordo UE. Come spiega Sacconi:

Non vogliamo fare cassa. Non sono tasse o multe ma incentivi per i produttori a investire. In questo anno che ha segnato un crollo verticale della domanda di auto, il numero di vetture a bassa emissione è cresciuto più che proporzionalmente. E’ un segnale di tendenza del consumo.

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