L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima

di Redazione 2

L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima è il titolo del report 2010-2011 a cura del Worldwatch Institute. Un’indagine sullo stato dell’industria nucleare mondiale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno scosso il Giappone, evidenziando le falle dei sistemi di sicurezza degli impianti atomici nell’eventualità di disastri naturali estremi, come il violento terremoto ed il devastante conseguente tsunami che hanno interessato il Paese asiatico nel marzo scorso.

E cita poprio la relazione del Worldwatch Institute Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF, prospettando la fine dell’era atomica nel mondo. La parabola discendente del nucleare affonda le sue radici agli albori degli anni Ottanta. Nel 1990, il numero di reattori arrestati è stato superiore, per la prima volta, al totale degli avviamenti:

Un trend confermato anche dai dati più recenti: all’aprile 2011 risultano in funzione nel mondo un totale di 437 reattori nucleari per 30 Paesi, 8 in meno rispetto al massimo storico di 444 reattori nel 2002.

Dal 2002 ad oggi sono stati spenti 32 reattori a fronte dell’avviamento di 25 unità. Tra quelli spenti ci sono i 6 dell’impianto giapponese, mentre non si contano, almeno per ora, i 7 chiusi temporaneamente dalla Germania, anche se, sempre stando a quanto riporta il report, difficilmente torneranno operativi.

E per quanto riguarda la produzione mondiale di elettricità dal nucleare? Nel 2009, stando ai dati diffusi dal Worldwatch Institute, ammontava a 2558 TWh, con un calo del 4%, pari a 103 TWh, rispetto a quanto prodotto nel 2006.
Malgrado il nucleare, dal 1986, abbia ricevuto, stando ai dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, finanziamenti pubblici per il settore Ricerca e Sviluppo 5 volte superiori a quelli destinati alle rinnovabili.

Il Worldwatch Institute smentisce chi vuole reintrodurre il nucleare in Italia a scapito delle energie rinnovabili e all’insegna di un presunto rinascimento dell’atomo: una favola che, sulla base delle cifre fornite dal prestigioso istituto di Washington, risulterebbe invece per il Paese un pessimo investimento economico-finanziario, oltre che un attentato alla sicurezza dei cittadini che ora rischiano di essere scippati persino della possibilità di esprimersi con il voto referendario del 12 e 13 giugno sul ritorno del nucleare in Italia, ha concluso la Midulla.

Ricerche correlate:

Futuro nucleare in Europa e nel mondo

Rapporto nucleare post-Fukushima Worldwatch Institute

[Fonte: Agi]

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