Eolico, la Shell ostacola i piani nel Mare del Nord

di Redazione 2

eolico shell ostacola piani mare del nordNon bastava avere distrutto gli ecosistemi di mezza Africa. Impaurita dalla diffusione delle rinnovabili, ora la Shell prova ad ostacolare lo sviluppo anche nel Nord dell’Europa. La compagnia petrolifera, che per ripulirsi un po’ la coscienza aveva promesso di investire anche in questa forma di energia, era stata contattata dal Primo Ministro britannico Cameron per rientrare nel gruppo degli investitori nel mega-progetto dell’eolico off-shore che il Paese sta realizzando nel Mare del Nord, insieme agli Stati Uniti.

La Shell però si è tirata indietro. Secondo il Premier inglese, le rinnovabili sono

la fonte di energia in più rapida crescita del pianeta

ed il più grande bacino per il suo Paese era proprio il Mare del Nord. Ma evidentemente gli interessi nei combustibili fossili sono ancora molto forti. Purtroppo non può fare tutto il comparto pubblico, e per mettere in pratica gli obiettivi preposti c’è bisogno del supporto dei privati. E se i privati la pensano in questo modo, il gioco si fa duro.

La giustificazione che dà Simon Henry, direttore finanziario della società, è che la Shell ha già investito ben 6 miliardi di dollari nell’energia alternativa, ed ha bisogno comunque di un supporto pubblico con agevolazioni fiscali e quant’altro per poter andare avanti in questa direzione. Ma ultimamente i finanziamenti stanno andando sempre più spesso verso le aziende asiatiche, e così alle grandi multinazionali dell’energia non conviene più investire in questo campo.

Su questo non ha tutti i torti. Lo stesso infatti sta avvenendo anche dalle nostre parti, e su questo i ministri europei devono trovare una soluzione perché se vogliamo uscire dalla crisi, di certo non riusciremo a farlo se continuiamo ad aiutare la Cina e gli altri Paesi vicini. La versione della Shell però non è completamente convincente. Secondo l’azienda infatti non conviene investire nell’eolico perché i progressi del settore saranno lenti, ma detto da una società che ha come principale fonte di reddito l’estrazione del petrolio, il giudizio non risulta molto affidabile.

Photo Credits | Thinkstock

Commenti (2)

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