Fotovoltaico: quello selvaggio ruba i campi agricoli

di Redazione 4

In questi ultimi mesi, nelle Marche, le colline sono ricoperte da enormi distese di pannelli fotovoltaici. A denunciarlo è la Coldiretti Marche che, insieme alla Polis Nova, alla Cgil ed al Laboratorio Recanati, hanno apertamente chiesto una moratoria contro il cosiddetto fotovoltaico selvaggio, ovverosia quello che “ruba” i campi. Al riguardo, solo entro il 2011, l’Organizzazione degli agricoltori stima che saranno occupati dai pannelli fotovoltaici superfici grandi come ben duemila campi di calcio con conseguente impatto negativo a livello economico, ambientale e paesaggistico.

In merito, ad Ancona, Coldiretti Marche, la Cgil, il Laboratorio Recanati e la Polis Nova hanno presentato il primo Dossier sul fotovoltaico selvaggio, da cui è emerso come, rispetto agli attuali 600 ettari ricoperti da pannelli fotovoltaici, altri 900 ettari di campi agricoli siano a rischio andando a considerare quelle domande per la realizzazione di impianti fotovoltaici che sono state già presentate.

Prendendo a riferimento i dati forniti dal Gse, dalle elaborazioni di Coldiretti Marche, Cgil, Laboratorio Recanati e Polis Nova, è emerso come nelle Marche il 2 luglio scorso si contavano quasi 8.500 impianti fotovoltaici realizzati per una potenza complessiva cumulata pari a 429,5 MW. Il tutto a fronte di 220 ettari di terreni occupati nel 2010, e ben 570 ettari solo nei primi cinque mesi del 2011. Si viaggia quindi a ritmi di occupazione di suolo altissimi a conferma delle preoccupazioni dell’Organizzazione degli agricoltori.

Secondo quanto dichiarato congiuntamente dal segretario confederale Cgil Marche, Selly Kane, da Franco Frapiccini del Laboratorio Recanati, dal presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, e dal  presidente di Polis Nova, Claudio Segattini, nelle Marche contro il fotovoltaico selvaggio serve una nuova legge regionale atta a riformare quelli che sono i processi di autorizzazione. Questo perché gli impianti fotovoltaici di taglia industriale sul territorio marchigiano vengono realizzati con il solo ed unico scopo di ottenere gli incentivi in Conto Energia, e senza alcuna connessione con quella che è l’attività agricola.

Commenti (4)

  1. Mi dispiace ma è solo demagogia

    1. in che senso? Motiva 🙂

    2. in Italia ci sono circa 20.000.000 (20 milioni) di ettari di aree agricole più qualche milioncino a set aside ma dimentichiamocene.
      Per produrre tutta, ma dico tutta, l’energia elettrica di cui abbiamo bisogno (340 Twh) 340.000.000.000.000 w/h o se vuoi 340.000.000.000 kw/h.
      In un ettaro di terra, con il fotovoltaico si riescono a produrre (ma migliora continuamente) 650.000 Kw/h anno.Facendo una semplice divisione 340.000.000.000/650.000 otteniamo gli ettari di terra che servirebbero a produrre tutta (TUTTA) l’energia di cui abbiamo bisogno e fa, 523076 ettari che corrispondono a circa il 5% della estensione agricola nazionale e a circa un quarto del set aside. Quindi?

    3. c’è spazio per tutti e ne avanza 🙂 ad ogni modo ho seguito con interesse il primo impianto agrovoltaico, il prototipo è italiano e metterebbe a tacere ogni polemica dal momento che è rialzato, è strutturato in modo che sotto si possa coltivare, mi sembra un’ottima soluzione.

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