Fotovoltaico, i piani futuri dell’Italia

di Redazione 4

Il Governo da qualche anno sta spingendo molto sul nucleare, ma contro le previsioni più catastrofiche degli ambientalisti, non si è (per ora) dimenticato delle fonti rinnovabili. In particolare del solare-fotovoltaico, dato che nel “Paese del sole” sarebbe un vero e proprio suicidio tralasciare questa fonte inesauribile.

Il GSE (Gestore del Servizio Energetico) ha annunciato che, dopo le varie oscillazioni degli anni scorsi sugli incentivi ad investire in questo campo, in particolar modo con il conto energia, ha deciso di stabilizzare il mercato con una scelta di incentivi triennali che possano permettere a chi è interessato all’investimento di avere un terreno più solido sotto i piedi per poterlo fare.

Negli anni scorsi infatti siamo passati troppo in fretta dal “primo conto energia” al “nuovo conto energia”, ed anche questo secondo verrà abbandonato con il nuovo anno. Ma con il nuovo piano di incentivi, le tariffe saranno stabilite e rimarranno intoccabili almeno fino al 2013, permettendo una programmazione più a lungo termine.

I timori della vigilia sono stati confermati, e cioè si verificherà il previsto taglio degli incentivi del 15% al 2011 e del 4% all’anno nel 2012 e 2013, ma secondo quanto spiegato sul Sole 24 Ore, queste riduzioni vanno in parallelo con la riduzione del costo degli impianti (in particolare dei pannelli solari). Anzi, considerando quanto questi costi si sono abbassati negli ultimi tempi, nel rapporto tra le due diminuzioni gli investitori ci andrebbero a guadagnare.

Attualmente, secondo il GSE, in Italia abbiamo 9 mila impianti solari tanto che si prevede di raggiungere i 3.500 megawatt installati entro il 2013. I piani del Governo sono di raggiungere entro il 2020 almeno gli 8 GW installati, che stando ai consumi attuali non raggiungerebbero nemmeno il 10%. Non è tantissimo, visto che il solare è l’energia rinnovabile più utilizzata in Italia, ma affiancandolo all’eolico, geotermico e alle altre forme pulite dovremmo riuscire almeno ad avvicinarci al 20% richiesto dall’Unione Europea. Non si può di certo essere completamente soddisfatti, ma è almeno un passo avanti rispetto al passato, quando sembrava che i nostri governanti si disinteressavano completamente all’energia rinnovabile.

Fonte: [Il Sole 24 Ore]

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