Fracking in California, stop d’emergenza per inquinamento delle falde

di Redazione Commenta

fracking california inquinamentoStop d’emergenza al fracking in California: 11 siti di re-iniezione dei rifiuti sono stati bloccati e per più di altri cento è stata ordinata una revisione. La California, in un momento di siccità, si ritrova a fare i conti con l’inquinamento causato dal fracking e le probabili (per usare un eufemismo) contaminazioni delle falde acquifere e ordina, pertanto, uno stop parziale alle tecniche di estrazione con fratturazione idraulica.

La California e il fracking: come era prevedibile, ecco esplodere i problemi. Ormai sulla dannosità del fracking e delle tecniche di estrazione di petrolio e gas tramite fratturazione idraulica gli studi sono innumerevoli. Che comporti grandi pericoli di inquinamento dei terreni e di contaminazione delle falde lo si sapeva comunque da tempo. Nondimeno, la possibilità di grandi profitti è spesso considerata ben più importante delle devastazioni ambientali possibili, peccato che poi l’ambiente presenti il conto.

La California blocca il fracking in questo momento non a caso: lo stato americano sta facendo i conti con una dura siccità e pertanto avrebbe bisogno di attingere con generosità alle proprie riserve di acqua, ma oltre cento falde acquifere sono ora inutilizzabili. E lo stato sta pagando, solo per l’anno in corso, la bellezza di 2,2 miliardi di dollari per fronteggiare la siccità. E va da sé che adesso un po’ tutti si stanno accorgendo che puntare sul fracking, sullo shale gas e lo shale oil, non è stata affatto una grande idea. Già da anni la California ha rivisto le normative in termini di protezione ambientale con l’esplicito obiettivo di dare campo libero alle industrie estrattive, con tutte le prevedibili conseguenze in termini di inquinamento.

E tornando più specificamente al fracking, sembra quindi che il balletto di dichiarazioni delle autorità sulla sua possibile pericolosità dal punto di vista ambientale sembrano quindi essere, infine, destinate a conoscere una svolta. La situazione è tale che il blocco di 11 siti di reiniezione dei rifiuti fluidi sono stati chiusi e – con ogni probabilità – non saranno nemmeno gli ultimi. Cosa verrà fuori dai controlli su più di altri 100 siti? Difficilmente notizie positive. Intanto è noto che sette riserve di acqua dolce teoricamente protette a livello normativo sono invece state contaminate, anch’esse, dai rifiuti e dai liquidi di scarto correlati alle attività estrattive con la tecnica della fratturazione idraulica.

Va da sé che al momento si sta inoltre diffondendo il timore per la qualità dell’acqua utilizzata dagli agricoltori costretti ad attingere alle falde a causa della siccità, poiché il pericolo di far uso di acqua contaminata è senza dubbio concreto, anche se non vi sono certezze. Intanto continuano le forti proteste contro il fracking  in California e negli Stati Uniti in generale: la vicenda ha ovviamente rinvigorito ulteriormente le polemiche e dai singoli cittadini alla Hollywood Against Fracking, continuano a moltiplicarsi gli appelli alla protezione del territorio e al buon senso. Purtroppo, tuttavia, quando c’è di mezzo il petrolio, il gas e la prospettiva di enormi profitti, il buon senso continua a essere costantemente messo da parte. Non possiamo che sperare che la situazione californiana possa intanto, per il momento, fungere da monito per altri stati americani e altre nazioni del mondo.

Photo credits | Getty Images

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