G8: il ministro dell’ambiente brasiliano attacca: “Respinte le misure concrete”

di Redazione Commenta

Come abbiamo potuto vedere negli articoli precedenti a questo, durante tutto il g8 di Siracusa si sono usate tante belle parole come tutela della biodiversità, incremento nell’utilizzo delle energie rinnovabili, taglio delle emissioni di CO2, ecc. Ma poi, come spesso accade in politica, queste parole sono rimaste tali, e non si sono presi provvedimenti concreti per raggiungere quegli obiettivi.

Un impegno il Ministro dell’Ambiente del Brasile, Carlos Minc, l’aveva proposto. Anzi, più di uno, ma di fronte alla concretezza, molti “grandi capi” sono scappati a gambe levate. Dopo la chiusura del meeting la nostra Ministra Prestigiacomo si è affrettata a precisare che le proposte di Minc sono rimaste tra le possibili soluzioni “da discutere“, ma che non sono state inserite nelle conclusioni o negli impegni da prendere. Minc intanto, da parte sua, si dice deluso del trattamento, anche perché il suo Paese, da sempre al centro di molti problemi legati all’ecologia, sta prendendo già da qualche tempo delle misure per contrastare l’inquinamento e la deforestazione, ma vista la reticenza degli altri Paesi, si sente un po’ isolato. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Il primo punto proposto dal ministro brasiliano è una sorta di Robin Tax, come la chiamerebbe Tremonti. Si tratta di tassare il 10% dei proventi del commercio del petrolio. Nel solo Brasile si è riuscito ad ottenere in questo modo 800 milioni di dollari in un solo anno. E vista la crisi ed il bisogno di denaro che c’è nel mondo allo stato attuale, sarebbe una bella boccata d’ossigeno. Ma non solo.

L’alternativa, visto che in molti hanno storto il naso a questa proposta, è di tassare al 50% il ricavato del mercato delle emissioni di carbonio. Un vero e concreto attacco al riscaldamento globale. Secondo i calcoli del ministro, se tutti i Paesi che hanno partecipato al g8 avessero accettato, il giro d’affari che se ne ricaverebbe sarebbe di circa 100 miliardi di dollari l’anno.

E ancora, la deforestazione. La foresta Amazzonica è al tempo stesso il polmone del Pianeta, ma anche la zona più disboscata al mondo. Per questo Minc ha precisato che il suo Paese ha provveduto a dimezzare la deforestazione nell’anno appena trascorso e si impegnerà a ridurla del 70% entro il 2017, se anche gli altri Paesi contribuiranno a ridurre la propria. Ma ne ha anche per la riduzione delle emissioni. Il 20-20-20 è superato e forse non sufficiente. Per questo Minc propone un taglio del 45% delle emissioni entro il 2022. Tutte misure concrete che finalmente darebbero un senso al g8, se solo fossero state prese in considerazione.

Fonte: [Repubblica]

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