Green economy: mezzo milione di posti di lavoro in UE entro il 2020

di Redazione 1

Mezzo milione di posti di lavoro, o quasi, nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica in UE entro il 2020: è questo quanto rilevato dal rapporto europeo “Energy [R]evolution” redatto da Greenpeace ed Erec. Questa miniera di posti di lavoro generati dalla Green Economy, però, arriveranno solo se si imposterà il settore delle rinnovabili come prioritario.

Greenpeace ed Erec, European Renewable Energy Council, presentano il rapporto “Energy [R]evolution”, sbandierando, oltre ai risparmi a lungo termine per i cittadini (oltre che per i governi) e alla fondamentale ecosostenibilità delle nuove energie, la possibilità che la Green Economy generi nell’Unione Europea la bellezza di mezzo milione di posti di lavoro nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Mezzo milione di posti non entro 20 anni, ma entro 8: se l’Unione Europea si impegnerà al massimo per il raggiungimento degli obiettivi da essa stessa prefissati per il 2020, dice a chiare lettere il rapporto, ciò rappresenterebbe anche una piccola manna a livello occupazionale.

Naturalmente il rapporto non si limita a questo: nel documento “Energy [R]evolution” si parla anche dei risparmi per i consumatori europei, nonché degli ovvi benefici in termini di contrasto al riscaldamento globale, con tutti gli annessi e connessi. Ed ecco allora Greenpeace ribadire a gran voce non solo l’urgenza sotto il profilo ecologico degli investimenti  sulle energie rinnovabili, ma anche i grandi benefici economici e sociali, visto il mezzo milione di posti di lavoro possibili, che il cambiamento può generare. In merito Giuseppe Onufrio, il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, ha dichiarato:

Le rinnovabili sono in Europa la fonte energetica che cresce di più, in gran parte grazie agli obiettivi europei che ci siamo posti. Stiamo arrivando però rapidamente a un punto di svolta. E’ possibile diminuire la dipendenza dai combustibili fossili con le rinnovabili e senza bisogno di andare a cercare il petrolio a mare come vuole fare il Governo Monti.

Greenpeace chiede un impegno vincolante all’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili fissato al 45% entro il 2030. Come sottolinea il rapporto, un impegno su questo fronte non potrebbe che dare i suoi frutti: basti considerare che le spese per il cambiamento si compenseranno due volte con il risparmio di 3 mila miliardi euro per il non consumo di combustibili fossili.

Photo Credits | kqedquest su Flickr

Commenti (1)

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