Ilva, concussione, chi sono i 4 arrestati

di Redazione 1

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Gianni Florido, presidente della provincia di Taranto, Michele Conserva e Girolamo Archinà, ex addetto alle relazioni esterne delle acciaierie, sono finiti in manette con l’accusa di concussione per la gestione da parte dell’Ilva della discarica Mater Gratiae. Anche l’ex segretario generale della provincia di Taranto, Vincenzo Specchia, è finito ai domiciliari per aver commesso reato contro lo Stato in relazione alla discarica gestita dall’Ilva. A scoprire il reato verso lo Stato è stata la Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta Ambiente svenduto.

Tra gli arrestati spicca la figura di Michele Conserva, Assessore all’Ambiente, Aree Protette e dirigente della Protezione Civile di Taranto, nato a Crispiano in provincia di Taranto nel 1960. L’esponente Pd è per i magistrati “il regista delle azioni delittuose” perché tra i più influenti del gruppo e in rapporto con la polizia giudiziaria. Secondo le indagini, egli avrebbe avuto di prima mano “illecitamente” notizie riservate sull’inchiesta. Sono emerse, difatti, altri suoi illeciti per favorire esponenti politici dei comuni tarantini in cambio di favori a personam. Girolamo Archinà, altro indagato del gruppo, era il responsabile delle Pubbliche relazioni dello stabilimento Ilva di Taranto, già in carcere dal novembre scorso per corruzione di alti politici e finanziari pubblici per conoscere con anticipo le ispezioni alle acciaierie e, come si legge nel comunicato stampa diramato dalle Fiamme gialle “pilotare i sopralluoghi e le verifiche presso l’Ilva”.

Vincenzo Specchia è stato per anni una figura politica di spicco della provincia di Taranto, ed era attualmente segretario generale del comune di Lecce. E’ coinvolto nell’inchiesta “Ambiente svenduto” perché dal 2004 al 2006 è stato segretario generale di Taranto e dal 2006 al 2009 direttore generale della provincia pugliese. Non da ultimo, dal 30 aprile scorso, è stato nominato Responsabile della Prevenzione della corruzione. Eppure, per i suoi incarichi istituzionali, non poteva non essere a conoscenza delle false certificazioni.

[Fonti: Comitato per Taranto; Dago spia; TR news]

[Photo Credit | Thinkstock]

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