Incentivi risparmio energetico: senza bonus un danno per l’Italia

di Redazione 1

Senza la proroga del cosiddetto “ecobonus“, ovverosia la detrazione fiscale al 55% sui costi sostenuti ed ammissibili per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, il nostro Paese perderebbe una grande occasione non solo per la tutela dell’ambiente in termini di riduzione delle emissioni, ma anche per il rilancio della nostra stessa economia e dell’occupazione.

E’ questa, in particolare, la posizione di Altroconsumo su una misura che a quanto pare l’attuale Governo in carica non sembra intenzionato a rinnovare inserendola nella “Finanziaria“, ovverosia nella Legge di Stabilità che dovrà essere approvata, in un clima politico incandescente, attorno alla metà del prossimo mese di dicembre.

Intanto l’Associazione dei Consumatori, sul proprio sito Internet, ha lanciato online una petizione con la quale, con la partecipazione dei cittadini, si vuole inviare un segnale al Governo ed al Parlamento su una misura che, cosa non trascurabile, è stata conveniente sinora anche per le casse dello Stato.

Questo perché i costi sostenuti per concedere le detrazioni sono stati poi recuperati dallo Stato attraverso le imposte dirette ed indirette che in questi anni sono state incassate. Di conseguenza, i Consumatori non vedono ragione per non prorogare una misura di incentivazione che ha fatto risparmiare in tre anni tanta di quella energia per cui ben un milione di tonnellate di anidride carbonica non sono state immesse in atmosfera.

Sul rischio del mancato rinnovo dell’ecobonus sono preoccupate non solo le Associazioni dei Consumatori, ma anche le Associazioni di categoria delle imprese che operano nel comparto, da quelle edili a quelle dei materiali e passando per piccole e medie aziende che proprio grazie agli incentivi fiscali sono fino ad ora riuscite ad andare avanti con un sufficiente numero di commesse che hanno potuto acquisire. Inoltre, senza ecobonus per l’Italia sarebbe più difficile raggiungere gli obiettivi fissati in sede comunitaria da qui al 2020.

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