Marea nera, il petrolio è entrato nella catena alimentare

di Redazione 4

La recente scoperta di tracce di petrolio nelle larve di granchio blu ha confermato la previsione degli esperti a seguito delle notizie disastrose per l’ecosistema del Golfo. E’ la prova che il petrolio fuoriuscito dall’esplosione della Deepwater Horizon ha già iniziato ad inserirsi nella catena alimentare, dove potrebbe essere fatale per gli animali che lo ingeriscono.

L’AP riporta che gli scienziati che hanno effettuato la scoperta del petrolio nelle larve di granchio blu (un gruppo di frutti di mare del Golfo, che è anche un indicatore strettamente sotto osservazione per i segni della contaminazione) hanno potuto confermare alcune delle loro peggiori paure. Vale a dire, che la fuoriuscita avrà un impatto sull’ecosistema del Golfo per gli anni a venire.

Sembrerebbe suggerire che il petrolio ha raggiunto una posizione in cui può iniziare a muoversi lungo la catena alimentare e non solo sospeso in acqua. Qualcosa probabilmente mangerà quelle larve…e poi l’animale sarà mangiato da qualcosa di più grande e così via

ha dichiarato Bob Thomas, un biologo alla Loyola University di New Orleans. Le piccole creature potrebbero recepire basse quantità di petrolio e potrebbero sopravvivere, ha spiegato Thomas,

ma quelli in cima alla catena, come i delfini e i tonni, potrebbe ottenere fatali “megadosi”.

E anche se i granchi non sono stati immediatamente uccisi dal petrolio, potrebbero avere un grave effetto sulla loro capacità di riprodursi, dicono gli scienziati. Se sono abbastanza colpiti, questo potrebbe causare una diminuzione della prossima generazione, e se i pescatori fossero autorizzati a riprendere le attività, la popolazione potrebbe essere ulteriormente decimata. Questi tipi di impatti sostengono le pretese di altri ricercatori, i quali temono che il peggio dei danni dovuti alla fuoriuscita della BP potrà essere portato agli strati di vita che risiedono in acque profonde.

Gli scienziati fanno notare che è una buona notizia che la maggior parte delle larve che stanno raccogliendo sono vive, e non sono preoccupati che i granchi blu possano essere cancellati dalla marea, perché semplicemente sono troppo abbondanti per sparire. Ma la preoccupazione che un numero ridotto di granchi possa avere un impatto sugli altri animali che fanno affidamento su di loro come fonte di cibo, potrebbe pregiudicare le altre popolazioni. E chissà, alla fine anche l’uomo.

Fonte: [Treehugger]

Commenti (4)

  1. Il problema è a monte (…non solo in mare): TUTTA L’ECONOMIA MONDIALE E’ FONDATA SUL PETROLIO!!!
    Per cui l’unica cosa da fare sarebbe che tutti i paesi industrializzati si riunissero per riprogrammare di sana pianta tutta l’economia mondiale.
    Alla luce di cio’ la vedo molto dura poichè molto difficilmente le multinazionali ed i paesi maggiori estrattori di petrolio accetterebbero questo.
    I “signori del petrolio” comunque ignorano il fatto che in caso di disastro ecologico nessuno avrà scampo neanche se ultramiliardario perchè
    LA VITA ESISTE SULLA TERRA GRAZIE AL MARE.
    SE L’ECOSISTEMA DEL MARE MUORE NESSUNO HA SCAMPO!

  2. purtroppo non è una cosa semplice. I “signori del petrolio”, come giustamente li chiami tu, hanno in mano le redini dell’economia mondiale, controllano la politica e la gran parte delle attività economiche, ed è impossibile fargli cambiare idea. L’unica sarà quando anche l’ultima gioccia di petrolio sarà estratta, ma fino ad allora dobbiamo rassegnarci a convivere e cambiare le cose poco per volta, passando lentamente, ma efficacemente, alle rinnovabili.

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