Niente carne di cavallo nelle polpette Ikea vendute in Italia

di Redazione Commenta

Niente carne di cavallo nelle polpette Ikea vendute in Italia, a renderlo noto sono gli stessi portavoce dell’azienda svedese dopo i controlli delle Autorità Sanitarie. L’Ikea aveva ritirato le polpette in via precauzionale da tutta l’Europa in seguito alla scoperta della presenza di carne di cavallo da parte di un ispettore della Repubblica Ceca.

Niente carne di cavallo nelle polpette Ikea vendute nel nostro paese. La conferma è giunta da pochissimo e tranquillizza gli amanti dei grandi punti Ikea che nelle polpette svedesi avevano uno dei prodotti più caratteristici. Ribadiamo che i prodotti non avrebbero comunque comportato rischi per la salute, ma naturalmente sapere che un determinato prodotto alimentare contiene un certo tipo di carne non dichiarata, non è certo il massimo per un consumatore.

Ecco la comunicazione ufficiale dei responsabili Ikea:

Sono state analizzate 15 buste di polpette provenienti da diversi lotti di fornitura. Tre di queste buste provenivano dallo stesso lotto analizzato nella Repubblica Ceca. In seguito ai risultati delle analisi compiute dalle Autorità Sanitarie sulle polpette in vendita nei ristoranti dei nostri punti vendita. Ikea ha immediatamente disposto esami approfonditi sulle polpette servite nei suoi ristoranti anche in Italia, in particolare sui lotti provenienti dallo stesso fornitore di quelle analizzate a Praga.

Ikea sottolinea quindi come, non essendo stata usata carne di cavallo nella preparazione delle polpette svedesi, l’impasto risulta composto da carne di manzo e maiale come riportato sulle informazioni sul prodotto. Ikea ha comunque deciso, al fine di mantenere un rapporto ottimale con i propri clienti, che chiunque voglia riportare le polpette in un punto Ikea avrà indietro i soldi spesi. L’Ikea, almeno nei suoi punti vendita italiani, non cade quindi nel gorgo dello scandalo sulla carne di cavallo e dei controlli fallaci, e noi dal canto nostro non possiamo che augurarci di non dover tornare a parlare di una nuova espansione del problema.

Photo credits | twicepix su Flickr

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